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Dionisi presenta l’anticipo del Venerdì contro il Torino

Dionisi presenta la sfida al Torino di Juric parlando delle differenze tra il suo Sassuolo e quello di De Zerbi e della pericolosità degli avversari.

Dionisi, dopo la sconfitta di Roma, presenta la sfida al Torino confermando gran parte dei giocatori. Qualche cambio in più ci sarà in vista dell’impegno infrasettimanale.

Cosa resta dopo Roma?

Resta la prestazione e in più il risultato, ma non possiamo accontentarci anche se la prestazione dà consapevolezza ma se si fanno buone prestazioni bisogna anche ottenere buoni risultati. Bisogna parametrarci anche agli avversari. Non abbiamo fatto una prestazione negativa alla prima, con la Roma la prestazione è stata migliore rispetto alla prima e rispetto alla seconda con la Samp, fermo restando che il risultato non è stato positivo. Nel bagaglio dobbiamo mettere risultato e prestazione: non siamo soddisfatti del risultato, siamo soddisfatti del risultato”.

Abbondanza in attacco?

Bisogna lavorare su tutto. Abbiamo tanta qualità in avanti. Dal primo giorno che sono diventato allenatore del Sassuolo che mi dicono ‘è consapevole di avere tanti giocatori forti in avanti’ e non mi lamento perché siamo veramente forti in avanti. Si può creare di più o di meno, delle volte si è più efficaci come col Verona e altre volte meno come con la Roma, poi dipende anche da chi si ha di fronte e c’era di fronte il portiere della Nazionale portoghese e difensori forti. Potevamo essere un pochino più efficaci, quello che non sono riusciti a fare a Roma, mi auguro, spero e penso che riusciranno a farlo domani col Torino.

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Cosa è cambiato da De Zerbi a Dionisi?

Un allenatore non può tirare una riga dopo 3 partite, è troppo presto per parlare di possesso palla migliore peggiore, di verticalità. Dipende dagli avversari, se vai in vantaggio o svantaggio, se approcci bene o male, se giochi con una squadra sulla carta più forte. E’ cambiato sicuramente l’allenatore e anche diversi giocatori. Il blocco è unito ed è delle stagioni precedenti ma qualche giocatore non c’è più e ci sono dei volti nuovi che permettono magari di fare delle cose diverse. La palla la teniamo meno per cercare la verticalizzazione e per mettere i giocatori in avanti di sfruttare le loro qualità ma è solo una conseguenza della partita che si crea.

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Formazione?

Con soli attaccanti non si può giocare, vanno supportati e ci vuole equilibrio. Noi cerchiamo di dar valore alla squadra mettendo tanti giocatori offensivi in campo. Poi la scelta è sugli allenamenti e in base alle partite. Ora con tanti impegni ravvicinati qualche cambiamento potrà esserci. Tutti disponibili a parte Romagna e Obiang. Non escludo di cambiare qualcosa rispetto a Roma ma non ci saranno stravolgimenti. Probabilmente ci potranno essere più cambiamenti tra la gara di domani e martedì ma penso a una gara per volta. Abbiamo l’allenamento di oggi e la rifinitura di domani, quindi valuteremo.

Torino?

E’ una squadra forte con individualità importanti. Viene da un campionato non positivo e i giocatori in campo lo sanno e nell’ultima partita si è iniziata a riconoscere la mano del mister, una mano importante. E’ una squadra molto ostica per noi perché ha fisicità, perché sappiamo cosa chiede il mister e quindi non sarà una gara facile.

Cosa l’ha colpita di più dopo queste tre giornate?

Quello che mi ha colpito della nostra squadra è la mentalità e spero che questo continui e migliori perché poi una squadra se acquisisce mentalità soprattutto nelle difficoltà se le ritrova. Nel campionato mi ha stupito di più il pubblico, forse perché non ero e non eravamo più abituati per ovvie ragioni, è la cornice più bella per il calcio, avere la gente allo stadio è la cosa più bella e particolare che abbia vissuto in questo momento.

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