Prende la parola Spalletti. “Questo traguardo vale la storia. Sono passati tanti grandi giocatori qui a Napoli. La squadra ha lavorato in maniera corretta, si è portato a casa un risultato importante che ci godiamo insieme a tutti”.
Non succedeva dal 2006, tre italiane ai quarti.
“Per me è stato così… Il mio pensiero è bello chiaro sulla potenzialità del nostro calcio. Poi è chiaro che qualcuno si fa mettere cose davanti, se una squadra sbaglia cinque gol, se c’è un palo, un’autorete. L’opinione di chi vede il calcio, se guardiamo solo il risultato. Purtroppo è così. Questo traguardo è per il risultato del calcio italiano, delle partite che si giocano”.
Quattro anni fa venne eliminato dall’Eintracht.
“Si ricorda quanti calciatori erano fuori quella settimana lì? Non pensavo di essere a più diciotto in campionato, però per come è iniziata la competizione, per la qualità e la personalità messa in campo fin dalla prima partita… Diventa problematico ripetere sempre queste prestazioni qui, però la squadra c’è riuscita, bisogna prendere atto di cosa riesce a fare nello scorrere delle partite. Sono tante cose belle. Ci fanno i complimenti di grandi allenatori, qualcuno fatto in maniera corretta, altri per buttare addosso l’attenzione e scrollarsela dalle proprie squadre. Se una squadra vale 9 milioni e l’altra 900, ci sarà pure un motivo… Noi lo abbiamo già detto, qui a Napoli sono tutti svegli, ci fanno piacere lo stesso e gliene facciamo altrettanti, impacchettati bene, a chi ce li fa”.
Su Osimhen.
“È già un calciatore di livello Mondiale, un grandissimo calciatore di livello Mondiale. Ha ancora potenzialità inespresse, molte, per cui ci fa piacere come nelle ultime due partite: oltre a fare gol, va a pulire delle situazioni quando la squadra avversaria ci pressa e ci monta addosso, noi siamo costretti a giocare direttamente là davanti, ci crea l’opportunità. Ci fa salire, prende forma e assetto di squadra. Ha questi guizzi, vampate in cui va da sole, esplosività muscolare… Sul gol di testa è andato altissimo. Tutto corretto e bisogna usare queste partite sia individualmente che a livello collettivo per essere ancora più pronti in quelle successive. Dobbiamo andare a conoscere bene quali sono le novità e farle nostre”.
C’è lo stesso feeling fra la sua squadra e quello di Maradona?
“C’è una chiave differente, nessuno vinceva le partite da solo come Maradona. Noi riusciamo a sopperire alle nostre mancanze grazie al lavoro collettivo. La disponibilità di tutti i calciatori. Stasera ho visto molti elementi sbattersi per andare a fare un gioco sporco di cui la partita e il calcio ha bisogno. Non sono soltanto le giocate individuali importanti che creano sbocco. Per farne di più c’è bisogno di quelli che vanno a raspare, a pulire delle situazioni per quelli più qualititativi”.
Quanto è stato doloroso vedere quel che è successo in città?
“Noi, in questo parlare di quel che poteva succedere in questa partita… Abbiamo perso di vista un aspetto, dobbiamo essere insieme contro i violenti. Non ci sono solo quelli della squadra avversaria in città. Questi qui vanno lasciati fuori dal calcio. Tutte queste allusioni, i “non ci fanno entrare”, che poi diventano difficile da accettare. Chi fa casino deve stare a casa. Quello che è stato fatto stasera, di buono, è sugli spalti e sul campo. Non bisogna andare fuori per cercare altri vantaggi o altre situazioni. Bisogna divertirsi e festeggiare il traguardo storico. Questi calciatori hanno fatto qualcosa di eccezionale, che va al di là dei contratti, dei discorsi. I contratti servono a vestire questa maglia per la lunghezza, le partite come stasera servono ad averla sempre addosso nella vita. Ad averla sulla pelle sempre. I tifosi devono essere di quel livello lì, di queste vittorie. Servono a dare forza e visibilità, per l’amore del calcio, dei napoletani, per questa squadra qui. Le persone sull’aereo con mio figlio, che venivano a veder la partita, erano tutti napoletani che volevano cantare. Questo è il bello, non gli scontri”.