La situazione di Vlahovic alla Juventus è complicata ed Alfredo Pedullà ne ha fatto un’analisi: Dusan Vlahovic è senza dubbio l’uomo in bilico al centro del mercato: il suo futuro è ancora un mistero, persino per lui. Contrariamente ai pronostici, il cammino all’interno della Juventus somiglia a un tunnel lungo venti chilometri di cui si è percorsa solo una parte. Le prestazioni dell’ultima stagione non riflettono il suo reale valore: l’attaccante, privo di fiducia e relegato spesso in panchina, ha risentito drasticamente della situazione contrattuale e del carico psicologico.
Non ci sono dubbi sul talento di Vlahovic: 43 gol in 104 presenze, forte stazza fisica e capacità tecniche sopraffine ─ chi lo critica ignora le sue qualità. Il vero problema è il contratto in scadenza al giugno 2026 e l’ingaggio da 12 milioni netti: per la Juventus l’unica via è cederlo ora o rischiare di perderlo a zero.
In questo contesto, il Milan con Allegri in panchina emerge come destinazione ideale. L’allenatore lo conosce bene (oltre 40 gol insieme alla Juve) e lo apprezza. Le parti si stanno parlando: tra Juventus e Milan si sono scambiati segnali informali, mentre l’offerta (20–25 milioni) è vicina a soddisfare le richieste.
Non poco però resta da chiarire. Il Milan non può sostenere interamente il mega ingaggio: la soluzione potrebbe includere una buonuscita da parte della Juventus a Vlahovic (circa 4–5 milioni) e un netto ridimensionamento salariale a 6–7 milioni, inserendo bonus legati a gol e traguardi. Tra le alternative il Milan monitora anche Boniface e Jackson, ma resta concentrato su Dusan, ritenuto il profilo ideale per rilanciare l’attacco.
Tutto ora dipende dalla volontà di Vlahovic: potrà scegliere tra restare all’ombra a Torino o accettare il trasferimento, magari rinunciando a qualche milione pur di rilanciarsi. Dopo un anno difficile, serve coraggio: quello di chiudere il capitolo con maturità e ripartire con slancio.