La gara di domani per la piazza è molto particolare. Che Fiorentina si aspetta?
“La Fiorentina suona uno spartito classico, sono sempre arrembanti. Al di là della vittoria o della sconfitta hanno numeri impressionanti, gli è mancato la concretezza. Sono da temere, ma mi interessa più di quello che siamo diventati noi. Sulla carta a inizio stagione forse era a senso unico, ma adesso l’Empoli se la gioca contro una squadra costruita per i piani alti. Ai nostri tifosi promettiamo di metterci il massimo, il 110% delle nostre possibilità”.
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Fiorentina ennesimo esame della stagione. Arriva al momento giusto?
“Gli esami non finiscono mai, dopo la Fiorentina avremo il Napoli. Dobbiamo ragionare gara per gara cercando di fare punti ovunque. Contro di noi avremo squadre con grosse qualità, la variabile è molteplice e soprattutto hanno molte carte a loro disposizione. Hanno qualità dappertutto, se ci focalizziamo sui nostri avversari siamo sempre inferiori ma poi c’è il campo. Noi cerchiamo di andare contro gli episodi, cerchiamo sempre di fare il massimo di squadra mettendoci cuore e qualità”.
Può essere decisa nell’ultima mezzora questa partita?
“Sì, se riusciamo a renderla decisiva nei primi minuti. Ultimamente abbiamo fatto gli straordinari, dobbiamo mantenere la partita viva fino all’ultima. La squadra deve essere concentrata su tutti i dettagli, anche negli spazi che loro possono concedere”.
Sarà una gara che vincerà chi sarà più attento?
“Noi non possiamo prescindere dall’attenzione. Ai ragazzi la cosa che abbiamo fatto bene contro lo Spezia è che abbiamo fatto gol con delle azioni. Per fare certi gol servono qualità, ci siamo arrivati continuando a macinare gioco. Ciò significa che stiamo crescendo. D’altra parte non siamo una squadra che può pensare di fare 4-5 gol, il potenziale dei nostri avversari è sempre alto”.
Sono tanti i singoli che sono cresciuti. C’è qualcuno che l’ha gratificata maggiormente?
“Diciamo che è sempre difficile parlare dei singoli, perché loro migliorano solo in un certo contesto di squadra. Altrimenti le qualità rimangono inespresse. Faccio il nome di Ismajili perché è vero che sono partito da zero, ma lui partiva dietro nelle gerarchie ed è diventato un punto di forza straordinario. Questo è un merito del ragazzo, perché non ha accettato la sua situazione e si è migliorato molto. Per il rendimento che ha è da squadre importanti, ha un gran leadership e si sta completando. Sono orgoglioso, ho fatto il suo nome come esempio per gli altri calciatori”.
Come stanno Haas e Baldanzi?
“Haas ha avuto due o tre settimane in cui conviveva con un dolore al ginocchio. Prima di dirti che sta male giocherebbe con una gamba sola, questo a volte è un difetto perché non molla mai ma mette a rischio la sua situazione. In queste settimane ha lavorato bene ed è guarito dal male al ginocchio. Torna per questo a essere un nostro punto di forza, cosa che adesso dovrà fare Grassi. Baldanzi sì, ha giocato poco contro lo Spezia, ma sarebbe stato fresco lo stesso, è stato sacrificato per un discorso tattico e lo ha capito subito”.
Può pesare la partita di coppa per la Fiorentina?
“Se capitasse a noi io preferirei vincere e recuperare meno, perché l’aspetto mentale prevale su quello fisico. Magari avranno meno tenuta ma hanno tanti cambi e una rosa profonda. Le armi le hanno, hanno fatto una vittoria larga che gli ha restituito grande forza nei suoi mezzi”.
A che punto è il vostro margine di crescita?
“Siamo al 70%, abbiamo margini anche se non infiniti. Il processo di crescita è evidente e si vede nel lavoro di squadra. Potremo esprimere il massimo solo se riusciremo di non essere appagati mentalmente. Non dobbiamo accontentarci, il nostro campionato non dovrà essere anonimo ma farci vedere dagli altri. Motivazioni ce ne sono davvero tante e questa sfida i ragazzi la stanno cogliendo. Andremmo fuori dimensione se dicessimo che non dobbiamo avere difficoltà. Dobbiamo sapere chi siamo, senza regalare nulla ai nostri avversari”.