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Juric presenta la trasferta di Cagliari

Juric presenta la sfida contro la squadra di Semplici. L’obiettivo è raggiungere al salvezza il prima possibile e scrollarsi di dosso la stanchezza mentale.

Juric presenta la sfida al Cagliari ritrovando i nazionali e provando a trovare la giusta carica che riporti i suoi sulla strada di inzio campionato e non delle ultime prestazioni.

Che settimane di lavoro sono state? Come ha ritrovato i nazionali e gli infortunati?

“Non c’è nessuno che torna, degli infortunati. Gunter ha preso una botta al polpaccio, ma ci abbiamo messo tempo per recuperarlo e non ci sarà. Kalinic non lo vedo in condizione e non sarà convocato, Vieira non ancora, Colley sì. Dei nazionali qualcuno ha giocato e qualcuno ha riposato molto, penso a Lazovic e Ilic. Mi sembra però che siano tornati abbastanza bene”.

Contro il Cagliari può iniziare un nuovo campionato? In che percentuale arriverete a questa partita?

“Ci sono dieci partite, e il primo obiettivo deve essere salvarsi il prima possibile. Quello che ho notato da un po’ di tempo è una certa stanchezza mentale in vari giocatori. Questa è la mia sensazione, ma d’altra parte sono consapevole che, anche nell’ultima partita, non ho visto cose buone a livello di come dobbiamo affrontare la gara. Il piano partita non è stato rispettato, forse per la prima volta da quando sono qui. Ero arrabbiato, poi ho analizzato le cose e questi ragazzi in diciotto mesi hanno ribaltato i pronostici, io li ho sfondati a livello fisico. Parliamo di ragazzi eccezionali. L’anno scorso siamo arrivati noni essendo i meno pagati in A, quest’anno siamo i terzultimi pagati e siamo ancora noni. Il premio che ho ricevuto l’altro giorno è di Dimarco, di Faraoni, di tutti. I ragazzi sono fantastici e non sono stati aiutati a sufficienza da un’altra parte, poi nei momenti di difficoltà hanno dovuto giocare sempre. Adesso sono un po’ preoccupato: ho una fiducia pazza in questi ragazzi, guai a chi me li tocca e so che daranno tutto. Ma il mio rammarico è legato al fatto che c’era bisogno di qualche cambio che non abbiamo avuto, e questi li ho spremuti fino all’osso. Ma i ragazzi non devono mollare, per me non è accettabile. E ho visto qualcosa che non mi è piaciuto: ho visto tutti un po’ al di sotto, un po’ di meno, ma non è accettabile. Io voglio finire molto bene, ci sono dieci finali. Dovremo morire sul campo”.

Come si toglie quella stanchezza mentale?

“In queste due settimane ero molto combattuto, su come riprendere la strada. È chiaro che avevamo bisogno di riserve e di giocatori che dessero una mano e non è stato così. Ma d’altra parte dentro di loro deve scattare qualcosa, perché hanno fatto cose bellissime e non devono buttarle. Le altre tre partite con l’Atalanta sono state diverse: io voglio la mia squadra, se devono andare oltre e bruciarsi il cervello che lo facciano. È chiaro che avremmo bisogno di tre o quattro giocatori di esperienza che ci sono mancati, ma adesso voglio che ci ricompattiamo e torniamo ai nostri livelli, con le caratteristiche che ci hanno contraddistinto. Poi sarà dura”.

Il lavoro che fate vi porta spesso sui giornali. Può disturbarvi?

“A me no, non voglio sapere niente. Sono concentrato al cento percento, non dormo la notte perché voglio lavorare bene. So come sono cresciuti questi ragazzi, come hanno cambiato il loro modo di vedere il calcio. Abbiamo fatto danni su ragazzi giovani, a inizio campionato, parlando troppo presto di certe cose. Anche i procuratori dovrebbero essere più lucidi. Ma ad alcuni ragazzi non importa niente. Alcuni, però, iniziano a vivere male questa situazione. Io voglio molto concentrazione, ci vuole un po’ di rispetto anche per noi. A me dà fastidio: noi dobbiamo generare rispetto nei nostri confronti. Dopo un po’ alcuni giocatori sono meno disturbati da questa cosa, all’inizio qualcuno ha pagato, avendo alti e bassi clamorosi”.

A Cagliari punterà su Magnani? Dimarco sarà titolare?

“Per Magnani è un peccato, ha preso una botta prima della gara con l’Atalanta e ha fatto il primo allenamento oggi. Là dietro siamo un po’ in emergenza: dobbiamo vedere come sta, anche Cetin ha preso una botta ed è fuori. Gli altri due, Ceccherini e Lovato, mi sembra stiano abbastanza bene. Tutto gira attorno a quello. Fede può giocare in entrambe le posizioni: ultimamente ha fatto qualche errore di troppo, ma è il primo campionato serio che fa ed è normale ci siano alti e bassi”.

Lovato è reduce dalla spedizione con l’Under 21. Oltre a lui, Ilic, Colley e Salcedo possono essere utilizzati?

“Quella di Lovato è una crescita normale, io ho tanta fiducia in lui. Per lui è stato un massacro: veniva da Padova, dalla C, non era mai stato considerato in ottica Nazionale. Ma ha dimostrato di poterci stare in queste due gare, lo vedo anche più maturo. Quando fa un errore lo sopporto, noi siamo l’Hellas ed è così. È gente che ha avuto un anno normale per i giovani: noi continueremo a farli crescere. Chi c’è mancato è l’altra parte, quelli esperti, che non abbiamo mai avuto”.

Cosa intende quando dice che una parte della squadra non è riuscita a dare il suo apporto?

“Il nostro mercato è stato diviso in due parti: Barak, Tameze, giocatori presi con grande logica. E un’altra in cui non è stato più possibile acquistare giocatori. Abbiamo fatto acquisti fuori dalla nostra logica. Per sfortuna, ma quando prendi un giocatore conosci il suo curriculum, quanto è stato infortunato: può andarti benissimo, ma metti in preventivo che possa infortunarsi ancora. Tutte queste cose sono andate male. Nessuna critica, non ci sono stati casi di questo tipo, che tu dici ‘questo è venuto a rubare lo stipendio”.

Come si affronta questo Cagliari, che non è riuscito a far emergere il suo valore?

“Sono questi i meriti dei miei giocatori. Quando parti con Joao Pedro, Nandez, Godin, Nainggolan, dici che sulla carta non c’è partita. L’anno scorso abbiamo fatto quello che abbiamo fatto rispetto a loro, quest’anno uguale. Loro si giocano la partita della vita, se noi non capissimo che questo è un match ball sarebbe devastante. È una grande squadra, con grandi giocatori, che per il secondo anno di fila non sono riusciti a fare il salto di qualità che si aspettavano. Sarà una battaglia, mi aspetto una partita così”.

In queste due settimane di lavoro c’è qualche elemento sul quale ha lavorato di più?

“Abbiamo lavorato sulle solite cose: sull’attacco, sulla precisione, su elementi nei quali possiamo migliorare. Abbiamo lavorato meno sulla difesa perché mancavano molti difensori. I dati fisici ci hanno detto che siamo stati superiori all’Atalanta, siamo mancati in altre cose. In questo periodo non ci rilassiamo, dobbiamo lavorare forte fino alla fine del campionato”.

Il Cagliari gioca con un modulo definito. Da dove potranno arrivare i maggiori pericoli per voi?

“In vari modi: Pavoletti è in forma, Joao Pedro è il solito, hanno buoni inserimenti delle mezzali e i quinti viaggiano. Dobbiamo stare attenti sulla concentrazione, sui duelli. Non sarà facile perché sono giocatori di grandissima qualità. All’andata Pavoletti e Joao ci diedero parecchio fastidio”.

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