Il protagonista di oggi del consueto appuntamento con “Casa Juventus”, è stato l’allenatore della Juventus Maurizio Sarri e svela che i prossimi viaggi che vorrebbe fare, al termine dell’emergenza.
Il mister comincia il suo intervento ripercorrendo qualche tappa della sua carriera
Un allenatore è molto legato agli episodi. Tanto dipende dalle capacità dei calciatori, da una giocata. E’ impossibile fare questo mestiere e non essere scaramantici. Un aneddoto? Quando allenavo in Eccellenza, ricordo che mettevo la macchina sempre allo stesso posto. I miei calciatori allora, iniziarono a occupare quel posto. Una volta diedi a un ragazzo tre minuti per spostarla, poi misi la prima e gliela spostai.
Sul prossimo viaggio che vorrebbe fare
A Roma. Vorrebbe dire che siamo approdati in finale di Coppa Italia. Poi in qualunque parte d’Europa, perché vorrebbe dire che abbiamo passato il turno di Champions League. In questo periodo sto cercando di distrarmi. Leggo molto. Inoltre guardo le partite della mia Juventus. Del passato mi piace guardare le partite del Milan di Sacchi. Mi rendo conto che erano tanti anni avanti rispetto agli altri come concetto di calcio.
Il suo rapporto con i calciatori con il passare degli anni e della categorie
Più sali di categorie più è complicato instaurare nell’immediato un rapporto con i calciatori. Io non sono un tipo facile. Lavoro tanto, sono puntiglioso e faccio pochi complimenti. Alla lunga però il mio essere sincero e vero, viene fuori.
Passa poi a raccontare la sue esperienza in Inghilterra ai Blues
I primi sei mesi ebbi un rapporto contrastante con lo spogliatoio. Forse non ero stato capito in pieno. Ricordo però che quando sono andato via ho pianto, e tanti calciatori erano tristi. Questo perché negli ultimi mesi avevamo costruito un bel rapporto umano con tutti.
L’impatto con l’ambiente Juventus?
Mi ha colpito sia l’amore che l’odio che c’è verso questa squadra da parte delle persone. E’ una cosa che ti rendi conto solo quando entri nel mondo bianconero”.