Le storie che fanno bene al calcio
Le rose sono rosse e Verdi rimane rossoblù
Scene d’altri tempi, quelle che hanno vissuto i tifosi del Bologna e, in generale, tutti i fantallenatori di Simone Verdi. Sembrava cosa fatta il trasferimento al Napoli dove avrebbe ritrovato Sarri, suo maestro ed allenatore già ai tempi di Empoli, per puntare allo scudetto. All’ombra del Vesuvio, dove i giocatori più tecnici si esaltano, già pregustavano il momento in cui il talento scuola Milan sarebbe sceso in campo con la maglia azzurra.
Ambidestro naturale, avrebbe trovato la perfetta collocazione in campo sulla trequarti sinistra, pronto a sfruttare il suo mancino fatato per mettere in area cross invitanti. Cosa? In quella posizione Insigne è intoccabile? Ah giusto, mea culpa. Beh, in ogni caso ad un giocatore così una posizione in campo si trova sempre. Magari sul lato destro, in modo da permettergli, in alternativa, di rientrare e calciare a giro, direttamente in porta. Effettivamente, però, Callejon è assolutamente insostituibile. Quindi che si fa?
Più o meno, dovrebbero essere questi i pensieri che hanno frullato nella testa di Verdi: poche luci, molte ombre. Un futuro in un top club, ma col rischio di guardare i compagni dalla panchina o la garanzia di essere al centro del progetto in una piazza che, storicamente, ha esaltato talenti cristallini?
Il numero 9 dei felsinei ha deciso di proseguire sulla strada della continuità, scelta non così scontata e rimanere al Bologna, per la gioia di tifosi e fantallenatori. E il suo club, per gratitudine, gli ha consegnato la fascia da capitano nella sfida di Domenica, confermando poi la scelta per il continuo del campionato, col benestare dei compagni e di Mirante, ormai ex-capitano.
Non ce ne vorranno i tifosi partenopei, ma queste sono le storie che fanno bene al calcio.
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