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Inzaghi: Correa dovrebbe farcela, ma vediamo

Inzaghi e Acerbi in conferenza di presentazione alla sfida di ritorno dell’euro derby. Si riparte dal 2-0 dell’andata con tutti i pronostici a favore.

Le parole di Inzaghi

cosa ha fatto la differenza nel percorso?
“Ai sorteggi di agosto c’era un po’ di delusione, non eravamo stati fortunatissimi, però allo stesso tempo quello che mi sono limitato a dire al mio staff e ai giocatori è che anche Barça e Bayern non erano contenti. Domani sarà un passo importante”.

Cosa chiederà al pubblico?
“Domani non ho nessun dubbio, sono sempre stati con noi in tutti i momenti, in quelli belli e in quelli difficili”.

Trapattoni diceva che le partite così si devono giocare al 110%.
“Assolutamente. L’avevo detto prima del Benfica, ci vorranno testa fredda e cuore caldo: sarò ripetitivo, ma è l’unica strada per gare così”.

L’America latina segue tanto questa partita. Come stanno Lautaro e Correa?
“Correa ha chiesto il cambio, non l’avrei tolto perché mi stava soddisfacendo. Speriamo non sia niente di grave, le sensazioni sono buone ma valuteremo nell’allenamento di oggi: dovrebbe farcela ma non ho certezze. Lautaro è in un ottimo momento”.

Lukaku è tornato allo stesso livello del suo primo biennio all’Inter?
“Lo conoscete, sapete quello che può fare. È quello che ci aspettavamo durante l’anno, purtroppo è successo un imprevisto sia per lui che per Brozovic che ci hanno tolto due giocatori indispensabili per tanti mesi: mi vengono in mente partite importanti giocate senza di loro, ma quello che vedete è un Lukaku arrivato all’ultimo mese nel migliore dei modi. Tre partite alla settimana in questo momento non so neanche lui se può gestirle e non so neanche se può darci la qualità in due partite fondamentali per noi come quella all’Olimpico o col Sassuolo”.

Come si gestisce una bestia ferita come il Milan?
“Abbiamo un vantaggio, ma sappiamo che non possiamo gestirlo. Dobbiamo fare da Inter, cercando di uscire dalle insidie nel modo migliore”.

Un pensiero sull’arbitro?
“Difficilmente ne parlo, a volte non ci riesco. All’andata c’è stato un episodio che andava valutato in altro modo, mi riferisco al fallo di Krunic su Bastoni, sicuramente avrebbe dato alla gara un senso diverso. Non è stato così e non c’è problema: ho tanti amici che quando hanno visto la designazione di un francese con tanti giocatori francesi del Milan in rosa mi hanno detto che non c’è problema, abbiamo fiducia”.

All’andata le sue scelte hanno premiato. Forse ci vuole più rispetto?
“La ringrazio, fortunatamente io leggo e ascolto poco, però so tutto. La mia grande fortuna e anche quella del mio staff è che ascoltiamo e leggiamo poco. Dopo la partita è sempre facile dirlo. A volte noi allenatori dobbiamo compiere scelte, lo facciamo ogni giorno: a volte sei più fortunato e altre no. È il nostro mestiere che lo impone”.

A livello tattico, si può pensare di abbassare il baricentro o no?
“Puoi avere in mente qualcosa, ma non sai mai come viene la partita. Ci saranno momenti in cui si dovrà essere più aggressivi e altri in cui meno. Sappiamo di affrontare una squadra che, a prescindere da Leao, ha giocatori di qualità, ha vinto lo scudetto ed è in semifinale di Champions”.

Sarebbe il quinto allenatore italiano in finale di Champions League. Ha sentito qualcuno tra Capello, Lippi, Ancelotti?
”Sappiamo di essere a 90 minuti da un sogno, che avevamo io e questi splendidi ragazzi. Grazie a loro siamo in finale di Coppa Italia. Abbiamo lavorato molto bene durante la sosta, anche se avevamo qualche giocatore fuori per i mondiali: abbiamo lavorato molto bene in quella fase, in questo momento con partite così importanti è stata una fortuna non avere tanto tempo per pensare. In campionato cinque partite fa eravamo lontani da un obiettivo basilare, importantissimo, ma ora la nostra testa è soltanto a domani”.

Come ha trasformato Calhanoglu, che era una mezza punta, in un giocatore che detta i tempi?
”
”È stata una scelta, un’intuizione, ci è venuto a mancare Brozovic e ho pensato che potesse essere lui la soluzione. È stato bravissimo, mi viene in mente Darmian che sta facendo grandissime cose da terzo di difesa, un ruolo che non aveva mai fatto ed è stato molto bravo. Ho la fortuna di allenare giocatori di gradissimo qualità he si sanno adattare alle singole situazioni. Mi viene in mente Luis Alberto alla Lazio, era una seconda punta e poi è diventato una mezzala tra le più importanti d’Europa”.

Si parla del Milan. Avete la sensazione che dipenda solo da voi invece?
“Assolutamente sì. Sappiamo chi andremo ad affrontare, ma anche che siamo in un ottimo momento. Siamo pronti per una gara di questa importanza, ci siamo già passati con una squadra fortissima come il Benfica, anche se non era un derby il risultato era lo stesso. Quella col Sassuolo è stata una gara insidiosa anche, siamo stati bravi ad andare avanti per il nostro percorso”.

Più pericoloso il sentirsi già in finale o il braccino?
“Sul primo aspetto dico che siamo una squadra seria, dovremo fare una gara da Inter, senza speculare: tutti insieme possiamo affrontarla con fiducia. Il braccino non deve venire, sono giocatori importanti: abbiamo giocato quattro-cinque finali in pochi mesi, abbiamo campioni d’Europa e del mondo, ho la fortuna di avere giocatori importanti”.

È una gara spartiacque per la stagione, l’ha detto anche Acerbi. Questa partita basta a cancellare un cammino fatto finora, se andasse male?
“Mah, io avevo già risposto a un suo collega, che è in fondo, nell’ultima conferenza. Chiaramente riveste un’importanza grandissima, lo sanno Francesco e i suoi compagni. Vogliamo arrivare là dove sapevamo che possiamo arrivare. Per quanto riguarda la stagione, siete nel calcio da tempo, sappiamo come funziona: le critiche, se non sono pretestuose, ci devono essere e possono essere di aiuto e di consiglio”.

Il turnover è vissuto bene. Come è arrivato a questo?
“È merito del lavoro quotidiano, per come lavora l’intera rosa. Non dimentichiamo che non siamo una rosa dal numero elevato, come altre squadre: siamo venti, doppi nei ruoli, abbiamo due-tre ragazzi come Zanotti, Carboni o Fontanarosa, dal sicuro avvenire, ma forse non ancora pronti. Per questo mi fermo ai venti, con qualche infortunio, che ci ha creato qualche problema: dopo il mondiale c’era la speranza che andasse così, ma non era preventivatile. Dall’1 aprile il calendario è diventato impossibile da gestire e solo così siamo stati bravi a gestirlo fino a questo momento, con la gestione delle forze e chiedendo a tutti i componenti della rosa un grandissimo contributo”.

Le parole di Acerbi

Domani ripartite dal 2-0, come col Benfica…
“Dovremo fare ancora di più, il Milan vorrà ribaltare il risultato e siamo consapevoli di questo. Sappiamo che avranno orgoglio, determinazione e voglia, ma dovremo essere più che pronti”.

Siete pronti a questo tipo di sfida?
“Sì, è una partita bellissima da giocare e allo stesso tempo mette quel mix di adrenalina e paura giuste. Sappiamo che è una partita ancora più difficile rispetto all’andata, con grandi insidie ma noi vogliamo fare qualcosa di veramente straordinario, di impensabile”.

Come si vive una settimana così?
“Con ansia. Ma può essere positiva. Pensi a mille cose, se andrà bene o no. Ma devi essere positivo, devi avere fiducia in te stesso e nel gruppo. Sappiamo che affrontiamo una squadra forte, ma sappiamo di esserlo anche noi. Se pensiamo che siamo già all’1 per cento in più di passare il turno sbagliamo, ma credo che questa squadra non sia fatta così. Faremo di tutto e sarà ancora più difficile rispetto all’andata”.

L’Inter è cambiata grazie alla difesa. Cosa funziona meglio?
“Non è solo questione di difesa, se tutta la squadra non corre le partite le perdi. La difesa è tutta la squadra, è il gruppo che ha voluto cambiare marcia e questi sono i risultati”.

Sei già campione d’Europa con la nazionale. Avete parlato con Barella delle somiglianze fra questa Inter e quella Italia?
“Sono due competizioni diverse, all’Europeo si era creata da subito una serenità che poi ha portato a vincere. Anche adesso abbiamo una grossa possibilità, un grande entusiasmo, e allo stesso tempo grande rispetto per il Milan. Ci si gioca un derby, una semifinale di Champions… Noi crediamo nelle nostre capacità, ma dobbiamo fare qualcosa in più dell’andata”.

Come si anestetizza il rischio di essere troppo sicuri del 2-0?
“Ma noi non siamo sicuri del 2-0. Non abbiamo esultato dopo l’andata, c’è il ritorno. Non abbiamo ancora fatto niente, dovremo essere concentrati su noi stessi. Sappiamo il nostro valore. Per stemperare una gara così serve il giusto mix di equilibrio e tensione, non è mai facile”.

Lei ha giocate tutte nonostante il turnover. Qual è il tuo segreto?
“Ringrazio il mister intanto… Che faccio? mi riposo, mangio bene, cerco sempre di tenermi pronto, di recuperare energie mentali e fisiche, di farmi trovare pronto, la partita che hai giocato il giorno dopo è già un ritorno. Fai di tutto per essere pronto, poi decide il mister ma il mio approccio mentale deve essere sempre alto”.

Semifinale molto italiana, anche come giocatori: è un bel segnale dopo due mondiali saltati?
“Sono d’accordo su molte cose che ha detto Mancini, di italiani siamo un po’ in deficit. Fa sempre piacere trovare nazionali a confronto, ma finisce lì”.

Nelle interviste ai calciatori, quando si chiede del turnover, si percepisce che non sono tanto contenti. All’Inter la sensazione è che ci sia felicità di riposare.
“Perché siamo all’Inter, ci sono giocatori che possono giocare al posto tuo in ogni partita, devi essere pronto. E poi i turni di riposo ci stanno, è bello giocare ma ci sono anche gli altri. È giusto avere la coscienza che tutti devono dare una mano, non bisogna lamentarsi se uno gioca di più e uno meno, bisogna affidarsi ai compagni e alla propria maturità. Vedo tanta intelligenza in questo”.

È una rivincita sul Milan?
“Io sono stato lì, ho sempre detto che sono stato sciocco, è un passaggio della mia vita che dovevo fare. Grazie a Dio ho avuto questa malattia che mi ha fatto tornare in me, altrimenti non avrei continuato a giocare. Non è una rivalsa, è un derby di Champions e non penso al passato”.

A parte l’errore con la Lazio, hai giocato sempre bene. Quanto ti ha dato l’Inter per riscattare una stagione brutta alla Lazio?
“Ma i problemi coi tifosi sono sempre il passato, io devo essere sincero e devo ringraziare il mister sennò non sarei qui. Lui mi conosce, io cerco di fare il meglio possibile sia per me che per i miei compagni. Lo faccio per me, non per dimostrare niente a nessuno: ho degli obiettivi e finché giocherò a pallone andrò avanti per la mia strada. Non so quale sarà il mio futuro, ma so quello che voglio e quello che farò”.

Stagione straordinaria per te e per l’Inter. Questa soddisfazione ti può spingere a essere ancora di più il professionista che sei diventato?
“Se non passi domani è un disastro, una stagione di merda. Nel senso: non è così. Ma basta una partita per far sì che passi da una stagione non dico fallimentare quasi a una fantastica. Domani dipende da noi, conosciamo il Milan ma il destino dipende da noi e per adesso se mi chiedete se è una buona stagione dico di no. Le somme si tirano alla fine”.

Il Milan ritrova Leao e viene dal chiarimento coi tifosi…
“Domani si vedrà se avrà dato una scossa, venivamo anche noi da un periodo complicato. Domani ci aspettiamo il massimo dal Milan. Leao penso sia il loro miglior giocatore, quello che può risolvere di più. Si ferma con la squadra, non con il singolo”.

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