Commisso ha rilasciato un’intervista al corriere dello sport, con la quale tocca alcuni punti importanti e ponendo le condizioni per le quali lascerà partire Chiesa.
Prima di tutto mette in evidenza da dove nasce la sua decisione di entrare nel complicatissimo calcio italiano e svela un po’ di retroscena.
Già nel 2000 fu avvicinato per un sondaggio sull’eventuale interesse per la Sampdoria, successivamente per la Roma, poi per il Milan e poi tutti sanno com’è andata a finire.
Il problema principale
Nel calcio, così come in Italia in generale, il problema è la burocrazia. Troppi passaggi inutili e senza valore aggiunto. Se per fare uno stadio si deve passare per la Provincia, la Regione, lo Stato, le sovrintendenza è normale che non se ne esce più.
Nelle aziende del magnate calabro-americano tutto è più snello, rapido è semplice rispettando un’unica regola fondamentale: se una cosa è buona si fa altrimenti no.
Nel calcio si dovrebbe dare più potere a Dal Pino che invece deve risponde a tante altre persone.
Su Chiesa
Il discorso termina inevitabilmente su Chiesa e Rocco Commisso risponde ponendo le condizioni per le quali lascerà partire Chiesa.
Prima di tutto sottolinea che lui non ha nessuna intenzione di vendere un suo giocatore bravo per prenderne, magari, due sconosciuti.
Poi le condizioni per un’eventuale trasferimento sono 2 e sono semplici.
Prima di tutto deve essere Chiesa ad esprimere il suo desiderio di essere ceduto, cossa non accaduta ne con lui, ne con Barone ne con Pradè. Successivamente, l’eventuale squadra interessata, dovrà essere in grado di mettere sul piatto un contropartita adeguata a quella che è la valutazione di mercato del calciatore.