Giampaolo mette in guardia i suoi sulla forza di squadra dell’Empoli e sulla bravura di Andreazzoli.
Che avversario si aspetta?
“L’Empoli è una squadra costruita per giocare a calcio. E’ nella loro tradizione. Andreazzoli è molto bravo, idee innovative. Ho visto diverse partite dell’Empoli, hanno qualità, hanno freschezza, hanno spregiudicatezza, hanno conoscenze. E’ una squadra da affrontare con le giuste motivazioni, con il giusto atteggiamento, con la giusta mentalità e con grande attenzione. E’ una squadra che, nello score in trasferta, ha numeri invidiabili. E’ una partita da prendere con le molle, difficile e noi dobbiamo essere consapevoli dell’importanza di questa partita”.
Empoli ha ottenuto ottimi risultati in trasferta.
“Nelle ultime otto trasferte ha perso una volta soltanto e quindi significa che è temibile fuori casa. E’ una squadra, ripeto, che è capace di fare cose importanti anche grandi imprese, come ha già fatto, e che ha quella leggerezza determinante per giocare a calcio perchè ha una posizione di classifica invidiabile”.
Il suo passato a Empoli?
“L’Empoli per me ha rappresentato un crocevia determinante per la mia carriera perchè hanno avuto il coraggio di venirmi a ripescare in Serie C, devo molto all’Empoli, sono riconoscente, ho sempre elogiato la politica calcistica dell’Empoli perchè sanno fare calcio. E’ una società piccola ma molto virtuosa, non sbaglia nella scelta degli allenatori, non sbaglia nella scelta dei calciatori. Sanno fare calcio, sono bravi. E io, per quanto mi riguarda, sono riconoscente perchè mi ha permesso di tornare ad allenare in Serie A. Poi quando uno scende in campo ognuno pensa a portare a casa i tre punti per il proprio club, per la propria professione e per tutto ciò che rappresenta”.
La squadra?
“Bisogna essere bravi a trovare risorse interne e a capire come giocare di partita in partita. Probabilmente non giocheremo sempre allo stesso modo da qui alla fine perchè le contestualizzeremo ma dovremo tirare fuori il meglio da ognuno di loro. Innanzitutto ho un metodo di lavoro che non esclude nessuno, non me lo sono mai sognato nella mia carriera di escludere qualcuno. Ne voglio 20, non voglio allenarne 25 perchè lì devi escluderne qualcuno. Nella partecipazione al lavoro settimanale io coinvolgo sempre tutti. Oggi il calcio dice che è cambiato perchè si inizia in undici e si finisce in sedici. Cinque cambi alla fine sono il 50% dei primi undici e cambiano totalmente le squadre. Chi ha panchine profonde, panchine di qualità, riesce anche a cambiare le partite. E io ai miei calciatori dico che si inizia in undici ma si finisce in sedici, i cambi ti possono affossare come dare quella spinta in più. Non ci sono più titolari o riserve. Ci sono undici che la giocano e sedici che la finiscono. Nel 2022 la visione del calcio è cambiata. Una volta ci ricordavamo la formazione dell’1 all’11 come un ritornello, adesso è tutto diverso”.