Siete stati affaticati dopo mercoledì?
“Il Lecce è entrato in campo meglio di noi, proprio nei primissimi minuti, conquistando angoli, che abbiamo anche regalato. Nel primo tempo abbiamo cominciato a gestire meglio il campo, poi all’intervallo speravo potessimo ragionare un po’ di più con la palla e crearci trame con linee diverse, ma è stato difficile anche dal punto di vista meteorologico. Abbiamo forzato le giocate, loro hanno attaccanti veloci a cui va data grande attenzione. Siamo stati più diretti, senza rischiare, perché la partita di oggi metteva in palio punti importanti. Il Lecce è una diretta concorrente, giochi in casa e vuoi sfruttare la situazioni. Ma li trovi in grande fiducia, dove vanno forte, stanno bene e alla fine credo che i nostri ragazzi vadano applauditi per la saggezza con cui si è gestita la partita. Pur non amando i luoghi comuni, è la classica partita che se non puoi vincere non devi perderla”.
Dragowski è stata una scelta vincente.
“Mi è piaciuto il modo in cui ha interpretato la partita. Ci sono i punti di domanda sullo stato fisico, il poco tempo per riattivare il focus dell’affrontare una partita di Serie A e lui lo ha fatto con serenità. Ha fatto le cose semplici, mi è piaciuto”.
Non avevate recuperato le energie nervose al massimo?
“Può essere. Sono stato con il dubbio nei giorni precedenti, perché reputavo che oltre chi avesse giocato ci fosse qualcuno che meritasse altrettanto. Ho fatto le mie valutazioni, rispetto all’avversario, ed è un errore che l’allenatore non deve fare. Pensavo, poi, di far giocare altri, ma non dovevo pensarci. Contro l’Atalanta per 70, 75 minuti mi è piaciuta in ogni aspetto. Non vedo perché devo inventarmi altre cose, questa è la cosa che ho detto ai ragazzi. Gli esterni, per l’intensità che mettiamo noi, devono fare tanta strada e quasi sempre andrebbero sostituiti. Loro sono andati forte quattro giorni fa e oggi non c’era il modo per la partita creata per innescarli come di solito facciamo. Non era solo questione di fatica: Holm era affaticato, Reca no, ma sono stati meno efficaci”.
Con questo sono quattro partite utili di fila. La continuità è importante.
“La penso così. Credo che da un bel po’ di tempo a questa parte ci sia continuità di prestazione, ora finalmente c’è una continuità di punti. La partita di oggi non era facile interpretarla diversamente, il rammarico è per qualche giorno fa. Detto questo, la continuità di risultati
L’aveva preparata così con l’uno contro uno in avanti?
“Il Lecce lo abbiamo visto in diverse versioni, dopo la sosta ha incontrato una squadra diversa dalla nostra e ci hanno dato pochi punti di riferimento. Abbiamo provato piano A e piano B, con la costruzione ragionata, in cui loro sarebbero potuti andare in difficoltà. Poi abbiamo provato a saltare la linea del Lecce, e secondo me nel primo tempo per una ventina di minuti ci siamo riusciti bene, alternando anche il gioco. Nel secondo tempo non c’è stata più la possibilità”.
Si può parlare di involuzione di Kiwior? Amian invece è cresciuto?
“Concordo, Amian è questo e finalmente sta bene fisicamente dopo un’operazione invasiva. Ci ha messo tanto a diventare quello che è oggi. Sono molto contento del livello che sta raggiungendo. Kiwior con l’Atalanta ha fatto un’ottima partita, ma entra nei due gol: c’è un pizzico di spazio di troppo su Hojlund nel 2-1 e poi la palla che passa nel 2-2. Non ha fatto una cattiva partita, ma oggi è andato in crisi. È quel momento in cui un giovane, che gioca uomo su uomo, con la pioggia, va in fatica. Avevamo l’alternativa, Caldara, a cui va il mio plauso maggiore. Un conto è entrare davanti, ma il centrale, in una partita così su un campo così, non è facile. È stato molto bravo”.
Gyasi è più in palla.
“Sono d’accordo. Mi era piaciuto molto quattro giorni fa e devo dire che prima che si stancasse mi era piaciuto anche oggi”.
Verde come sta?
“Ha fatto un allenamento, ieri, in rifinitura. Nel momento in cui sta in piedi cullo l’idea di portarlo. Poi per la partita venuta fuori, non penso fosse nella miglior condizione per chiedergli un contributo. Per Torino proveremo: oggi non l’ho portato in gira, ma con la speranza che potesse entrare”.
Quale fa più male delle partite con Napoli, Milan, Fiorentina e Atalanta?
“Tutte. Quella che ha più peso è quella con l’Atlanta, perché perdi due punti. Con la Fiorentina non è come le altre tre, perché quello è un problema tattico e commettiamo una stupidaggine. Nelle altre il filo conduttore è altro, cioè che non gestiamo il finale con giocatori che l’avevano cominciata. Arrivi in fondo, pensi di non prendere gol e ti abbassi, non sei più aggressivo, e il 2-2 che prendiamo con l’Atalanta è quasi inspiegabile calcisticamente, è quasi la paura che fa prendere il gol. Ma non succede solo a noi: nelle tre partite di questo turno è successo anche ad altri”.