La settimana di lavoro le hanno ridato un po’ di serenità che non abbiamo visto dopo Monza?
“La preoccupazione mi viene quando non vedo in campo una squadra. Non ho mai accampato scuse, quello che non mi è piaciuto è questo. Noi siamo all’inizio, abbiamo perso alcuni punti di riferimento all’interno del gruppo. Questi vanno ricostruiti, trovati in altre persone. In campo ho visto una squadra che non ha lottato come voglio io, come ho sempre trasmesso e come voglio io. La cosa che ho chiesto è la predisposizione a creare una certa mentalità. Sono giocatori forti quelli che sono arrivati, ci aiuteranno. Hanno avuto bisogno di un periodo di assestamento e la cosa più importante è che si devono fortificare le relazioni tra di loro. Il gruppo c’è, ma si deve amalgamare. Ci vorrà tempo per farlo, poi ciò ci servirà a sopperire le difficoltà, Questo è il centro del problema, secondo me, e non deve più succedere. Se fosse successo a dicembre o gennaio sarei stato tuttavia più preoccupato”.
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In settimana ha provato il 4-3-3. Sarà il futuro?
“Torneremo con un centrocampo a tre, perché la squadra in questo momento lo necessita. Le difficoltà per noi sono arrivate subito ed è qui che un gruppo si cementa se ha voglia di farlo. Parlando coi ragazzi c’è questa voglia, per cui sono più sereno. Ho una squadra omogenea, potendo fare scelte non obbligate. Farò di tutto per creare qualcosa di importante, capisco la diffidenza e il pessimismo ma noi il pessimismo non ce lo abbiamo. Il sostegno ce lo dobbiamo meritare e si creerà a quel punto la cosa che si è creata l’anno scorso tra noi e i tifosi”.
Da 1 a 10 quanto è contento che sia finito il mercato? Soddisfatto delle operazioni fatte?
“Che il mercato sia finito sono contento 10. Noi paghiamo il fatto che il mercato finisca con due partite fatte, già domani avremo una squadra che ha fatto solo due allenamenti insieme. Sono contento dei giocatori arrivati, io penso che il progetto fosse quello di andare sulla falsariga dello scorso anno, abbiamo preso dei centrocampisti di corsa. Sono arrivati Maleh e Bastoni, oltre ad aver recuperato Fazzini. Abbiamo la possibilità di schierarci come vogliamo, con questi giocatori vogliamo dei leader mantenendo le caratteristiche dello scorso anno. Bastoni è duttile ma lo vedo principalmente mezzala, ha un ottimo piede; Maleh lo conosco, ha giocato bene con me a Venezia e anche a Firenze, ha molte motivazioni. Il mercato è finito, si parte, e ora cerchiamo di far vedere a tutti chi siamo e chi vogliamo essere”.
Juventus la partita giusta con cui ripartire?
“Non è vero che non abbiamo nulla da perdere e che non possiamo batterla. Sono d’accordo che sia difficile, ma già l’anno scorso abbiamo fatto qualcosa di importante. Se si parte già sconfitti prestiamo subito il fianco, anche questo fa parte della mentalità che vogliamo ricreare. Per noi è un’occasione per dimostrare qualcosa di diverso, contro un avversario forte e che ci mette alla prova. Va affrontata al massimo delle nostre capacità, con la spavalderia di poterla anche battere, ma con più umiltà rispetto all’ultima partita”.
C’è negli occhi il ricordo del clamoroso 4-1. Pesa in positivo, in negativo o non conta?
“Conta perché è storia, lo abbiamo fatto noi. Ogni partita è a sé, ma è un esempio. All’andata ne abbiamo presi 4, al ritorno ne abbiamo fatti altrettanti. Questo è un esempio di come le cose si possano fare. Noi abbiamo già dimostrato, per chi c’era l’anno scorso, che tutto può accadere. L’importante è andare in campo con una certa base mentale. Ci è mancata finora quella parte lì, quelle fondamenta che non avevo visto. Adesso pretendo continuità, possiamo perdere ma dipende come”.
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La cessione di Piccoli e l’arrivo di Destro. Può spiegarcelo?
“Parto da un altro concetto. Certi tipi di giocatori, che probabilmente si aspetta, non sono nelle nostre tasche. Mattia è un giocatore che ha 98 gol in A, è un uomo meraviglioso, che ha deciso di venire qui a provare a riprendersi tutti, consapevole del giudizio. L’anno scorso non è giudicabile perché è stato fuori cinque mesi. Se Destro sta bene, insieme a Caputo, può dare tanto: abbiamo 200 gol di storia tra loro due, io spero che Destro stia bene e che sia il giocatore che tutti conosciamo. Poi c’è Shpendi, che è un giovane su cui puntiamo molto e che deve esplodere. Con questa filosofia l’Empoli si è sempre salvato, sempre l’avrà. Dobbiamo considerare che è arrivato anche Cambiaghi, che abbiamo Cancellieri e che abbiamo tenuto Baldanzi. Tenere Baldanzi rinunciando a offerte importanti è stato un grosso sacrificio della società. Il centro è che Destro quest’anno stia bene. Ha perso cinque-sei chili, è stato rivoltato come un calzino prima di essere preso. Ha tantissime motivazioni, vuole dimostrare a se stesso e a noi che è ancora un giocatore importante. Io ne sono l’esempio: l’Empoli mi ha preso da esonerato, abbiamo lavorato insieme e siamo riusciti nell’intento. La mia mentalità è tornare su, voglio che i miei giocatori facciano questo. Destro deve spingere per far passare i tifosi dal pessimismo all’ottimismo”.
Le difficoltà aiuteranno ad affrontare Juventus, Roma e Inter?
“Ci mettono pesantemente alla prova, non abbiamo scuse. Il sogno di tutti è giocare con questo tipo di squadre. Sembra un Everest giocare contro Juve, Roma e Inter ma dobbiamo fare qualcosa per alzare il livello. Gara dopo gara dobbiamo affrontare queste difficoltà. Se non faremo punti, dipende in che modo non li faremo. Bisogna attaccarsi di più alla maglietta e “morire sul campo”. Tanti ultras li conosco, so bene che quando diamo tutto non ci dicono nulla. Dobbiamo far vedere che si lavora per arrivare a un certo livello, è così che si costruisce un progetto a lungo termine. L’anno scorso nel momento topico abbiamo fatto undici punti. Ci siamo compattati dopo Sassuolo, ciò accade solo se ci sono fondamenta che qui vanno ricreate”.
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