E’ il Sarri-Day in casa Juve: oggi Maurizio Sarri sarà presentato alla stampa.
Arriva puntuale, in giacca e cravatta, affiancato da Paratici che apre la conferenza stampa salutandolo ed annunciando un contratto triennale.
Paratici come mai un mese per scegliere l’allenatore?
Avevamo le idee chiare fin da subito, ma era un allenatore sotto contratto e due grandi club come Juventus e Chelsea dovevano parlarsi ed accordarsi. Ci volevano i tempi tecnici giusti.
Sarri pensa che il suo arrivo alla Juventus sia una mancanza di rispetto al Napoli?
Ho fatto 3 anni al Napoli bellissimi, intensi. Poi nell’ultimo mese avevo dei dubbi, espressi al Napoli, ed il Napoli ha presentato Ancellotti. Io avevo offerte in Italia ed in Premier, ho scelto la Premier che mi ha fatto crescere tantissimo, visto che la Premier è un campionato bellissimo. Poi è arrivata la Juventus ed ho acccettato. E’ il coronamento
Quando ti ha convinto la Juventus? E quando potremmo vedere un cambio di mentalità e di cultura in Italia?
La Juventus mi ha convinto subito, ho visto una dirigenza che sapeva ciò che voleva e mi ha voluto in maniera forte. Mi ha convinto la sua determinazione. Il cambio di mentalità in Italia sta arrivando, abbiamo allenatori bravi, giovani ed interessanti come Conte, De Zerbi, Giampaolo e Fonseca, che hanno idee di calcio interessanti e che possono rendere il nostro campionato molto interessante.
Mister arriva in una società che ha vinto 8 scudetti consecutivi, dunque i tifosi ci sono abituati. Pensa che i tifosi la valuteranno soprattutto per la Champions League?
Mi aspetto di alzarmi la mattina e studiare il modo di vincere le partite. Perché non è dovuto e non è facile. La Juventus in Italia ha l’obbligo di mettersi sulle spalle il fardello della favorita, poi se entriamo in un discorso di Champions è chiaro che la Juventus ha l’obbligo di partire con l’obiettivo di vincere, ma con la consapevolezza che a livello europeo ci sono almeno altre 7-8 squadre che hanno la stessa forza. Le responsabilità secondo me sono più forti a livello italiano che non europeo. A livello europeo è un sogno, un obiettivo da perseguire in ogni modo. Ma dobbiamo dirci che il coeficente di difficoltà in Europa è mostruoso.
Mister punterà sul 4-3-3 che è stato quasi sempre il suo credo?
Non si parte dal modulo. Si parte dai giocatori, si parla con loro, li si valuta. E poi verrà il modulo. Vediamo i giocatori che possono fare la differenza, il modulo verrà dopo.
Mister a livello emozionale quanto conta stare qui, lei che ha fatto gavetta, e che effetto li fa pensare di allenare il giocatore più forte del mondo?
A livello emozionale non è che sono nato ieri. Ho fatto la gavetta, passsando dalla D alla C alla B alla A. Mi fa piacere essere qui, nella squadra più importante d’Italia. Vengo dal Chelsea, un altro grandissimo club. La Juventus è una società con una grande storia, l’emozione c’è, è forte, ma non è quella di un allenatore che arriva dai dilettanti.
Quella sul giocatore più forte del mondo è un escalation importante. Negli ultimi anni ho allenato giocatori forti, molto forti. Ma qui si va al top mondiale, è un’emozione enorme. E’ un ragazzo che ha battuto tutti i record a livello mondiale, mi piacerebbe fargliene battere qualcun altro.
Negli anni di Napoli lei ha spesso indicato la Juventus come potere costituito, ha anche minacciato un giornalista di querela. Adesso lei ne è l’allenatore
E’ un discorso diverso. Io non dissi al giornalista che lo querelavo per la Juve, ma perché stava dando una notizia priva di fondamento. Penso che per tre anni il mio obiettivo è stato sconfiggere la Juventus. La Juve vinceva e noi eravamo l’alternativa più credibile. Il mio dovere morale e professionale era dare l’impossibile per battere la Juventus. Ho dato il 110%, lo rifarei, non ci siamo riusciti, però è chiaro che è un’avversità sportiva. La mia professionalità mi spinge a dare il massimo per la Juventus. Quello che ho fatto, posso averlo fatto con modi sbagliati, penso sia intellettualmente apprezzabile. Se ho un avversario che voglio sconfiggere in tutti i modi lo posso odiare, ma apprezzare.
Si sente un traditore?
Ho fatto un percorso a Napoli. Poi delle scelte ci hanno fatto dividere, sono andato all’estero e sono tornato qui. Io ho dato il 110% al Napoli e darò il 110% qui. Non mi sento un traditore, penso di aver rispettato tutti.
Cosa le piace di essere allenatore della Juventus? E cosa ha in mente per sfruttare al meglio CR7?
I club sono fatti di persone e al primo approccio mi ha colpito il fatto di vederli molto uniti tra di loro, compatti. E questo è importante perché lavori per un club ma il sentimento affettivo che ti porta a fare l’1% in più è il rapporto con le persone. A me sono bastate un paio di cene insieme a loro per capire che sono un gruppo forte per compattezza, determinazione e mentalità e questo mi piace molto. Per quanto riguarda Ronaldo, io ho allenato il giocatore che ha fatto più gol in Serie A, mi piacerebbe averne due. Sarebbe una soddisfazione enorme.
Arriva tra lo scetticismo del popolo bianconero. Come si supera?
Conosco un solo modo per superare lo scetticismo: vincere e convincere. I tifosi all’inizio sono stati sempre scettici nei miei confronti.
Cristiano Ronaldo e Dybala possono giocare centravanti?
Giocatori come Cristiano e Paulo possono giocare sicuramente centravanti. Hanno le caratteristiche giuste per far al meglio in quel ruolo.
Vincere non è importante ma è l’unica cosa che conta. Se la sente di dire Anche giocare bene?
L’obiettivo è divertirsi in campo e non è antitetico a quello di vincere. Se una squadra in campo si diverte e diverte il pubblico, ci sarà quell’entusiasmo che spesso è benzina per andare a fare il risultato. Poi non si può pensare che una squadra che si diverte sia frivola: se manchi di applicazione il risultato viene meno.
Io ricordo le prime partite che feci con l’Empoli in A una delle domande che mi veniva fatta più spesso era se pensassi di salvarmi giocando un calcio così brillante. Ci siamo salvati con sei giornate di anticipo. Non penso si debba giocare solo in un modo per fare risultato.
La storia ci dice che hanno vinto allenatori con caratteristiche opposte e squadre con filosofie che sono il contrario l’una dell’altra, l’importante è andare avanti con le proprie idee.
Tuta o giacca?
Di questo parlerò con la società, ma penso varrà poco. L’importante è che alla mia età non mi mandino nudo.
Come sono cambiate le metodologie d’allenamento dal Napoli al Chelsea e come cambieranno adesso alla Juventus?
Non cambiano le metodologie d’allenamento, cambiano i giocatori e le loro caratteristiche. Ripetere gli stessi allenamenti con giocatori diversi, con caratteristiche diverse, sarebbe da folli. Al Chelsea avevo 8 giocatori che potevano esaltare le individualità, a Napoli avevo giocatori che esaltavano il gruppo e giocavano di gruppo.
Cosa ti aspetto da Napoli-Juventus e che atteggiamento assumerai sui cori razziali?
A proposito dei cori razziali non è che cambio idea se cambio società. Penso che in Italia sia ora di smetterla. E’ una manifestazione di un’inferiorità così netta che si respira negli stadi europei che mi sembra ora di dissociarci tutti e dire basta. E’ giusto anche fermare le partite. Lo pensavo a Napoli, che è una delle squadre che subisce un certo tipo di atteggiamento, lo potevo subire di più a Napoli perché sono nato a Napoli, ma la mia idea di fondo rimane la stessa. Davvero è ora di smetterla.
Per quanto riguarda il resto dico solo una cosa: se esco dal San Paolo so che se mi applaudono è una manifestazione d’amore, se mi fischiano è una manifestazione d’amore. Uscirò volendogli bene come prima in ogni caso.
In questi tre anni di Napoli hai quindi recitato una parte per sfidare la Juventus?
Ho fatto tutto quello che potevo fare. Per dovere morale, perché stavo rappresentavo un popolo che ama la propria squadra e non vinceva da 30 anni. Per dovere professionale, perché ho il dovere di tirare fuori il 110% da tutti. Era forte il convincimento emotivo. Poi la storia è finita, tutti sanno come, ed ho fatto un grande gesto di rispetto andando all’estero. Poi sono stato contattato dalla Juve. E l’hanno fatto in un modo che mi ha convinto abbastanza in fretta.
Andrà da Cristiano Ronaldo?
Non lo so, ne parleremo nel pomeriggio con Fabio (Paratici ndr). E’ inusuale che un allenatore vada da un giocatore, ma voglio parlare con qualche giocatore per prendere mano con la realtà della Juventus e capire il gruppo e la situazione.
Fabio (Paratici) come mai la scelta di Sarri?
Abbiamo scelto Sarri perchè oggi siamo convinti che sia l’allenatore giusto per la Juventus, come lo eravamo convinti 5 anni fa con Allegri e come lo eravamo convinti 8 anni fa di Conte. Sarri è un grande allenatore, ultimamente ha aggiunto anche l’Europa League al suo curriculum. E’ l’allenatore giusto.
Sarri ha detto che la Juve l’ha convinta subito. Come?
Ho fatto 30 anni di trattative con le società e penso di aver affinato una sensibilità su quello che ti trasmettono i dirigenti. Mi rendo conto di quando davanti a me c’è una persona di grande livello di convinzione e determinazione. Non c’è una frase, ma l’atteggiamento, la disponibilità, la convinzione con cui vengono a cercarti, fare un sacrificio per venire a parlarti. Questo ti trasmette la loro volontà di volerti come allenatore. Loro mi hanno trasmesso questo.
Oltre a Ronaldo, quali sono i giocatori intorno a cui vuole costruire la squadra? Uno immagino sia Pjanic, l’altro?
Io penso che i giocatori che possono cambiarci la storia sono i giocatori offensivi, per il resto penso che abbiamo bisogno di grandi giocatori e stia a noi organizzarli per rendere al meglio. Poi negli ultimi 30 metri bisognerà partire dai talentuosi: Cristian Ronadlo, Dybala, Douglas Costa. E loro possono darci tanto in fase offensiva e dovremo adeguare la fase difensiva su quello che loro ci daranno. I giocatori che fanno la differenza sono i talentuosi e bisogna partire da loro.
Ci sarà spazio per Higuain nella sua Juventus? Ha fatto richieste sul mercato?
E’ presto per parlare di mercato. Devo prima prendere contatto con la realtà, poi devo ascoltare i dirigenti e le persone che sono qui da tanti anni. C’è una dirigenza ed io seguirò loro, sarebbe irrispettoso non farlo. Sul mercato si vedrà, ci sono gli addetti al mercato che seguono i giocatori, io non ho tempo di seguire i giocatori. A me interessano le loro caratteristiche. Ed una volta scelto il modo di giocare, potremmo fare le dovute valutazioni.
Cosa vorrebbe ereditare dalla mentalità di Allegri?
Allegri lascia una grande squadra ed ha fatto benissimo. Sarà difficilissimo sostituirlo. Dalla sua squadra, dal suo modo di giocare, vorrei ereditare la capacità di tritare l’avversari in poco tempo. Potevi mettere in difficoltà la Juventus per mezz’ora, schiacciarli. Ma a loro bastava 10 minuti per vincere la partita.
Mister cosa risponde a chi le dice che è integralista?
Ho spesso cambiato il mio modo di far giocare le squadre. A Napoli utilizzavo un modulo, al Chelsea prima un 4-3-3, poi un 4-4-2 mascherato. Se questo è essere integralista…….
Mister cosa è il sarrismo?
Non lo so che è il Sarrismo. Ho letto sulla Treccani che è una filosofia calcistica e non solo. Io ho sempre vissuto e pensato così. Io sono questo, negli anni ho cambiato modo di vedere il calcio e la vita, ma credo di essere rimasto lo stesso nei concetti. Una persona diretta, forse anche troppo, che ha bisogno di sentirsi dire quello che pensano e dire quello che pensa lui. Questo porta a scontri, ma sono scontri risolvibili. L’irrisolvibile è sempre il non detto, quello che scatena i rancori. Penso che nel corso degli anni uno cambi visione, ma spero di non avere cambiato i concetti di fondo che ho sempre avuto.
Ha sentito De Laurentiis? Ed Allegri?
No, non ho sentito De Laurentiis. Aurelio lo ringrazierò sempre, ma non l’ho sentito. Ho sentito alcuni giocatori, ma non vi dirò chi. Massimiliano neanche l’ho sentito, di solito l’estate ci si sente. Per il momento non l’ho sentito, spero di aver tempo di sentirlo. Ma quando ci sentiamo, di solito, è un cazzeggio.
Mister pensa che Cristiano Ronaldo ed Higuain possano coesistere nella sua idea di gioco?
Credo di sì, Gonzalo è un grande giocatore che ha vissuto male il post Juventus. Ma con la mentalità giusta e con gli stimoli giusti, Gonzalo può offrire ancora tanto. Parleremo con lui quando tornerà alla Juventus ed insieme valuteremo il da farsi.
Mister cosa è lo stile Juve e lei ci può entrare nonostante il passato?
Io non so cosa sia lo stile Juve, ieri sera ero a cena con gente che mi sembravano più amici che altro. Poi si cerca sempre la polemica. Io feci il dito medio a 10-20 stupidi, non ai tifosi della Juventus. Magari ho sbagliato a reagire, ma non li ritengo tifosi quelli.
Che step deve superare Bernardeschi per diventare un top? In Inghilterra un giorno sì e l’altro pure veniva esonerato dai tabloid, come l’hai vissuto?
Bernardeschi è un giocatore che piace tanto. Ha la qualità della coordinazione, è un giocatore tecnico e coordinato. Li manca un pizzico di continuità ed è il momento che deve cominciare a giocare continuità in un solo ruolo. Gli attacchi che ho subito li ritenevo ingiusti, ma li ho superati e mi hanno dato forza.
Quanto può incidere sul singolo giocatore?
Non si tratta di incidere un singolo giocatore. Il mio modo di pensare il calcio è diverso, devo tenere chiara la mia filosofia. Ma non posso pretendere che sia l’unica strada, devo capire quanto la mia filosofia può apportare alla Juventus, ma devo tenere conto anche le capacità dei singoli giocatori. Devo vedere il bene della squadra, ogni squadra è come un figlio con caratteristiche differenti. L’importante è continuare a vincere, magari divertendo tutti.
Paratici quale è la situazione di Pogba e Rabiot?
Sono due grandi giocatori. Pogba è dello United, li vogliamo bene, ma è dello United.
Per Rabiot abbiamo fatto la nostra offerta, ci sono tante squadre su di lui. Non è l’unico nome, tutti i giorni ci confrontiamo con Maurizio e tutti i giorni valuteremo giocatori adatti alle sue esigenze.
Termina la conferenza stampa con una foto con Paratici, Nedved, Agnelli e Sarri.