Il Napoli di Ancelotti visto ieri sera a Milano è sembrata una squadra “normale” come tante. Sicuramente merito anche dei nero azzurri che stanno attraversando un buon periodo di forma e che Spalletti ha sicuramente saputo organizzare.
Il problema dei giocatori partenopei, però, potrebbe affondare le sue radici in cause ben più profonde.
Andando a ritroso nel tempo si può vedere come l’espulsione di Insigne e l’applauso di Koulibaly possano essere solo la punta di un iceberg che Ancelotti dovrà essere bravo a sciogliere, almeno parzialmente, entro il 29 e poi durante la sosta.
La gara casalinga contro la Spal, giocata bene, ma non chiusa a tempo debito e salvata solo da uno strepitoso Meret nel finale. La gara di Cagliari, giocata non da grande squadra e risolta solo da una magia di Milik nel finale.
La vera causa del disagio
Due 1-0 che hanno nascosto un’insofferenza forse più psicologica che fisica. Le cause potrebbero derivare da quello scoglio che Alisson eresse davanti a Milik negli ultimi minuti di Liverpool-Napoli e che ha condannato i partenopei all’Europa League.
Chi ne sta risentendo
Chi maggiormente sta vivendo questo disagio è però Allan. Il Brasiliano non è più il recuperapalloni di qualche settimana fa, anzi commette degli errori di superficialità abbastanza grossolani. Ieri sera, ad un certo punto, lo stesso brasiliano, è sembrato lamentarsi di se stesso per quanto non riuscisse a fare.
La cosa più importante è che Ancelotti riesca a portare in superficie queste radici per estirparle e ritrovare la squadra con il bel gioco ante Liverpool.
L’epilogo
Sarebbe potuta finire 0-1 se Zielinski, negli ultimi minuti, non avesse centrato Asamoah sulla linea di porta a botta sicura.
È terminata 1-0 grazie al tocco chirurgico di Lautaro Martinez su una palla sporca arrivatagli in area di rigore