Le parole di Mourinho
Sui pali colpiti in stagione
“Siamo una squadra difensiva e abbiamo 27 pali, è un po’ contraddittorio. Ma non voglio parlare di sfortuna, dobbiamo essere più bravi. Quando si comincia con loro avanti di un gol bisogna segnare, questi pali invece di crearmi preoccupazione mi danno un feeling opposto perché siamo capaci di segnare”.
Come sta Dybala?
“Non so se può giocare dal primo minuto, avete visto quindici minuti di torello. Dopo abbiamo fatto organizzazione tattica a bassa intensità e abbiamo deciso di dare a Paulo altre 24 ore per capire se può o no. Domani faremo qualcosa di intenso per capire se gioca o va in panchina”.
Abraham?
“Sta sempre bene. È un ragazzo che sembra sempre molto felice, molto positivo all’interno del gruppo. Lo vedo sempre bene dal punto di vista umano, poi segna o non segna”.
Quanto è importante avere fiducia nelle alternative?
“Certo che sono importanti. Llorente e Bove hanno bisogno di crescere. Bove non ha storia da titolare in Serie A e cresce ogni partita, è sempre più giocatore anche se ogni tanto può sbagliare. Llorente ha già una grande esperienza. Ha avuto bisogno di tempo per imparare a giocare con noi. Quando è arrivato il nostro gioco era strano per lui. Adesso gioca già con stabilità ed è perfettamente integrato. Sono due giocatori in più, ma ci sono anche altri ed è importanti. Mancano 8 partite di campionato, con domani 9 che possono arrivare a 11 ed è impossibile far giocare sempre gli stessi”.
Dybala più dall’inizio o più dalla panchina?
La grande pressione per me è sta bene o non sta bene, perché se ho un dubbio sarà sempre un dubbio. Se inizia magari non giocherà 90′ o magari si fa male dopo 10 minuti. Se va in panchina ed entra e si fa male, poi non hai altri cambi. Per me la decisione è più gioca o non gioca, però non è che abbiamo tante opzioni e magari in una situazione estrema non dico che sia impossibile andare in panchina e in una situazione nei limiti, che andrà in campo”.
Qual è la migliore strategia per battere il Feyenoord?
“Dobbiamo fare due gol più del Feyenoord. Hai parlato del Salisburgo, ma non ha senso, perché sono due squadre diverse. Avere pazienza o non averla, l’importante è fare due gol in più del Feyenoord per vincere, non importa se farli all’inizio, alla fine, durante i supplementari”.
Le parole di Cristante
Sei quello che gioca più partite di tutti. Per come la vedi tu, cosa ti rende insostituibile?
“La domanda è sempre quella. Vado forte, do il meglio che posso dare. Cerco sempre di dare il mio contributo alla squadra. Faccio quello che devo fare”.
Come stai?
“Sto abbastanza bene”
Cos’è cambiato nella Roma da quando sei arrivato?
“Penso che in questo momento ci sia una grande società dietro. Prima era un periodo di transizione, sono arrivato alla fine dell’era Pallotta e sono arrivati i Friendkin che stanno facendo grandi cose. Hanno preso un grande allenatore e penso l’insieme delle cose, porti a questa crescita societaria”.
Tutti i calciatori si sentono dentro al progetto. Qual è il segreto?
“Ci sono un po’ di ragazzi che sono riusciti a giocare a Roma per un po’ di anni consecutivi e più giochi insieme, più il gruppo si unisce, noi “vecchi” abbiamo fatto di tutto per far entrare i nuovi nel gruppo”.
La Roma è una squadra da tappa piuttosto che da giro?
“Non credo, tante volte siamo arrivati a fine stagione con tanti infortuni, con rose non ampie. Consapevolmente quindi si dà qualcosa in più e in altre qualcosa in meno. Adesso stiamo riusciendo ad avere una continuità in tutte le competizioni, non avendo infortuni”.
Ormai riuscite a fare coppia con Matic. Dove siete migliorati?
“Più partite si giocano insieme, più si trovano meccanismi automatici. Penso sia una questione di numero di partite giocate insieme che aiutato un po’ tutta la squadra a giocare con complicità”.