Le partite all’Olimpico vanno sempre alla stessa maniera, non può essere un caso
“In casa abbiamo perso con Atalanta, Lazio e Napoli, pareggiato con il Torino. Non abbiamo tante opzioni offensive, non facciamo tanti gol, però possiamo cambiare sulle fasce. I giocatori sono freschi e hanno gamba, El Shaarawy ha giocato bene così come Spinazzola. Qualche gol può fare differenza, poi è entrato Belotti per Abraham, avevo solo lui in panchina. Solbakken è infortunato, ma comunque non poteva giocare in Europa. Siamo stati organizzati, abbiamo un’organizzazione dove 11 giocatori lavorano tanto, dove non c’è spazio per lavorare con 9 o 10, lavorano tutti. Siamo organizzati, analizziamo bene l’avversario e facciamo quello che possiamo. Sono tranquillo dopo le sconfitte e le vittorie, l’ho imparato con l’esperienza. La prossima settimana è pericolosa, è pericoloso a San Sebastian. Giocare contro la Lazio è lo stesso di giocare contro Milan, Juventus e altro avversario, ma in questa città non è così. Non voglio andare a San Sebastian pensando al derby, se facciamo così perdiamo. Loro sono forti, hanno qualità e creatività, dobbiamo andare lì con tutto. Questo è solo il primo tempo, manca il secondo tempo”.
Dybala ha fatto un grande recupero nel secondo tempo. Stai portando questa filosofia in squadra?
“Se vogliamo avere dei risultati, tutti devono lavorare e sacrificarsi. Non conosco una squadra che non giochi come squadra, che poi non abbia successo. Paulo è un giocatore umile, non cerca la giocata individuale, vuole aiutare la squadra e ho capito che posso contare su di lui. Il ruolo che ha lo protegge un po’ per avere più freschezza nel portare la palla. La Real Sociedad gioca on un rombo a centrocampo, abbiamo avuto bisogno di chiudere spazi e gli attaccanti si sono dovuti abbassare e hanno fatto un lavoro straordinario. Se cambio Dybala lo faccio per stanchezza ma anche per protezione perché non ho altri attaccanti, siamo un po’ limitati davanti. Non sono invidioso, nel calcio di meno, però ieri nel Bayern Monaco sono entrati Gnabry, Mané, Sané e un po’ l’ho invidiati (ride, ndr)”.
Non ama parlare dei singoli, però vogliamo spendere due parole per Matic? Che leader è diventato in questa squadra dopo pochi mesi?
“C’è solo un leader (ride, ndr). C’è solo uno, nel senso che i giocatori sono tutti uguali, però mettono in campo esperienze di carriera diversa, modi diversi di pensare e questo è fantastico. Abbiamo bisogno di questo, però qui non abbiamo questo tipo di problema, siamo veramente una squadra con un solo leader. È molto importante che dentro il campo esista questo tipo di empatia, per me si dice empatia. Gente che non comunica, gente che non cambia punto di vista, poi la partita perde e tre vanno alla Curva, due a bere acqua, sette allo spogliatoio, ma la nostra squadra nel bene e nel male è sempre stata unita e questo per me è un piacere”.
Sarri ha detto che la sua è stata una sospensione alla carriera: vuole rispondere? Quanto è importante avere un leader come lei nel derby?
“Non voglio parlare della squalifica perché c’è un processo in corso, è tutto sospeso. La frase di Sarri? Dipende dal risultato del processo, dopo posso dire qualcosa. Complimenti al Milan, prima squadra italiana ad approdare ai quarti di finale di Champions League. Vogliamo di più”.