Mister, cosa è cambiato tra primo e secondo tempo?
“Era evidente occorresse un cambio di passo per provare ad arrivare al pareggio. Sono quelle situazioni in cui non c’è stato molto da dire tra primo e secondo tempo. Avevamo studiato bene le caratteristiche del Torino, è un avversario duro, molto fisico, che cerca sempre di ripartire con rapidità sulle seconde palle e che non ti concede spazio e tempo per sviluppare le tue trame. Senza dubbio anche noi abbiamo commesso qualche errore di troppo abbassando il baricentro e soffrendo il giusto sulle palle inattive. La differenza strutturale era evidente e ci può stare correre qualche pericolo. Per 45 minuti i ragazzi non sono riusciti ad essere aggressivi e abbiamo perso alcuni duelli”.
Da cosa bisogna ripartire?
“Era la gara ideale per sviluppare alcune cose sulle quali abbiamo lavorato nelle settimane precedenti e in questi pochi giorni post Milan. Bisogna tener presente che ci sono calciatori già abili e pronti per la categoria e altri che, per motivi differenti, devono ancora adattarsi a questo campionato. Progressivamente contiamo di mettere tutti nelle condizioni di essere performanti e di proporre l’idea di calcio che portiamo avanti da tempo. Oggi sono contento di aver potuto contare su un difensore come Gyomber che, quando è entrato, ha vinto 6-7 duelli e si è fatto trovare pronto. C’è stato l’esordio, direi positivo, di Nicolussi Caviglia che ha le caratteristiche giuste per darci una mano e per aggiungere soluzioni al reparto di centrocampo che oggi era orfano di qualche interprete tra squalifiche ed infortuni anche lunghi. Sono convinto che possiamo crescere molto e che, al secondo anno di fila in A, ci stiamo comportando abbastanza bene”.
Che prospettive ha la Salernitana anche sul piano tattico?
“Se vogliamo limitarci a commentare la classifica possiamo dire che abbiamo 18 punti: il nostro obiettivo è chiaro, questo non vuol dire che non ci sia la voglia di migliorarsi e di trasformare il lavoro quotidiano in risultati positivi sul campo. L’entusiasmo non deve mai mancare e questo lo dobbiamo anche ai nostri tifosi che danno una spinta in più specialmente quando attraversiamo momenti di difficoltà”.
Eppure ci sono stati, per la prima volta, tanti fischi soprattutto alla fine del primo tempo…
“Questo è un ambiente ottimo dove fare calcio, si percepisce l’entusiasmo della gente e c’è una grande passione. La piazza merita di avere tutto da parte nostra come stiamo facendo. Sul piani dell’impegno non posso rimproverare nulla a questi ragazzi, mi sembra che la gente apprezzi il nostro atteggiamento e che usciamo dal campo tra gli applausi a prescindere dal risultato finale. Proiettiamoci con curiosità e ambizione alle prossime due gare contro avversari di un certo livello”.
Il tridente offensivo è una soluzione?
“Ci stiamo lavorando, oggi con l’ingresso di Piatek abbiamo dato più forza al reparto offensivo vincendo qualche duello aereo in più. E’ una possibilità, ma non bisogna mai perdere di vista l’equilibrio di squadra nelle due fasi. Ci deve essere sempre la voglia di recuperare palla, di occupare bene le varie zone del campo”.