Nella tua gestualità finale si è capito il vostro rimpianto…
“C’è dispiacere perché giocavamo contro una squadra di grande valore. Abbiamo fatto un gran primo tempo dove abbiamo messo in difficoltà l’avversario, nel secondo tempo sono venuti fuori i valori individuali del Sassuolo. Abbiamo sofferto ma da squadra. Nell’occasione del rigore l’abbiamo un po’ regalata e dobbiamo fare attenzione ma la squadra mi è piaciuta perché non si è mai disunita, ci ha creduto fino alla fine, anche le occasioni finali che abbiamo avuto, vuol dire che la squadra ci crede, propone. Sono stato sorpreso sotto certi aspetti dall’espressione dei ragazzi perché dopo 16-18 allenamenti già aver trasmesso certi tipi di concetti e di mentalità mi ha fatto piacere perché siamo venuti in un campo in una squadra abituata per competere per altri traguardi e questo è di buon auspicio per il prosieguo”.
Ci sono stati due-tre errori sull’azione del rigore…
“Dispiace perché nel calcio capitano queste situazioni. Potevamo parlare un po’ di più perché si potevano evitare certe cose ma fanno parte del gioco. Rigore, non rigore, ormai sono accadute. Bisogna lavorare su questo. La cosa che mi è piaciuta è la personalità della squadra, come si è espressa, con fiducia, creando i presupposti per fare una gara propositiva specie nel primo tempo. Poi ovviamente bisogna dare merito all’avversario che è una squadra di grande valore”.
La squadra nel secondo tempo era un po’ stanca?
“Ci sono anche gli avversari. Nel primo tempo ci siamo stati noi, nella ripresa son partiti meglio loro. Hanno Laurienté e Berardi, due che fanno la differenza, ma non mi fermerei solo su questi nomi, sono stati quelli più evidenti stasera. Resto soddisfatto. Non abbiamo giocato con lo stesso coraggio del primo tempo, forse anche fisicamente qualche giocatore ha accusato il movimento e la pressione del primo tempo ma con i cambi eravamo riusciti a rimediare a certe situazioni e questo è un altro punto a nostra favore. Poi la squadra ci ha creduto fino alla fine e questa deve essere una nostra costante”.
Maldini l’ha rigenerato. Il dubbio Shomurodov, costato tanto ma è un comprimario ormai…
“Io non so quanto è costato Shomurodov, io metto i giocatori in campo per quello che vedo in settimana e per l’equilibrio della squadra. Domenica scorsa ha giocato titolare, oggi no. In questo momento la squadra secondo me si esprime meglio con un attaccante solo e ora voglio metterlo in un momento dove voglio vincere o recuperare, credo siano scelte normali. Lo ritengo un giocatore importante”.
Un pensiero sulla magia del tifo spezzino con quello della Ovest della SPAL. Come ha vissuto i mesi senza calcio? quanto incide nella salvezza la ricerca del bel gioco?
“Io credo che la mia squadra sta acquisendo certi concetti che io voglio trasferire a loro. Credo che il giocare con una certa mentalità e avere il dominio in alcuni momenti della partita penso che possa essere più importante per quello che penso io. Quando sono stato fuori, quando stai a casa soffri e non stai bene, specialmente chi come me è abituato da tanti anni a fare l’allenatore ma mi sono aggiornato, per farmi trovare pronto in caso di chiamata. La curva Ovest è una bella cosa del mio passato ma oggi sono a Spezia e difendo questi colori. L’apporto dei tifosi è bello, anche stasera, è da crescere attraverso le nostre prestazioni”.