Settimana turbolenta con l’addio di Pecini. Cosa ci può dire?
“Sono dispiaciuto, molto, per quanto successo. Per me è stato un fulmine a ciel sereno, non avevo segnali che potesse succedere e che ci fossero frizioni”.
Una panoramica sugli infortunati?
“Non abbiamo migliorato molto. Oggi si allenerà Strelec per la prima volta dopo una settimana di febbre. Confido di portarlo a Napoli. Per gli altri ci sono progressi individuali per i tempi di recupero, che però sono più ampi rispetto all’immediato”.
Proverà a giocare sull’agonismo?
“Qualcosa lo cambieremo, perché il Napoli ce lo impone. È una delle poche squadre che riesce ad associare possesso palla e muovere palla nello stretto, fino a crearsi presupposti per l’attacco alla profondità con attaccanti veloci, cosa che noi abbiamo pagato nell’ultima partita. Dovremo stare attenti, concedere il meno possibile e qualcosa dovremo cambiare”.
È soddisfatto dei cinque punti?
“A Napoli non si può giocare a mente libera. Può consentire ai calciatori di esprimere un pizzico di qualità in più, quindi bisognerebbe crearla in tutte le situazioni, anche quelle più difficili. Ma ogni partita è importante, va giocata, il calcio regala eventi inaspettati come successo negli ultimi due anni. Per i punti, con il calendario che si presenta così complicato, probabilmente sono congrui. All’allenatore rimane sempre un pizzico di amaro in bocca e avremmo potuto avere una classifica migliore, ma quanto fatto è fatto. Lo sguardo è in avanti”.
Ampadu fa parte dei convocati? Dove giocherà visto che Tuchel è stato esonerato al Chelsea?
“L’accordo non era riguardante Tuchel, riguarda più il club, che ritiene Ethan di grande prospettiva. Cercherò di impiegarlo nel modo migliore, mi ha dato grande disponibilità e sì, domani sarà disponibile e confido di utilizzarlo e in linea difensiva”.
La società in questo momento l’ha messa in difficoltà?
“Questa settimana è coincisa con la separazione con Pecini, che è la persona che mi ha portato qui e con cui siamo buoni conoscenti da anni e con cui la frequentazione di questi mesi abbia fatto salire il nostro rapporto. Posso dire che siamo amici e lo saremo comunque. Questa settimana mi ha portato a parlare a più riprese con la società, che ha voluto con forza darmi segnali di gradimento di lavoro che stiamo facendo, a prescindere dai risultati, e dall’altra segnali che non vanno nella direzione del disimpegno. Che ci siano stati problemi di comunicazione e che non si siano completate le cose che avevamo in mente con Pecini è un fatto. Ora abbiamo dieci partite, la società non ha intenzione di abbassare il livello della squadra e avremo uno Spezia sempre più competitivo”.
Qual è stato il problema sul gol di Arnautovic?
“Non è stato un caso, la difesa era troppo alta per quelle due situazioni. Non solo con il Bologna, anche in altre partite abbiamo tenuto la difesa alta e abbiamo letto in maniera corretta le situazioni. Dobbiamo migliorare i nostri meccanismi, le nostre letture, non mi è sembrato un problema di reparto, ma una lettura individuale”.
Il Napoli con il Liverpool ha sfruttato gli spazi. È una indicazione per domani?
“Se oggi affrontassimo la trentottesima di campionato, quindi uno spot singolo, lo faremo come crediamo sia meglio in quei novanta minuti. Siamo alla sesta partita, dobbiamo darci identità e per quello non ero contento a Milano, perché non si era fatto il passo in avanti sull’identità. Il percorso porta benefici e ti fa anche perdere punti, mi piacerebbe pensare che cercando la saggezza della gestione del campo, comunque vorremo fare un piccolo passo di miglioramento”.
Cosa farete di nuovo?
“In Serie A io sono convinto che le cose debbano essere fatte bene. Per essere fatte bene hanno bisogno del particolare, della riconoscibilità di quello che sta succedendo e si ottiene continuando in una direzione. Se cambi perdi quei piccoli aspetti che vanno ad arricchire l’idea iniziale. Lo avevamo detto, saremo costretti ad affrontare il piano B e lo metteremo in campo nella maniera più accurata ed efficace possibile. Mio malgrado mi trovo nella situazione di pensare al piano B, tenendo la parte buona del percorso fatto e proporre qualche alternativa di salvataggio”.
Con Tiago Lopes di che avete parlato?
“In questi giorni come mi ha chiamato Pecini un secondo dopo la lunga riunione con la società, allo stesso modo anche la proprietà mi ha chiamato, sentendo l’esigenza di farmi sapere il loro pensiero, da diverse voci della società. L’ho detto prima”.