E’ Sport Mediaset a fare il punto sulla situazione in questo fine anno da incubo per la Juventus.
Sono 13 i destinatari degli avvisi di garanzia dell’ex società bianconera emanati in seguito all’indagine Prisma che si è allargata con l’acquisizione di nuovi ed ulteriori elementi tra documenti, intercettazioni e chat.
Le accuse
L’indagine a cui ha dato vita la Procura di Torino per mano della Guardia di Finanza è partita due anni fa e e si è focalizzata sui bilanci della società bianconera 2019, 2020 e 2021. Tale indagine era stata anche archiviata con un nulla di fatto così come notificato ad ottobre, ma nuovi elementi hanno rimesso tutto in discussione.
Plusvalenze fittizie
Le plusvalenze fittizie, ovvero la ipervalutazione di giocatori negli scambi con altre società o nella cessione degli stessi, rappresenta il punto di partenza dell’indagine per la quale la società bianconera potrebbe essere ritenuta in buona fede, come sostenuto dal gip del Tribunale di Torino Ludovico Morello. Lo scorso ottobre furono respinte le misure cautelari e interdittive per Andrea Agnelli e gli altri indagati. La motivazione fu che fosse difficile dare un valore oggettivo ad uno sportivo, in questo caso dei calciatori.
Notizie false sugli stipendi
Questa accusa si riferisce al periodo durante la pandemia in cui ai giocatori della Juventus è stato chiesto di spalmare lo stipendio, trovando un accordo nei mesi difficili del Covid. La “manovra stipendi” per il Gip è considerata “certamente illecita” con la sussistenza di gravi indizi. Tra questi c’è la chat whatsapp in cui Chiellini chiedeva ai compagni di squadra di chiudere l’accordo, raccomandandosi: “per questioni legislative di Borsa la comunicazione che uscirebbe è solo della rinuncia ai 4 mesi, è chiesto di non parlare nelle interviste sui dettagli di questo accordo”.
Perdite di esercizio non reali e false comunicazioni
Gli inquirenti hanno sommato alle false comunicazioni in fase di pandemia gli altri reati emersi in cui rientra un giro di denaro mai comparso nei bilanci. Circa 34 milioni di euro mai messi a bilancio con debiti fantasma nel calciomercato (come i presunti 7 milioni di euro da dare all’Atalanta, mai contabilizzati e comparsi in una intercettazione), più i 19 milioni di euro di debito con Cristiano Ronaldo sulla base della famosa carta mai trovata, ma esistente come emerge dalle intercettazioni al presidente Agnelli “per fortuna che Cristiano non ha lasciato in giro pizzini”. False comunicazioni sociali comunemente note come falso in bilancio, aggravate dal fatto che la Juventus è quotata in Borsa.
Manipolazione del mercato
L’accusa per l’operato della società bianconera è di aver avuto anche un impatto sull’andamento dei titoli azionari con queste operazioni contestate.
Dichiarazioni fraudolente
In questo capo d’accusa vengono imputate dichiarazioni fraudolente mediante l’uso di fatture o altri documenti per operazioni in realtà inesistenti.
Ostacolo alle autorità di sorveglianza
L’ostacolo alle autorità di vigilanza si riferisce alla manovra stipendi di cui sopra. Questi accordi hanno avuto ripercussioni sia sul bilancio approvato nell’ottobre 2021 sia sulle risposte date dalla Juventus alla Consob, dopo la richiesta di informazioni a riguardo.
I rischi
Da tutti questi capi d’accusa mossi dall’indagine Prisma, quello a cui tendono di più i tifosi e gli appassionati di calcio è sapere i reali rischi dal punto di vista sportivo per la squadra bianconera se dovesse esserne riconosciuta la colpevolezza. L’ipotesi di reato è legata alla responsabilità sui reati tributari e gli abusi di mercato.
Sul piano sportivo, in ogni caso, è la Procura federale a doversi muovere a seconda del Codice di giustizia sportiva.
Penalizzazione in classifica
La prima ipotesi riguarda una penalizzazione in classifica – in base all’articolo 31 – da applicare nella stagione in corso o nella prossima. La Juventus verrebbe punita per “essersi avvalso, mediante falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi, delle prestazioni di sportivi professionisti con cui non avrebbe potuto stipulare contratti sulla base delle disposizioni federali vigenti”.
Se applicata nella stagione in corso, la pena in termini di punti deve portare la società a perdere qualcosa di concreto. Un esempio potrebbe essere la qualificazione alla Champions League o alle altre coppe europee. Se invece risultasse ininfluente, la stessa penalità verrebbe applicata nella stagione subito successiva.
Retrocessione
La seconda – e peggiore – delle ipotesi porterebbe alla retrocessione. Uno scenario remoto che diventerebbe reale solamente se venisse accertato che quanto compiuto dai dirigenti ha influito in maniera determinante sul bilancio al punto da determinare l’esistenza dei requisiti necessari alla società per iscriversi ai campionati seguenti.
Cosa rischiano gli indagati
Queste le pene previste per i reati contestati. Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Fabio Paratici sono indagati per tutti e 4 i seguenti reati.
- Falso in bilancio: reclusione da 3 a 8 anni;
- Manipolazione del mercato: reclusione da 1 a 6 anni, multa da 20mila a 5 milioni di euro;
- Ostacolo alle autorità di vigilanza: reclusione da 1 a 4 anni;
- Dichiarazione fraudolenta: reclusione da 1 a 8 anni