Zanetti fa il punto della situazione nel pre gara contro l’Udinese parlando della condizione di Aramu, Caldara, Vacca e Nsame.
Come è stata questa settimana dopo la sconfitta con lo Spezia?
“Credo che, al di là del risultato che è comunque la cosa che conta di più e di come questo è arrivato, la squadra rispetto alle ultime uscite si sia comportata meglio, abbiamo avuto più coraggio, ci siamo affacciati più volte davanti all’area avversaria e un pareggio era meritato. Poi c’è stato l’errore finale come spesso ci è accaduto, una cosa che vogliamo lasciarci alle spalle e che per stastica deve finire, siamo in un momento sfortunato e prima o poi ne usciremo. In questa settimana abbiamo cambiato qualcosina per cercare di variare la nostra routine, cercando di cambiare un po’ l’inerzia, rimanendo lucidi su ciò che di buone sappiamo e possiamo fare. Nella prossima partita avremo una nuova chance per cambiare il nostro futuro”.
Come leggi questo momento della squadra?
“Per i primi minuti si va a ragionare sull’approccio, spesso lo sbagliamo e lo abbiamo sbagliato anche contro lo Spezia nei primi dieci minuti, questo non vuol dire prendere gol. La parola chiave in questo momento è paura, abbiamo paura, ansia da prestazione, mentre nei finali abbiamo timore di non farcela, dato dalla mancanza di autostima, che arriva quando non ci sono i risultati. L’anno scorso abbiamo vissuto esattamente il contrario, eravamo lanciati, quando non riuscivamo a fare risultato almeno arrivavamo al pareggio. Capire chi sei è il punto di partenza e ti dà umiltà, essere consapevoli dei propri limiti è determinante per qualunque professionista, ti consente di limare i difetti ed esaltare i pregi. Se siamo ancora in corsa è perché siamo riusciti a farlo almeno per parte del campionato, siamo in lotta con squadre che non sono più scarse del Venezia, spero non siano migliori, questo bisogna essere onesti e dirlo, non ci sono avversari più scarsi. L’anno scorso siamo stati additati come rivelazione perché abbiamo vinto gare insperate, non gare che dovevamo vincere, avevo percepito qualcosa di simile nel girone d’andata. In questo momento non abbiamo uno stato d’animo che ci permette di esprimerci al meglio, non è un discorso solo di squadra ma anche individuale, non è una colpa di nessuno, tutti abbiamo meriti e tutti abbiamo colpe quando si vince e si perde. Sto lavorando tantissimo sull’aspetto psicologico, abbiamo tante culture diverse, ci sono giocatori abituati a una certa mentalità, altri invece abituati ad affrontare i momenti di difficoltà in altra maniera. Una difficoltà interna data da una costruzione quantomeno particolare della rosa, dove io magari ho difficoltà comunicative, per quanto io mi stia impegnando a imparare al meglio l’inglese, ma non è facile entrare nei cuori parlando un’altra lingua. Abbiamo problematiche normali, non insormontabili e che non sono un alibi. Stiamo tutti cercando di unirci e fare squadra, anche staff e dirigenti”.
Come stanno i ragazzi?
“Qualche problemino ce lo abbiamo, sia Aramu che Vacca si sono affacciati per la prima volta con il gruppo e Mattia probabilmente sarà costretto a stringere i denti, ha una distorsione alla caviglia. Nsame ha avuto un po’ di infiammazione e non ha lavorato appieno, ma ci sarà. Le condizioni dunque mi porteranno a fare alcune scelte calcolando che devo avere in campo chi sta meglio”.
Caldara potrebbe accomodarsi in panchina dopo l’errore?
“Non ho mai tolto un giocatore perché ha fatto un errore, faccio scelte in base alla reazione post errore, se vedo che mette la testa sotto la sabbia magari lo tengo un attimo a riposo, viceversa invece lo lascio al suo posto. Non cambio mai per dare una colpa, ho fatto scelte perché magari le situazioni si sono trascinate, faccio cambi solo se l’atteggiamento è sbagliato, tutti sbagliamo, l’errore fa parte del gioco”.
Si rivede Guida, un commento? I tifosi?
“Guida lo ritengo un arbitro bravo, lui e la sua squadra hanno fatto semplicemente un errore come lo possiamo fare noi, non facciamo da ripartenza per lui, è un arbitro bravo e torna a essere tale. Abbiamo un buon livello arbitrale, ogni tanto sbagliano come può succedere a tutti, da quando sono nel calcio è stato così. Per quanto riguarda i tifosi ringrazio chi ci ha seguito a La Spezia, sono quei tifosi che ci sono sempre stati, sia quando siamo stati promossi che quando la squadra è fallita ed è tornata in D. Ero nel gabbiotto e li ho visti applaudire la squadra a fine partita, li ringrazio, è un momento frustrante per noi, da quando sono tecnico non avevo mai vissuto un ciclo di sconfitte così, ci stanno sostenendo ed è fondamentale, li vogliamo ripagare. Volevamo farlo con la Sampdoria, non lo abbiamo fatto e siamo stati giustamente contestati. Il pubblico sa che non siamo il Real Madrid, ma vuole vedere una squadra che lotta, se riusciremo a fare tutt’uno con loro troveremo tanta energia”.
L’attacco è da un po’ che non segna, come la vedi? Un commento sull’Udinese?
“L’Udinese è una squadra veramente forte, ultimamente sta bene, è una squadra che meriterebbe classifica diversa. Sono micidiali in ripartenza, una squadra molto fisica e che sa punirti negli spazi che lasci per scoprirti, così come la difesa sa tenere bene, non è una squadra che presenta molte falle. Questi sono i nostri avverasari, siamo in Serie A, spesso ho preferito non tessere le lodi dei nostri avversari, perché sembra che partiamo sempre indietro rispetto a loro, però abbiamo battuto squadre più forti dell’Udinese, così come abbiamo perso contro squadre meno forti dell’Udinese. Per vincere le partite bisogna alzare i numeri, probabilmente un pareggio con lo Spezia ci sarebbe servito per alzare l’autostima, pur non cambiando troppo la situazione in classifica, quando ti affacci venti volte nella metà campo avversaria devi segnare, quando non succede è colpa di tutti, è questione di essere più produttivi e più cattivi, prendersi più responsabilità, essere meno individualisti, più lucidi, perché quella è la nostra difficoltà, in A il gol è facile prenderlo, dobbiamo farli i gol, è Serie A se riesci a far male, non se non prendi e fai gol, se segni metti anche l’avversario in condizione psicologica diversa. Dobbiamo tornare a vedere i nostri ragazzi festeggiare”.
Come senti la tua posizione in panchina e a posteriori la decisione di restare a Venezia?
“Quando faccio una scelta la faccio nel bene e nel male, mi sono preso la patata bollente e voglio portarla in fondo, sarò l’ultimo ad abbandonare la nave, ma sono convinto che ce la faremo. Faccio questo ragionamento però anche nelle scelte in negativo, nel momento in cui faccio altre scelte non torno indietro. L’ho fatto anche ad Ascoli, quando mi hanno richiamato ho percepito che non era la scelta giusta e ho rinunciato a soldi io come lo staff. Poi dio ha voluto che incontrassi Collauto, sono rimasto qua per motivi più di cuore che tecnici. Poi dopo si vedrà in base a discorsi tecnici, affettivi e sul come si vorranno fare le cose”.
Il presidente Niederauer sarà con la squadra per le prossime partite:
“Il presidente ha dato un segnale, ci tiene al concetto di famiglia, si è una famiglia sia che si vinca che quando si perde”.
Panchina salda?
“Se sono ancora qua è perché la società crede nel lavoro che faccio e nel lavoro che ho fatto in passato, sono passato da San Paolo in un anno e mezzo a c****ne nel giro di due settimane, ma è normale. Se la società non credesse in quanto faccio mi avrebbe mandato a casa, non abbiamo accordi sotto banco sul fatto che devo restare indipendentemente da tutto. Se sono ancora qui è perché la società crede che io possa avere le capacità per cambiare questo momento, finchè penserà questo io sarò qui, poi se cambierà idea farà scelte diverse. Potrei restare qui cinque anni come fino a settimana prossima, fa parte del mestiere, non posso fare calcoli, penso per ora a battere l’Udinese e a trovare soluzioni”.
Ti ha dato la carica SuperPippo Inzaghi in visita oggi?
“Sì mi ha chiesto un po’ di cose, anche lui ha avuto le sue vicissutidini (ride ndr). È mio ospite, abbiamo pranzato insieme e passeremo la giornata insieme, c’è grande stima reciproca”.