Penultima conferenza di Spalletti di questa stagione. L’allenatore nero azzurro presenta la trasferta di Napoli
Buongiorno a tutti voi, quando si dice che mancano solo tre punti significa che manca ancora molto. Abbiamo una trasferta insidiosa a Napoli perché negli ultimi anni si è vista la forza di questa squadra e in più hanno come condottiero uno dei maestri del nostro calcio, uno dei più bravi del calcio mondiale, e bel campionato quest’anno. Trasferta difficile, ma poi oltre ai propositi conta quello che si fa a fare e noi abbiamo fatto quello che dovevamo fare, abbiamo parlato in maniera corretta sulla preparazione di questa partita. Difficoltà? Sono differenti ma ugualmente pesanti da gestire perché poi quando una squadra è organizzata nel venirti addosso ti crea ancora più problemi nella costruzione del gioco e nel portare la partita dove vorresti. E per giocare nella propria metà campo servono caratteristiche che non abbiamo, dobbiamo portare la gara sui nostri binari e cercare di andare a giocare dall’altra parte, cosa che non sarà facile. Gli esterni? Segnare è essenziale nel calcio altrimenti non si vince ma arrivano da una tattica equilibrata e da un modo di stare in campo a livello di squadra e serve quindi impatto anche sulla fase difensiva, conquistare i palloni nei contrasti, essere squadra in tutto quello che si fa diventa fondamentale. Si tratta di portare nelle gare quello che abbiamo fatto nelle ultime gare e tornare a fare gol. La difesa? Loro davanti hanno veramente possibilità differenti da usare, hanno i rapidi e piccoli che puntano l’uomo e segnano o quelli fisici che presidiano l’area di rigore. Noi abbiamo una delle migliori difese del campionato. Sarà un bel confronto da vedere.
Con quale approccio si giocherà a Napoli?
Si cerca sempre di affrontare le partite provando ad affrontarle al massimo. Siamo nella condizione di disputarle bene per come ci siamo allenati come abbiamo fatto nelle ultime partite anche se non sono arrivate sempre vittorie, si cerca di vincere la partita, ma non ci metteremo a rischio di perderla, non è quella contro la Lazio dell’anno scorso, è una partita differente. Sappiamo che è una partita importantissima e diventa fondamentale arrivarci nel modo giusto, allenandosi bene in settimana: è come ti comporti dentro le intenzioni che hai che fa la differenza e noi ci siamo allenati bene.
Si parla tanto di futuro delle panchine, che riflessioni le vengono sul lavoro dell’allenatore?
Mah, è un lavoro complicato, è un lavoro bello e complicato. Difficile in base alla scelta che fai sul come farlo, quello che interessa a me degli allenatori adesso è Ancelotti perché è un maestro del nostro mestiere, lo stimo sotto tutti gli aspetti, è uno dei più grandi che ci sono stati nel nostro calcio. E se devo andare a pensare qualcosa dell’allenatore ora penso a quello che fa fare lui alla sua squadra perché per me conta la partita di domani.
Secondo lei Icardi resterà all’Inter?
Dò sempre valore alle cose che si dicono. Il mio pensiero è che Icardi è un buon ragazzo e un grande calciatore e se lui dice queste cose a due giornate dalla fine, c’è da prendere in considerazione quello che dice, la mia valutazione va in quella direzione lì e a lui fa piacere questo.
Come valuta la stagione di Lautaro, quanto è cresciuto?
Mi aspettavo la convocazione dell’Argentina per la Coppa America. Quando ho sentito parlare di lui i discorsi vanno sempre nella stessa direzione, in fondo si trovano d’accordo i discorsi che facciamo e credo gli possa venire poi dato un ruolo importante. Dico che fare la stagione in un club come l’Inter dà forza e convinzione, conoscenze diverse a tutti. Lui si sarà cibato di queste cose nuove e ora è un giocatore ancora più forte di quello che era quando è arrivato. La caratteristica che spicca è il carattere, ha forza mentale e caratteriale, è un calciatore da grandi club per il fatto che riesce a mantenere in qualsiasi confronto il massimo del potenziale proprio per il carattere che ha. Non si fa limitare da avversario o contesto o da come si parla di lui, lui esibisce sempre lo stesso marchio.
Qual è la caratteristica in cui l’Inter è cambiata nei due anni? E aver raggiunto la CL un anno e quasi nel secondo cosa significa avendo sopportato il fardello del fair play?
Non siamo stati poi bravissimi a ribaltare tutto quello che era il modo di stare in campo perché anche quest’anno abbiamo lasciato qualche risultato per strada, non solo per il risultato, ma per la consapevolezza di essere di un certo livello, su questo vanno fatti passi in avanti, però siamo cresciuti. Abbiamo lavorato correttamente e secondo me i risultati si sono visti. Il massetto è stato fatto e ora bisogna sopra poggiarci un po’ di roba. Sul Settlement agreement significa aver fatto bene nel presente per un futuro migliore. Quello qualche limitazione l’ha portata, c’è poco da fare, ma è chiaro che poi c’è da risalire sul pullman che porta in Champions League, quello va ancora fatto e c’è da portarci i milioni di interisti che se lo meritano e hanno fatto vedere grande attaccamento a questi colori, vanno portati nella competizione più bella del mondo.
L’anno scorso 19 punti dal Napoli quest’anno 10, si poteva fare di più?
Non lo so, mi rimane difficile. Non voglio portare esempi su lavoro fatto e risultato, so che ci siamo impegnati molto, in maniera seria e professionale. Lo sono stati i giocatori che hanno sempre dato il massimo, ma poi torniamo anche sul discorso del carattere, dipende da che carattere hai e poi riesci ad evidenziare tutte le tue caratteristiche o molte volte vieni influenzato sulle prestazioni. Come sei fatto fa la differenza, altrimenti ogni tanto sei costretto a doverti difendere da quello che dicono di te se non ti fai vedere allo stesso modo sempre.