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Sarà un’impresa portare a termine il campionato

Non sarà per niente semplice portare a termine il campionato con le linee guida imposte dal CTS alla FIGC che sono distanti e molto più stringenti rispetto alle altre linee sanitarie europee.

Nonostante l’ok del CTS e del governo agli allenamenti collettivi, sarà un’impresa portare a termine il campionato con le condizioni imposte alla FIGC.

Condizioni che comunque la FIGC ha dovuto accettare, recepire ed ora dovrà applicare nel protocollo per il sospirato “via libera”.

Si proverà a ripartire, ma lo stop definitivo è dietro l’angolo e chissà se qualcuno ne gioirà.

Si agisce nel nome del bene e della salute di tutti: dei protagonisti e del popolo.

Come si evolverà

E’ davvero superfluo augurarsi che nessuno dei calciatori, ma nessuno in generale, si contagi, ma nonostante i dati ormai più rassicuranti rispetto al passato, il rischio zero non esiste.

Va inoltre detto come i pochi calciatori, rispetto al numero totale dei calciatori di serie A, ufficialmente risultati positivi sia stato asintomatico o comunque con sintomi influenzali.

Tra qualche giorno riprenderà la Bundesliga e successivamente la Premier ed a seguire la Liga. Nei primi 2 top campionati europei si deciso di intraprendere la strada della quarantena “solitaria”, per la terza non è stato ancora reso noto il protocollo, ma la strada è quella.

Questa differenza permetterà, con ogni probabilità, a questi 3 tornei di vedere la fine sul campo, cosa che invece sarà molto difficile in Italia.

Un positivo determinerebbe la quarantena di tutta la squadra per 2 settimane, un periodo in cui quella squadra dovrebbe giocare almeno 4 partite, gare che non potranno essere recuperate per mancanza di finestre e di conseguenza chiusura del torneo.

Con “La serie A ripartirà solo in sicurezza” il ministro dello sport mette un serio veto sul termine del torneo. Tutti voglio ripartire solo in sicurezza, ma a questo punto bisognerebbe definire il termine “sicurezza”.

Inoltre, se la sicurezza è determinata dalla quarantena di tutti, gli altri stati europei sono incoscienti? Gli altri stati, non proprio gli ultimi arrivati come Germania, Inghilterra e Spagna, non tengono alla salute dei giocatori e del popolo?

Sono solo dei semplici dubbi che sorgono nel vedere una tale disparità di decisioni.

L’informativa a palazzo Madama

In seguita all’informativa di oggi del ministro dello sport a palazzo Madama, sono intervenuti diversi onorevoli, tutti con diverse argomentazioni, ma con un unico obiettivo: la ripartenza definitiva della serie A.

Le argomentazioni sono state dalle più disparate, si va dall’apporto economico al PIL da parte del calcio, all’interesse sociale, alle condizioni sanitarie, al modello europeo da seguire.

Si è inoltre chiarito che la decisione finale comunque non spetterà ne a Spadafora, ne al governo, bensì al Parlamento.

Ecco le parole di ieri di Spadafora intervenuto in parlamento.

Procediamo con prudenza verso la riapertura. Un primo passo c’è stato con il ritorno degli allenamenti individuali e la possibilità di fare attività motoria per gli italiani. E’ tutto graduale. Lavoriamo senza sosta per dare risposte al mondo dello sport, ma l’attenzione principale è dedicata al calcio.

So quanto sia importante dal punto di vista social il calcio, non riconoscerlo sarebbe paradossale, è un’industria con un importante giro d’affari e ogni anno dà al Fisco oltre 1 miliardo. L’inasprimento del dialogo è eccessivo agli occhi di quegli italiani che pensano alla salute. Le valutazioni del CTS sul protocollo sono numerose e cito queste tre significative: quarantena di squadra in caso di un positivo all’interno del gruppo, responsabilità dei medici delle società e i tamponi che non dovranno impattare sui bisogni dei cittadini.

Il campionato riprenderà soltanto in totale sicurezza e bisognerà portare a termine dei compiti fondamentali. Nel calcio non può esserci distanza tra i giocatori, per questo motivo è importante che si vada in quarantena in presenza di un caso di positività. Dobbiamo avere la certezza che sarà garantita la tutela della salute di tutti i protagonisti.

La FIGC modificherà il protocollo secondo le osservazioni del CTS per riprendere gli allenamenti collettivi dal 18. Poi bisognerà definire la riapertura della Serie A, condizionata direttamente dalla presenza di una successione di protocolli che garantiscano la sicurezza. Decidere in fretta non era possibile, la linea del Governo è una sola mentre alcuni presidenti hanno cambiato idea repentinamente. Le pressioni non ci condizionano.

Le parole della sottosegretaria Zampa:

Ovvio che le squadre devono essere isolate, prima della ripresa devono andare in ritiro almeno di 15 giorni, solo così eviteremo i contagi tra le persone coinvolte. La quarantena determina la guarigione, i 15 giorni è il tempo ragionevole per poi incontrarsi. Si tratta di stare in ritiro e ripartire tutti con le stesse condizioni di salute ed in sicurezza. Se uno si ammala la quarantena scatta per tutti e si ferma anche il campionato.

Il presidente Conte

A tal proposito potrebbe prefigurarsi anche un intervento di Conte

 

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