Luciano Spalletti in conferenza stampa presenta la gara con con la Roma parlando anche della Champions e dell’Europa League.
Questa partita può essere un match point per la Champions?
Sicuramente trovarsi a sei giornate dalla fine a lottare contro una squadra di valore contro la Roma significa aver ridotto quel gap di differenza con le squadre come Napoli e Roma che negli ultimi anni hanno occupato in maniera stabile il podio del campionato. Per noi è un momento importantissimo e ci arriviamo con la corda tirata al punto giusto. Non è né moscia né tirata a rischio di spezzarsi. Di conseguenza andiamo a pizzicarla volentieri perché quando lo facciamo emette un buon sono.
Tottenham e Barcellona in semifinale di Champions e l’Eintracht in EL. Questo fa fare valutazioni diverse sul vostro percorso europeo?
Non mi interessa essere valutato dalle sconfitte altrui, mi interessa ci siano considerazioni obiettive sul nostro cammino e sul nostro lavoro. Quando ti giochi le qualificazioni per il turno successivo il 90% delle cose deve essere a posto, come è successo al Napoli o alla Juventus che forse non ci sono arrivate nel momento giusto o qualche infortunato che poteva fare la differenza. Come del resto è successo a noi contro l’Eintracht perché a me non crea nessun imbarazzo essere uscito in quella gara per il momento e le difficoltà di quando li abbiamo affrontati. Purtroppo poteva succedere. E la cosa che invece ha fatto la differenza in positivo da queste situazioni è che in quel condizionamento di quel che è successo può risucchiarti anche nelle gare successive. Giocare queste gare se non stai benissimo ti traina dentro e ti fa rischiare anche in campionato, perché quei giocatori che hai a livello muscolare e mentale difficile poi arrivano a quella successiva con il carico del risultato negativo. Che i nostri professionisti siano riusciti a mettere in carreggiata la macchina e viaggiare a pieno regime è stato un passaggio di serietà, professionalità, attaccamento. Ora ci permette di giocare questa gara per un risultato importante.
Il fatto di non avere Borja Valero e Brozovic quanto la preoccupa?
Non è esattissimo perché Borja Valero c’è. Brozovic lo valuteremo oggi anche se diventa difficilissimo e troppo rischioso ma gli ultimi 2-3 allenamenti in maniera differenziata li ha fatti. Devo entrare e parlare con i miei collaboratori sentendo la loro opinione ma Borja Valero c’è. Noi comunque abbiamo giocato partite anche senza entrambi facendo delle buone gare con Gagliardini e Vecino che si sono divisi il compito della costruzione e dell’inserimento. Anche Joao Mario è in un momento giusto, non è da escludere che si possa pensare a lui basso, perché lo sa fare. Però Borja Valero c’è.
Cosa le viene in mente quando incontra la Roma?
Prima di tutto che ci sono tre punti fondamentali per la nostra classifica, l’attenzione va tutta lì. Poi c’è il ricordo di stagioni fatte sulla panchina della Roma, tutte in maniera molto sentita, vissuta, perché a me piace far così e sono un bellissimo ricordo. Io tiro sempre una riga giorno dopo giorno per non essere invogliato a girare e tornare indietro ma è una bella cosa quella che ho alle spalle e non la dimenticherò mai. Ritroverò tante persone che conosco e le risaluterò volentieri.
E’ immaginabile che Lautaro giochi dal 1′ o è più probabile Icardi?
Mi viene difficile dire chi gioca perché vanno fatte delle valutazioni. Stanno bene tutti e due per cui la scelta verrà fatta in maniera coerente ma sarà diffiicile perché tutti e due meriterebbero di giocare.
Tra le persone che incontrerai ci sarà Totti. Di lui si parla per un futuro dirigenziale con un peso maggiore, pensi possa recitare questo ruolo?
Mi rimane difficile andare in casa d’altri a dare consigli. Alla Roma sanno come fare. Totti sa cosa fare. Preferisco non entrarci dentro. Il mio ruolo ora è un altro e loro rimarranno una delle società forti qualsiasi cosa farà. Non so nemmeno bene quel che è stato o che sono i discorsi.
Si parla in ottica futura anche per l’Inter della possibilità di prendere Dzeko. Le piacerebbe?
Parlo dei nostri di calciatori. Abbiamo un avversario temibilissimo e noi in quel ruolo abbiamo Lautaro e Icardi che stanno facendo entrambi bene. Keita ha fatto il suo lavoro in maniera corretta quando è stato chiamato. Per il mercato chiedete ad Ausilio, che è il professionista addetto a questi argomenti.
Si aspetta qualcosa in più da Ivan Perisic in questo finale?
Mi aspetto tanto da molti dei miei calciatori in questo campionato. Man mano che le giornate vanno a diminuire i risultati sono ancora più importanti e riuscire ad essere concentrati e maturi può fare la differenza per portare a casa una vittoria determinante. Mi aspetto ci sia la considerazione corretta del momento che si sta vivendo. Lui essendo uno esperto saprà collocare questa partita nel modo giusto.
Come vede la Roma per questa partita?
Ci arriva nella maniera corretta, hanno disputato delle buone gare. Hanno disputato delle gare come quella come la Sampdoria. Il resto è un po’ generale, le difficoltà che si attraversano nel nostro campionato toccano prima o poi a tutti. Devo pensare alle mie di difficoltà.
FcIN – Superare bene la gara di domani può essere uno step di crescita in più?
La riduzione del gap la determina una costanza di risultati già fatta in precedenza. E’ vero che ci è successo di abbassare il livello, ma per essere a lottare con la Roma, se si vanno a vedere i campionati precedenti diventa difficile trovare un appiglio a cui agganciarsi. E’ già stato prodotto un lavoro che ci ha messo nelle condizioni di avere quel miglioramento per essere a lottare per queste posizioni. E’ chiaro che qualsiasi ulteriore conferma sarebbe tanta roba. Riuscissimo a fare risultati anche nelle prossime ci darebbe stimoli e fiducia, sicurezza.
L’Ajax può essere un esempio per ridurre il gap dalla Juve?
E’ una partita. Non determina. Sull’Ajax dovremmo parlare di calcio ma non è cosa diffusa in conferenza stampa. Meglio parlare di altre cose… (ride, ndr). L’Ajax è in testa col Psv in Olanda. Ha perso 3-0 contro di loro. Ci sono componenti per cui noi abbiamo pareggiato con loro e allora abbiamo fallito. L’Ajax nel nostro campionato diventa difficile da comporre, perché tra il dire che si vuol vincere e il farlo ci sono in mezzo quei contenuti e quelle cose da provare sul campo. Dettagli da provare in maniera particolare. E ci vuole una strada credibile per i calciatori. Non è la sintesi far giocare questo o quello. Si va in campo e si prova, non è il non passare la palla al portiere perché deve parare. I più grandi club a livello europeo non lo prendono nemmeno il portiere se non sa giocare coi piedi. Noi continuiamo a dire che la costruzione bassa è un danno. Che si va a dire ai professionisti quando fanno un’esercitazione in campo? Quelli non fanno solo torello e partitina. Va anche bene che le cose si lascino andare perché hanno preso una direzione, ma che professionista sei se non hai una strada da seguire? Qual è la strada da seguire e che vuoi stimolare nei calciatori? Loro hanno una cultura a livello di nazione e club per cui si va a giocare per portare a casa un disegno costruito precedentemente perché è un modo professionale di lavorare. Ieri Dotto ha fatto un articolo che ha scritto in modo appassionato. Poi naturalmente su alcune cose non mi trova d’accordo ma mi ha fatto sentire davanti a uno specchio in tanti dei suoi passaggi e quando lui dice dei mulini a vento, lui sicuramente non è un mulino a vento. E’ una penna importante e prestigiosa del nostro giornalismo. Può scrivere anche i difetti che ho ma li scrive in maniera appassionata. Lo stesso è il calcio: chi lo fa deve farlo in maniera appassionata, spiegando ai calciatori perché fare questo e quello. All’estero cominciano con la costruzione bassa del portiere perché liberano lo spazio alle spalle degli avversari. Per cui io faccio il passaggio in più, poi si rischia di perderla ma se passo da quel pressing mi si apre una prospettiva diversa in cui giocare e vado a sviluppare e prendere vantaggi in quegli spazi. Quando si fanno i paragoni troppo facili cozzano con la domanda dell’Ajax. L’Ajax ha fatto quello perché lavora in quel modo e piano piano viene ripagata. Noi abbiamo fatto delle operazioni per colmare quel gap sul mercato perché abbiamo bisogno di fare questo. Zaniolo è uno di qualità ma non è l’unico che è rientrato nelle trattative di qualità e purtroppo abbiamo dovuto prendere delle decisioni di mercato per salire velocemente di gradino. Non c’è il tempo di programmare il mercato e purtroppo a ogni operazione dovevamo rendere conto al Fair Play Finanziario, questo ci ha obbligato a mettere nelle operazioni giovani promettenti come Zaniolo. I sacrifici li abbiamo fatti per portare Nainggolan, che poteva essere il calciatore che ti dava subito quella differenza, il risultato per cui avevi penato negli ultimi anni. Poi è chiaro che vanno fatte collimare, ci sono necessità per cui bisogna colmare. A volte si fa bene e a volte male, però son sempre state tutte considerazioni e prese di posizione per il bene dell’Inter.