Il Como torna subito in campo dopo la netta vittoria in Coppa Italia sul Sassuolo che ha spalancato le porte degli ottavi contro la Fiorentina. Domani alle 15, al Sinigaglia, la squadra di Cesc Fàbregas sfiderà la Cremonese.
Il tecnico ha confessato che quest’anno è molto più complesso decidere la formazione: «Nessuno può dire oggi qual è l’undici ideale», ha ammesso. Ritrova spazio la parola mentalità: tutti devono sapere cosa fare e agire con intensità, partita dopo partita, senza guardare indietro o avanti.
La Cremonese, ha aggiunto Fàbregas, è un avversario ostico: compatto in difesa con le idee chiare e capace di attaccare con giocatori di qualità. La rosa con Bondo e Terracciano, provenienti dal Milan, rivela ambizioni non da poco. L’assenza di Vardy riduce qualche opzione, ma non scalfisce la pericolosità del gruppo.
Il Como arriva a questa quinta giornata con un grado di stabilità superiore all’anno precedente. Fàbregas sottolinea come molti elementi lavorino insieme da mesi, e come l’integrazione dei nuovi stia procedendo bene. Serve però realizzare nel concreto: tre impegni in sei giorni impongono rapidità di pensiero e decisioni chiare. Non fare bene domani significherebbe gettare via quanto costruito finora.
Tra i protagonisti, spicca il merito dato a Caqueret, che ha saputo imporre qualità e intensità. Perrone è descritto come un elemento essenziale, capace di verticalizzare, dare struttura al gioco e crescere. Baturina, autore di un buon esordio da titolare, dovrà ancora adattarsi: il tecnico conferma la fiducia, ma ribadisce che dovrà ritagliarsi spazi diversi da quelli di Nico per emergere.
Sui rientri, Van der Brempt non sarà rischiato contro la Juve: la sosta internazionale servirà per reinserirlo gradualmente. Diao, invece, dovrà attendere ancora 4‑5 settimane. Posch, invece, ha stupito: le sue caratteristiche “alte” e dinamiche ricordano i modelli delle grandi difese e ben si armonizzano con il progetto di Fàbregas.
In chiusura non poteva mancare un riferimento al rapporto con il territorio: dopo l’alluvione, il club valuta iniziative di solidarietà per la città. Il Como, insomma, pensa al calcio ma anche al legame con la gente.