Dopo la straripante vittoria con il Sassuolo, la squadra di Tudor è chiamata alla conferma del buon momento contro il Bologna.
Tutti parlano dei vostri attaccanti, ma lei cosa fa l’anno prossimo?
“È una domanda alla quale non do importanza, con tutto il rispetto. Stiamo facendo bene, viviamo un buon momento dal punto di vista fisico e psicologico. Ora bisogna essere intelligenti e schiacciare ancora più forte l’acceleratore, pensando il meno possibile a tutte le altre cose, alle classifiche e ai calcoli. Bisogna andare forte e fare le nostre cose”.
C’è anche qualcosa di suo negli schemi offensivi.
“Come ho detto già in precedenza, se non hai giocatori bravi non si fanno i gol. Poi mi piace infondere coraggio nell’andare a fare gol. È da quando alleno che ho dentro di me questa cosa, non mi trovo bene a star dietro, anche allenando squadre meno forti. Qualcuno potrebbe parlare di squilibrio in questo caso, io non la penso così: insegno il coraggio di andare a fare male con tanti giocatori. Poi chiaramente diventa più facile: bisogna fare anche altre cose, come le preventive. La squadra deve stare bene fisicamente, soprattutto. Ad ogni modo, dipendiamo tanto dai giocatori che abbiamo: è un piacere allenarli”.
Come ha lavorato in settimana?
“È stata una settimana corta, abbiamo giocato domenica e venerdì si rigioca. Con quelli che tornano dal Covid ci vuole un po’ di tempo, e va usata anche la sosta per farli tornare al livello di prima. Ma stanno crescendo in molti, speriamo di restare così”.
È quello visto contro il Sassuolo il livello al quale aspira?
“Me lo auguro. Nell’arco dell’anno ci sono sempre momenti buoni e momenti meno buoni: un allenatore deve sempre mantenere il suo credo. Ora siamo in un momento positivo, sono sicuro che avendo giocatori intelligenti possiamo capire che bisogna sempre puntare a tutto. La Serie A è un campionato difficile, se non vai e ti abbassi ti puniscono. Il Bologna è una squadra seria, con giocatori importanti e un allenatore esperto. È sempre stato difficile da affrontarli e mi aspetto sia così anche domani”.
Quanto manca alla salvezza? Ci siete vicini?
“In termini di punti si sa quanto manca. Senza calcoli, vogliamo fare una bella prestazione domani. Non ti porta a niente pensare a queste cose: è bello per chi sta fuori, ma per chi fa sport tutto questo non dà niente. Il giocatore deve essere concentrato su quello che fa in campo, e trovare piacere nel fare queste cose. Se facciamo una bella prestazione, magari viene il risultato. Ma se fai le tue cose, tu vinci già, anche se perdi”.
Come stanno Tameze e Ceccherini? Simeone non segna da cinque partite…
“A Reggio Emilia mi è piaciuto Simeone, è sempre stato coinvolto nelle azioni da gol. Con la sua generosità ti dà sempre qualcosa. L’ho visto in crescita: meno pensa che deve fare gol, meglio è. La chiave è quella. Sono convinto che farà una bella gara. Per gli altri due valuteremo oggi”.
Avere un gruppo così unito è frutto del caso o c’è una costruzione da parte della società?
“Penso sia merito della società. Ho trovato questo gruppo, chi li ha scelti ha fatto un buon lavoro. Se te scegli una strada, come quella intrapresa qui, i caratteri sono importanti. Se non c’è predisposizione al sacrificio non si può avere niente. Poi c’è un bel mix tra giovani ed esperti: chiunque arriva, vede quelli che indicano la strada”.
Si vede vicino a Juric come caratteristiche?
“Nessuno può essere il clone di nessuno. Poi nel calcio c’è da ‘rubare’ sempre, anche Ivan lo dice. Dieci anni fa andai a vedere gli allenamenti di Conte alla Juve, ho visto delle cose, mi sono piaciute e le ho prese. Quando citiamo Gasperini o Juric parliamo di due degli allenatori più bravi, a livello internazionale. Rubi qualcosa, ma se non la senti tua non la puoi fare. I giocatori lo capiscono, se non sei bravo a trasmettere il tuo credo non c’è niente. Poi devi avere anche i calciatori per farlo, devi capire in quale club sei, in quale campionato… Poi è importante la società, che non ci siano troppe persone dentro”.
Sarà più importante la sosta o la chiusura del mercato?
“Sul mercato qualcosa si farà. Noi siamo già contenti così, ma siccome abbiamo lasciato andare Magnani e Cetin e si è fatto male Dawidowicz è giusto intervenire là. Durante la sosta potremo lavorare e provare a crescere”.
Domani sarà una partita strana, in un Bentegodi semivuoto.
“Ci mancherà, è un piccolo problema che va accettato. Spero che i 5.000 si facciano sentire”.
In settimana Setti ha detto che Barak può giocare nei 4-5 top club a livello internazionale. È d’accordo? Domani sarà titolare?
“Ho detto che può stare in tutte le squadre della Serie A, è evidente. Domani ci sarà, sta bene: dopo la tripletta mica lo posso lasciare fuori (ride, ndr)”.
La presenza di Depaoli consentirà anche a Faraoni di rientrare con più calma?
“Sono contento, ci può dare una mano sia a destra che a sinistra. Ci darà una grande mano da qui al termine della stagione”.