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Inter-Juventus: i convocati e le parole di Handanovic e Inzaghi

Handanovic ed Inzaghi in conferenza di presentazione alla finale di Supercoppa contro la Juventus. Torna Calhanoglu e sono tutti recuperati.

I convocati di Inzaghi:

Portieri: 1 Handanovic, 21 Cordaz, 97 Radu.

Difensori: 6 De Vrij, 11 Kolarov, 13 Ranocchia, 32 Dimarco, 33 D’Ambrosio, 36 Darmian, 37 Skriniar, 95 Bastoni

Centrocampisti: 2 Dumfries, 5 Gagliardini, 8 Vecino, 12 Sensi, 14 Perisic, 20 Calhanoglu, 22 Vidal, 23 Barella, 77 Brozovic.

Attaccanti: 7 Sanchez, 9 Dzeko, 10 Lautaro, 19 Correa.

Handanovic e il mister hanno parlato della finale di Supercoppa con l’Inter che ospiterà la Juventus a San Siro.

Le parole di Handanovic

Cosa dà e cosa può togliere una sfida del genere? – “E’ una partita che conta molto e noi vogliamo vincerla. Immagino, come lo vorranno anche loro”.

E’ una partita diversa dalle altre? –“Conosciamo la Juve, faranno una partita tosta e difficile, ma non ci sono favoriti”.

Quanto è bello per te giocare finali dopo tanti anni di sacrifici? – “Per me è importante, ma anche per i miei compagni”.

Si è parlato molto di Onana, ti dà fastidio la notizia del suo possibile acquisto? – “Non mi dà fastidio, la competizione migliora ed è sempre la benvenuta. L’importante è avere fiducia in se stessi. Io vivo alla giornata, non a sei mesi”.

Cosa è successo nella circostanza del gol di Immobile domenica? – “Quando non prendiamo gol, non prende gol la squadra. Quando lo subiamo, lo subisce il portiere. Stefan (de Vrij, ndr) ha valutato male il movimento della palla. Barella, Brozovic, tutti sbagliano, me compreso. Senza errori, non prenderemmo mai gol. Cerchiamo sempre di limitarli”.

Tanti tuoi compagni dicono che con Inzaghi hanno più libertà e si divertono di più: vale anche per un portiere? – “Senza i due anni precedenti non avremmo avuto piacere oggi. E’ cambiata la mentalità, la voglia di vincere titoli. Magari oggi ci sono meno concetti e più libertà, ma se non vinci il piacere della libertà va subito via. Bisogna stare sempre in allerta perché in due settimane nel calcio può cambiare tutto”.

Vincere questo trofeo quanto può stimolarvi per il vostro cammino in Serie A? – “E’ ancora lunga, c’è di nuovo il fattore covid e dovremo cercare di essere quanto più possibile disciplinati”.

La mentalità vincente si è ormai automatizzata? – “Adesso ci guardano da Inter, la percezione dei nostri avversari è cambiata e questo è molto importante”.

Le parole di Inzaghi

Buon pomeriggio mister: quanto conterà domani la presenza del presidente Steven Zhang? – “Adesso è qui, ma in realtà presente lo è sempre perché ci sentiamo prima e dopo ogni partita. Sono contento che sia qui con noi, speriamo domani di fare una grande gara per lui e per i nostri tifosi. Ci prepareremo al meglio perché sarà sicuramente una grande partita”.

C’è una favorita? – “E’ una finale e perciò non ci sono favoriti, loro vengono da otto risultati utili di fila e hanno ribaltato la Roma in una partita complicatissima, un qualcosa di straordinario. Sono abituati a giocare le finali con giocatori di esperienza, noi ce la giocheremo sperando di regalare una gioia ai nostri tifosi. Conteranno gli episodi, oltre che le motivazioni”.

Come si batte la Juventus visto che lei lo ha già fatto… – “Una partita così può essere decisa dal singolo episodio: servono corsa, intensità e determinazione. Sono due squadre abituate a giocare gare del genere. In alcuni momenti può darsi che andremo in difficoltà, ma dovremo essere bravi a venirne fuori subito”.

C’è timore nell’essere la squadra che tutte inseguono? – “No, anzi è uno stimolo. Il primato ci deve far migliorare. A inizio stagione la netta favorita mi sembrava essere la Juventus. Comunque fino alla fine sarà una lotta aperta anche con Milan, Napoli e Atalanta. La Juventus ha pareggiato col Napoli, ma poi ha vinto le ultime sei”.

Torna Calhanoglu e loro hanno perso Chiesa, Cuadrado e De Ligt: in partite così, certe assenze possono essere superate in qualche maniera responsabilizzando di più i loro sostituti? – “La Juve ha una rosa importante e Allegri saprà come sostituirli. Recuperano anche Bonucci e Chiellini e sicuramente avranno una squadra molto competitiva. Faccio un grosso in bocca al lupo a Chiesa: non conosco il ragazzo, ma ho giocato con suo papà. E’ un patrimonio del calcio italiano e spero torni in fretta in campo”.

Cosa è cambiato rispetto all’andata di campionato? – “Pensavamo di averla vinta quella partita, poi ci fu l’episodio del rigore. Entrambe siamo migliorate, eravamo in ritardo in classifica e perciò la partita fu giocata al di sotto delle possibilità delle due squadre. Ricordo una gara contratta, domani invece sarà una finale che giocheremo di fronte ai nostri tifosi, anche se giustamente domani lo stadio sarà diviso con quelli della Juventus. Chi vince, alzerà il trofeo. Penseremo solo a questo”.

Quanto è stato importante aver giocato con Handanovic e Kolarov per il suo ambientamento ad Appiano? – “Ho avuto fin dal primo giorno grandissima disponibilità e in carriera ho anche avuto la fortuna di giocare con Samir e Aleks che mi spiace non aver fatto giocare abbastanza. In generale ho avvertito disponibilità generale, anche da parte dei nostri tifosi quando a luglio sono venuti a spingerci alla Pinetina”

Come stanno Dzeko e Correa? Possono dare un contributo maggiore rispetto alla gara contro la Lazio? – “Abbiamo giocato domenica, ieri ho al massimo intravisto chi è partito dall’inizio, lavorando con chi ha giocato meno come Dzeko e Correa. Tutti gli attaccanti stanno bene, ma solo due giocheranno. Di volta in volta ruoteranno sulla base della loro funzionalità. Abbiamo grandissime risorse davanti e le sfrutteremo tutte”.

Può diventare il primo allenatore della storia a battere la Juventus in finale per la terza volta di fila? – “Nelle precedenti due eravamo sfavoriti e abbiamo giocato due ottime gare, con Allegri e Sarri. Anch’io però ho perso contro la Juventus in finale. Domani cercheremo di dare questa soddisfazione ai tifosi: non sarà semplicissimo, ma daremo il centoventi per cento”.

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