Prandelli, presenta la sfida alla squadra di Italiano toccando alcuni punti chiave dell’attuale Fiorentina.
Importanti i passaggi su Ribery, Kokorin, Pezzella, la convivenza tra Amrabat e Pulgar e Martinez Quarta.
Ci può dare un aggiornamento su Ribery?
“Sta cercando di recuperare. Ha il suo protocollo. L’importante è la testa, che non sia negativa e lui è aggregante come sempre. Sta lavorando per recuperare al 100%”.
La Fiorentina è migliorata sul piano del gioco, ma non da un punto di vista dei punti. Come si leggono questi dati?
“Ci sono state le prestazioni ma anche degli errori che hanno condizionato il risultato. Ci mancano dei punti. Dobbiamo essere più precisi e capaci, soprattutto in difesa perché piccoli errori possono compromettere il risultato finale”.
Il gruppo è dispiaciuto e colmo di rabbia, questo può aiutare per uscire dai problemi?
“La rabbia e la consapevolezza ci devono spingere a buttare in campo tutto questo per dimostrare chi siamo. La squadra ha dimostrato di avere spirito e idea di gioco. Faremo una grande prestazione, perché siamo obbligati a farlo contro una squadra che gioca il miglior calcio d’Italia. Ci sono delle preoccupazioni ma sappiamo che ogni partita ha la propria storia. Complimenti a Italiano ma noi dobbiamo fare la partita per i tre punti”.
Come sta Kokorin e quanto ci vorrà per averlo in buona forma e cosa pensa di Kouamé?
“Kouamé deve cercare la profondità con i tempi giusti e tante volte è complicato trovare spazio alle spalle della difesa. In questo momento va bene così, poi se fa gol meglio. Kokorin, quando è arrivato abbiamo iniziato una preparazione specifica. L’ho messo in campo contro l’Inter per capire. Non ha ancora una grande condizione e in quella partita ha avuto un piccolo problema che gli ha creato disagio. Con la Samp l’ho portato in panchina per integrarlo nel gruppo e capire il calcio oltre alle caratteristiche dei compagni. Sta lavorando. Domani lo riporterò in panchina ma non penso di poterlo utilizzare. Stiamo lavorando per averlo al 100%”.
Pezzella è in difficoltà.
“La difesa si sta comportando bene al netto degli errori che commettono tutti. Pezzella lo vedo in recupero. Il cambio l’ho fatto per cambiare sistema di gioco. E’ un riferimento assoluto per me e in assoluto non è un problema per me”.
Quanto è importante il ritorno di Amrabat?
“Tante volte giochi bene ma ricevi critiche. Quando non giochi senti l’assenza. Ha una buona aggressività in fase di pressione. Non è un regista, ha la capacità di giocare semplice. Per me è un giocatore importante. Non ho deciso la formazione, ci sono tanti giocatori che meriterebbero di giocare”.
A Genova si è visto un Pulgar in spolvero, è un’ipotesi farlo coesistere con Amrabat?
“Stiamo valutando anche questa situazione. Sono contento che abbia fatto una grande partita. E’ un ragazzo molto sensibile che ha passato un periodo non facile post Covid. Molte persone hanno subito l’aspetto psicologico di questa malattia e sono contento che lui abbia reagito. E’ un ottimo giocatore”.
Su cosa deve lavorare Martinez Quarta per arrivare al top?
“Abbiamo una base importante, è un difensore che sa difendere ma anche costruire. Può giocare in più ruoli. E’ molto positivo anche perché ha fatto tutti i giorni con allenamenti di grande intensità e quando uno lavora così la prestazione arriva sempre”.
Che differenze ci sono tra la Fiorentina e lo Spezia?
“Vorrei parlare solo ed esclusivamente dello Spezia. Abbiamo grande rispetto per loro perché hanno dimostrato gioco e idee. Sanno sempre cosa fare. Non si può fare un paragone tra i singoli. Lo Spezia è una squadra che gioca da 18 mesi insieme. Io mi ricordo che i galacticos del Real erano tanti singoli fortissimi ma poi non hanno vinto niente. Lo Spezia ha la qualità mantenendo lo stesso tipo di gioco con il coraggio della neo promossa. Non hanno grandi pressioni e dunque diventa meno pressante rispetto agli obiettivi alti che invece erano stati posti per la Fiorentina. E’ inutile dire che a livello di singoli siamo superiori, lo dobbiamo dimostrare sul campo”.
Una delle accuse che viene fatta alla Fiorentina di Prandelli sono le poche sostituzioni.
“E’ stato un mercato di scontenti e scambi. Non ci sono state grandi opportunità. Abbiamo preso giocatori che potevamo esserci utili e siamo soddisfatti. Non è una questione di panchina corta, se poi ci sono degli infortunati, abbiamo un ottimo settore giovanile e ci porteremo loro per farli crescere”.
Come valuta l’ultimo periodo di Callejon?
“Con lui sono stato chiaro. Da un punto di vista professionale è una persona per bene. Capisce la difficoltà della squadra e sta cercando con le sue capacità di aiutare la squadra. Non ho nulla da dire se non fargli i complimenti nonostante non giochi titolare”.
Qual è il suo ricordo più bello dell’anno a Verona con Italiano?
“Ho solo delle belle parole. Era un ragazzino, c’erano giocatori con nomi più importanti ma dopo poco divenne titolare perché aveva capacità importanti. La strada da allenatore denota la capacità di lettura della squadra e quella di anticipare le situazioni tattiche. Si sta costruendo una carriera meritatissima, mantenendo la mentalità del giocatore e facendo la gavetta. Era uno dei primi centrocampisti che lasciava la posizione per andare in avanti, perché sapeva leggere il campo. I complimenti sono meritati”.
La Fiorentina gioca meglio ma la media punti non è all’altezza con la zona salvezza molto vicina. Cosa le dice questo?
“I punti che abbiamo adesso non mi bastano assolutamente. Purtroppo negli ultimi anni la Fiorentina ha lottato per questo obiettivo. E’ una situazione che bisogna strutturare in modo diverso. Adesso siamo in questa posizione e ci siamo calati in questa mentalità, della lotta per non retrocedere. Speriamo di fare tanti punti con qualche gara con continuità di risultati per poi pensare ad altro. Ma non dobbiamo fidarci del blasone ma dobbiamo ricercare risultati partita dopo partita”.