Anni fa, l’ Udinese lanciava signor giocatori; solo per ricordarne qualcuno citiamo Sanchez, Allan, Muriel, Benatia, Asamoah, Basta e molti di questi esplosi sotto la condotta Guidolin ed hanno permesso alla compagine friulana di partecipare all’ Europa League, partecipare ai preliminari di Champions, e in campionato di essere una squadra temuta dalle big.
Si è costruito uno stadio all’avanguardia di proprietà, che ha permesso al padron Pozzo di veder lievitare sensibilmente gli introiti. Ma il lato negativo è che all’inaugurazione del nuovo impianto sportivo, la società ha investito meno sulla rosa dei giocatori, ricorrendo spesso all’uso delle altre due società calcistiche della famiglia Pozzo (Granada e Wotford), per riempire la squadra friulana senza dare più quella marcia in più all’ Udinese.
Il tifo bianconero friulano, sempre composto e capace di affrontare sfide “interne” con tifosi friulani di fede juventina, milanista ed interista, non merita certo una squadra con questa posizione in classifica, dove il 13° posto attuale, rispecchia in pieno il valore tecnico della squadra, con qualche acquisto low-cost che per adesso, non ha portato i risultati sperati.
È stupenda l’ atmosfera che si vive fuori al Dacia Arena (o Stadio Friuli per lo zoccolo duro della tifoseria udinese), con autovetture con il bagagliaio aperto, tavolini e sedie, salame formaggio e vino per restare insieme un paio d’ore dopo il match, vedere persone, anche non più giovanissime, recarsi allo stadio per assistere alla partita.
Tutte le tifoserie dovrebbero prendere esempio dalla cultura friulana calcistica, dove la mattina puoi incontrare tranquillamente Widmer al bar, o il grande Totò Di Natale a passeggio per Udine, senza che vengano presi d’assalto dai tifosi, tifosi che meriterebbero senz’altro una squadra più competitiva.