Il Milan ottiene un vantaggio importante di 2 gol poi il Napoli accorcia le distanze e i rossoneri affondano. Le responsabilità maggiori però sono di mister Gattuso.
Una partita bella ed emozionante quella vista al San Paolo ieri sera. Ovviamente c’è molta amarezza sulla sponda rossonera di Milano, dove sullo 0-2 si credeva veramente di aver centrato un’impresa. Il Napoli però non molla mai e Gattuso dalla panchina ci mette del suo: cambi totalmente sbagliati nel momento più delicato e rossoneri che perdono tutte le certezze mostrate nei primi 50 minuti. Analizziamo la partita tramite numeri e delucidazioni tattiche.
Il Milan parte bene, nei primi minuti la partita non ha un vero padrone e al 15esimo Bonaventura sigla un grande gol. Da quel momento in poi la squadra milanese copre bene il campo senza rischiare eccessivamente, sono molti i passaggi nella zona difensiva però e questo è un dato poco incoraggiante.
Il secondo tempo vede i rossoneri siglare lo 0-2 di Calabria al minuto 49, appena 4 minuti prima del gol di Zielinski che riapre la sfida. Da qui in poi è buio rossonero: la squadra affonda e si limita alla sola fase difensiva nonostante al termine del match manchino ancora 40 minuti.
Dopo l’ 1-2 i rossoneri spariscono dalla partita e da qui partono gli errori di Gattuso con una squadra che si difende e basta senza proporre gioco. Questo atteggiamento (a 40 minuti dal termine del match) costa carissimo al Milan.
Parte la sagra dell’errore per Gattuso: 3 cambi su 3 sbagliati e atteggiamento della squadra che peggiora minuto dopo minuto. Il primo cambio avviene al minuto 58: fuori Biglia dentro il neo acquisto Bakayoko. In questo modo “ringhio” toglie alla squadra l’unica vera fonte di gioco. L’Argentino dopo la partenza di Bonucci è l’unico giocatore della rosa ad avere la qualità per far partire l’azione. Al suo posto il nuovo arrivato che da subito non capisce le indicazioni tattiche e sembra del tutto spaesato in campo. Non di certo una buona idea buttare nella mischia un esordiente in una partita così importante ma sopratutto in un momento così delicato. Al 67esimo minuto arriva il 2-2 del Napoli sul tiro da fuori di Zielinski. Dopo 4 minuti altro cambio: fuori Borini dentro Laxalt. Questa sostituzione non è un errore sul piano tattico, ma è stata effettuata in ritardo. Borini era sparito dal match almeno 20 minuti prima e la freschezza di Laxalt serviva prima del pareggio napoletano.
Facile da prevedere il vantaggio del Napoli che spinge senza sosta fino al gol del neo entrato Mertens. 3-2 e partita chiusa a 10 minuti dalla fine con il Milan che non reagisce.
All’80esimo arriva l’inevitabile 3-2 napoletano ed un minuto dopo il cambio più inspiegabile del tecnico milanista: fuori Bonaventura dentro Cutrone. Il baby attaccante del Milan è un ottimo prospetto e ama giocare prima punta per sfruttare gli assist dei compagni. In quel ruolo è rimasto giustamente Higuain e senza Bonaventura il Milan ha perso anche la manovra sulla trequarti avversaria. Importante dire che il cambio è stato deciso prima del vantaggio azzurro e questo lo rende ancora più difficile da capire. Il risultato vede Cutrone non toccarla quasi mai e i rossoneri non riescono a impensierire il Napoli nel finale di partita.
Molti i numeri che testimoniano la gara eccesivamente difensiva del Milan dopo il doppio vantaggio rossonero.
I Rossoneri nel corso della gara hanno effettuato 511 passaggi, cifra molto vicina ai 537 effettuati dal Napoli. Il dato significativo è che la squadra ospite di questi 511 ne ha effettuati solo 54 nella trequarti offensiva del campo mentre il Napoli ben 155. Quasi il triplo. Nel Milan, che dialogava quasi solo in difesa, la più frequente combinazione di passaggi tra giocatori della squadra è Musacchio-Calabria e la seconda è Calabria-Musacchio: dato significativo.
Rammarico quindi per i rossoneri che partono bene accarezzando l’impresa ma cadono sotto i colpi della squadra di Ancelotti aiutata dagli errori di lettura della gara da parte di Gattuso. La nota più positiva del Milan è Gonzalo Higuain: certezza assoluta e campione vero che pur senza segnare tiene palla e lavora anche a centrocampo. Questo era comunque l’esordio stagionale per il diavolo e sia il mister che la rosa possono migliorare sotto tutti i punti di vista.