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Tutti i convocati e le conferenze del 5º turno 2024/25

Potrete trovare tutti i convocati e le conferenze del 5º turno di campionato per fare al meglio le vostre valutazioni sull’undici da schierare al fanta.

Di seguito tutti i convocati e le conferenze del 5º turno di campionato 2024/25.

ATALANTA

In attesa di news ufficiali su conferenza e convocati.

BOLOGNA

In attesa di news ufficiali su conferenza e convocati.

CAGLIARI

Nicola pronto a ripartire dopo la battuta d’arresto in casa con il Napoli:

Ci saranno modifiche di formazione considerata la seconda gara in 5 giorni?
“Vedremo. Abbiamo avuto qualche difficoltà a livello fisico, ma ci siamo. Indubbiamente per me sarà una gara particolare, ma vado avanti. A me interessa il risultato e andare avanti”.

Potrebbe esserci una frenesia di vincere?
“Stiamo facendo quello che dobbiamo fare. Non mi aspettavo di essere già competitivo, e questo grazie ai ragazzi. Sono professionisti seri. E’ chiaro che dobbiamo ancora migliorare, ma sono fiducioso e felice”.

Corsi ha detto di essere rimasto deluso dal suo addio.
“E’ stato molto gentile per quello che ha detto. La mia scelta era data da una sfida che volevo fare. Ho incontrato gente seria, che sa fare il proprio lavoro. A me interessa essere focalizzato sulle mie scelte. Il calcio è fatto anche di queste cose”.

Il Cagliari crea, ma segna poco. Potrebbe creare ansia?
“Non dobbiamo diventare frenetici, ma desiderosi di migliorare e concretizzare. In Italia si tende a guardare sempre ciò che non funziona. Ricordiamo che abbiamo iniziato un discorso, e i ragazzi lo sanno. La prospettiva non deve portare a dimenticare l’obiettivo. Quando si gioca bisogna mantenere sempre alta la concentrazione ed avere equilibrio. Le aspettative devono essere equilibrate. Sono convinto che se anche l’ambiente avrà fiducia, i ragazzi giocheranno con serenità, entusiasmo e convinzione. Non basta correre e stop. Bisogna farlo con criterio”.

Come sta Gaetano? Potrebbe esserci una possibilità per Pavoletti o Lapadula?
“Assolutamente sì. Tutti sono a disposizione. Dobbiamo crescere soprattutto a livello di collettivo. Domani potrei fare scelte diverse. Pavo e Lapadula sono due atleti importanti, ma devo guardare ciò che ritengo più produttivo”.

Come è cambiata l’Empoli?
“C’è un allenatore diverso con diverse idee tattiche. E’ una squadra veloce, sa ripartire, non ha un grandissimo possesso palla, ma per scelta. Dovremo aspettarci una squadra pronta ad aggredirci da vicino, nonché a chiudere ogni spazio. Sarà una gara altamente combattuta, ma sono convinto che abbiamo i mezzi per fare nostra la gara”.

Solo 1 goal in 4 gare. Casualità?
“E’ un problema che possiamo ovviare cercando di mandare in goal più elementi, anche non attaccanti. Casualità? Non mi piace parlare di questo. Mi soffermo sul fatto che le occasioni vengono create, ma dobbiamo migliorare sulla freddezza nel concretizzarlo e nella qualità. Ma sono convinto che lo faremo”.

Come sta Luvumbo?
“Credo che Viti dovrà stare attento. Zito lo vedo bene, deve imparare a gestire la scelta finale”.

COMO

In attesa di news ufficiali su conferenza e convocati.

EMPOLI

Qual è l’ulteriore step che chiede ai suoi ragazzi?
“In questo momento non manca niente, perché bisogna ragionare sulle squadre che abbiamo affrontato. Il fatto di aver fatto bene le prime partite non significa che non possiamo avere difficoltà domani. Il Cagliari ha giocato alla pari contro il Napoli, nonostante il risultato pesante, hanno investito molto e sono forti. Sappiamo che l’ambiente spinge molto, le difficoltà che ci può dare quel campo. Dobbiamo essere bravi sotto l’aspetto fisico ma anche sotto l’aspetto mentale, non sarà una gara tattica ma fatta di duelli. Credo che sia la più difficile”.

Quali sono le insidie della gara?
“Le insidie principali è che affrontiamo una gara fisica, con qualità, che ha ottimi giocatori. Basta guardare i sessanta minuti giocati contro il Napoli, il cui risultato finale è dettato da episodi. Noi dovremo essere bravi a fare arrivare gli episodi dalla nostra parte e per farlo dobbiamo andare in campo cercando la prestazione. Pur sapendo che affrontiamo una squadra che gioca con grande intensità”.

Con l’infortunio di Sazonov si può creare una falla?
“Sono arrivati successivamente dei giocatori, ci dobbiamo abituare che giorno dopo giorno ci possono essere nuovi titolari. Dobbiamo essere pronti quando si è chiamati in causa, ci vuole lo spirito di adattamento anche nel ricoprire più ruoli. Lo fanno con la massima intensità e il massimo impegno. Dispiace chiaramente per lui, per l’infortunio, ma andremo avanti”.

Ci sono delle similitudini tra Cagliari ed Empoli?
“Non mi permetto di giocare sul gioco dei miei colleghi, secondo me similitudini non ce ne sono. Noi proponiamo un certo tipo di calcio, la partita che ci aspetta lo sappiamo. L’anno scorso hanno avuto uno stadio che spingeva, dobbiamo essere pronti dal primo minuto perché partiranno forte ma dobbiamo duellare fino alla fine. Non possiamo recriminare di non aver dato tutto”.

All’interno dello spogliatoio si sente questo incrocio con gli ex?
“Sentimentalismi nel calcio non ci devono essere, sappiamo che miracolo ha fatto Nicola lo scorso anno. Ieri avevamo allenamento a porte chiuse, eppure c’era qualcuno a spiare i nostri allenamento. Quando si va in campo i sentimentalismi non ci devono essere, loro ci vorranno battere così come lo vogliamo noi”.

Come sta Sambia?
“Sono valutazioni da fare, bisogna valutare il minutaggio che può avere. Lui ha avuto un infortunio, piano piano dobbiamo portarlo a regime, se c’è bisogno lo schiererò. Può giocare in tanti ruoli, ha un ottimo calcio”.

De Sciglio come sta?
“Per la partita di domani è disponibile, poi il minutaggio va valutato. Sicuramente la sua esperienza domani ci può servire”.

Andrà in panchina o visto il cammino finora resterà in tribuna?
“La scaramanzia è dei deboli, poi dalla tribuna di Cagliari si vede male. Per cui andrò in panchina”.

FIORENTINA

In attesa di news ufficiali su conferenza e convocati.

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GENOA

In attesa di news ufficiali su conferenza e convocati.

INTER

In attesa di news ufficiali su conferenza e convocati.

JUVENTUS

In attesa di news ufficiali su conferenza e convocati.

LAZIO

In attesa di news ufficiali su conferenza e convocati.

LECCE

In attesa di news ufficiali su conferenza e convocati.

MILAN

In attesa di news ufficiali su conferenza e convocati.

MONZA

In attesa di news ufficiali su conferenza e convocati.

NAPOLI

Conte in conferenza stampa pre Juventus:

“Prima di iniziare vorrei rivolgere un piccolo pensiero per la scomparsa di Totò Schillaci, a soli 59 anni viene a mancare un calciatore ed una persona soprattutto per noi del Sud che è un po’ l’emblema, una persona che ce l’aveva fatta ad arrivare in alto, rappresentava per noi tutti un grande esempio. Sono davvero rattristato e dispiaciuto, ho avuto la fortuna di giocare con lui alla Juve quando avevo 21 anni, lui era già affermato. Un pensiero alla famiglia per la perdita di un’ottima persona”.

Questa partita arriva troppo presto per testare il livello della sua squadra?
“Come ho detto prima del Cagliari, un po’ per tutte le squadre, col mercato che è finito così tardi, c’è una fase di assestamento. Alcuni nuovi sono arrivati da pochi giorni e devi fronteggiare poi tre partite con chi è partito. Stiamo tutti lavorando sodo per trovare la giusta quadra, chi ha tempo non aspetti tempo, ogni partita vale tre punti. Stiamo cercando tutti la quadra ma c’è anche la necessità di vedere buone prove e fare punti perché questi valgono a fine anno. Mi aspetto di dare continuità, di crescere, sotto tanti punti di vista, non fermarci a pensare cosa è stata l’ultima partita e non illuderci perché ogni santa partita per noi è un test”.

Gara particolare per tutti, anche per lei, per la città, per la squadra. E’ esagerato definirlo già un esame?
“Ogni gara è un esame, lo è stato a Cagliari per alcuni aspetti, temperamentali, su un campo difficile a livello ambientale. A volte può essere un esame a livello tattico, ambientale, temperamentale. Dobbiamo affrontarlo con la massima serietà al di là di chi c’è di fronte”.

Napoli in ricostruzione, Juve reduce dal terzo posto ed ha speso 200mln.
“Ci auguriamo possa essere una sfida che conti qualcosa, sia per loro che per noi, oggi è presto per dirlo. Partiamo su due livelli diversi, rispetto all’anno scorso ci sono 18 punti da recuperare, ma sicuramente entrambe avranno voglia di rivalsa. Non penso che una squadra come la Juve possa accontentarsi di arrivare terza ed a distanza siderale dall’Inter, noi non possiamo pensare di finire 20 punti dietro loro, il Milan e 40 dall’Inter. Partiamo da differenti livelli di partenza, ma ci auguriamo al ritorno in casa nostra che si possa parlare con maggiori certezze”.

Ci racconta dal punto di vista emotivo se si è abituato ad affrontare la sua ex squadra da giocare ed allenatore?
“E’ inevitabile, la mia storia parla chiaro, 13 anni alla Juve da calciatore, sono stato capitano per diversi anni, vincendo praticamente tutto. Ho avuto la possibilità di allenare 3 anni in un periodo difficile della Juve, aprendo un ciclo di 9 anni di Scudetti. Faccio parte della storia della Juventus per ciò che ho fatto e dato, è inevitabile da calciatore per ognuno di noi è più semplice, puoi anche scegliere di restare per sempre. Mi riferisco qui a Bruscolotti a Napoli, Maldini, Baresi, Antonioni, Totti ecc. da allenatore è molto difficile, impossibile che sia tu a decidere la tua carriera. Ho allenato la Juve per 3 anni, la carriera mi ha portato in piazze diverse, che ho onorato diventando il primo a difendere i colori per queste squadre, oggi ho il piacere davvero immenso di allenare una squadra come il Napoli, per me che sono del sud è orgoglio e soddisfazione. Ci sarà grande emozione nel tornare in quello stadio, c’è stata l’inaugurazione con me, sarà la prima volta con i tifosi perché tornai col Covid, lo sarà sempre così come sarà in futuro tra molti anni affrontare il Napoli da avversario, mi auguro da un bel po’ però (ride, ndr)”.

Ci sarà un abito diverso per il Napoli?
“Dobbiamo indossare un bell’abito, ho il piacere con i ragazzi di offrire sempre un bello spettacolo. Durante le partite devi essere pronto con il tuo bell’abito, appena uscito dal sarto, a sporcartelo perché senza la giusta cattiveria… devi farlo, anche se hai un bell’abito. E’ il connubio vincente per le grandi squadre, ci sono diversi momenti della partita. Anche l’Inter ieri, è andata in casa del City ed ha alternato momenti in cui ha giocato a calci ed altri in cui era in 25 metri tutti dietro a difendere dimostrando di essere una squadra con la S maiuscola, non si può indossare solo un abito e dobbiamo capirlo. L’anno scorso si pensava spesso ad attaccare e c’era disequilibrio o non c’era voglia feroce di riconquistarla o di ricompattarsi, noi su questo stiamo lavorando”.

Quanto ha inciso l’aspetto fisico? 5 giocatori sopra 1.90, il Napoli ha cambiato taglia rispetto all’anno scorso.
“Qualcosa è cambiato rispetto all’anno scorso, c’erano 12-14 giocatori in uscita, 7 in entrata, è cambiata la scelta di alcune caratteristiche. L’aspetto fisico è importante nel calcio di oggi. Il calciatore top deve essere forte, veloce e resistente, la qualità non la consideri perché deve esserci. Noi dobbiamo essere una squadra forte, veloce e resistente, ci stiamo lavorando, ci sono stati cambiamenti, ci sono elementi nuovi che stiamo inserendo su quella base di 10-12 giocatori che abbiamo scelto col club di confermare”.

Molti sottolineano il vantaggio di non aver giocato in Coppa. E la Juve a che punto è?
“Thiago Motta raccoglie un’eredità pesante, un allenatore che ha scritto parecchie pagine di storia come Allegri. Non è una cosa banale allenare lì, c’è richiesta di vittoria, come al Milan o all’Inter. E’ stato un mio calciatore con la nazionale agli Europei, mi fa anche sorridere, ma anche rattrista un po’ perché sto diventando vecchio (ride, ndr). E’ un ragazzo serio, bravo, a Bologna ha fatto benissimo e quindi gli auguro il meglio dal punto di vista umano, non nelle partite contro di noi. Sulle coppe sapete che io dico sempre la verità: c’è un vantaggio e uno svantaggio. Per me che sono al primo anno mi dà modo di lavorare di più, altrimenti con 3 partite il lavoro è ridotto, quando arrivi in un nuovo club hai bisogno di tempo per lavorare sulle tue idee e dopo tanti giocatori arrivati all’ultimo. Non nego che c’è l’aspetto positivo di lavorare, lo svantaggio è che senza coppe fai una rosa che non è competitiva come quelle per l’europea. Anziché 25-26 elementi ne hai 17-18”.

 A che punto è l’inserimento di McTominay, Gilmour e Neres?
“Più tempo passa e più entrano dentro la nostra idea, con David abbiamo lavorato durante la sosta, dieci giorni con Billy e Scott, è stato positivo, stanno capendo l’idea di calcio che vogliamo fare. Si adattano alla tipologia di lavoro anche dal punto di vista fisico, metabolico, di forza, cosa chiede il tecnico, sono contento perché sono ricettivi e possono darci un buon contributo”.

E’ preoccupato dalle tante palle gol lasciate a Cagliari e Parma? Ci sarà qualche accorgimento tattico per coprire la squadra?
“Tutti vorremmo la partita perfetta, far 4 gol e non far tirare gli avversari, mi auguro di arrivarci a questo dominio senza lasciare occasioni, ma è difficile. Il campionato italiano è molto tattico, tutti studiano gli avversari, ci sta di lasciare agli altri di attaccare, fa parte del gioco. Io metterei la firma per subire però un solo gol nelle ultime tre partite come è successo”.

Kvara oggetto di falli ripetuti e sistematici, a Verona costretto ad uscire, a Cagliari non sanzionati.
“Odio il gioco violento, anche da calciatore non mi sono mai permesso di fare un’entrata per far male, non è da uomo. Mai mi sono permesso ad un mio calciatore ‘dagli subito un calcio che così lo spaventi’, e prima era più rustica la situazione. Forse è quello che è capitato a Cagliari dopo 30 secondi con un fallo intimidatorio, lì gli arbitri non devono aver paura di dare il giallo. Può accadere dopo un secondo o al 95′, è un fallo intenzionale dove metti a rischio l’incolumità del giocatore. Non penso volesse fargli male, non lo voglio neanche pensare, ma il giallo c’era e bisogna in quei casi sanzionare anche per difendere chi ha talenti ed il gioco”.

Un aneddoto o un ricorso su Schillaci.
“Io appena arrivato a Torino da persona del sud, da Lecce, avevo molto legato con lui, fu molto disponibile. L’aneddoto è che io quando arrivai, per me erano tutti campioni, davo del voi a tutti per rispetto, lo vedevo come un idolo anche se lui era molto molto umile e si mise a disposizione”.

Spirito di gruppo ritrovato che ha esaltato anche i nuovi come Buongiorno ed ha fatto riemergere anche Di Lorenzo e Anguissa.
“L’arma vincente non solo del Napoli di due anni fa, sarà sempre quella di tutti i gruppi che puntano a qualcosa di importante. Lo spirito di gruppo, l’unione, soprattutto nei momenti di difficoltà… io vi dissi che ho trovato un gruppo perbene, senza chi pensa con egoismo e quindi su questo è molto più semplice cercare di insistere su alcuni tasti e lo spirito di gruppo si costruisce nel percorso, soprattutto nelle cadute e c’è da tirare fuori lì le cose negative ed affrontarle, come accaduto a Verona con onestà. Meglio una brutta verità che una bella bugìa che alla fine viene a galla, quando ci incontreremo dopo anni dovremo sempre guardarci negli occhi, come dico sempre ai ragazzi”.

PARMA

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ROMA

In attesa di news ufficiali su conferenza e convocati.

TORINO

Vanoli presenta la trasferta di Verona:

E’ un ex Verona: che emozioni proverà domani?
“E’ un’emozione speciale. Ho deciso che la mia famiglia abitasse lì, è una città splendida e calcisticamente ho vinto un campionato di B. Tornare al Bentegodi è un’emozione”.

Che partita sarà domani?
“Sarà complicata, come tutte. Il Verona ha perso con la Lazio ma è rimasta in partita fino alla fine, in casa ha fatto risultati e sono una squadra di gamba, pericolosa con le ripartenze”.

Vlasic può essere titolare?
“No. E’ semplice: i lungodegenti hanno un programma, lui è importante e una recidiva sarebbe troppo pericolosa, voglio completare il percorso. Ha fatto rifinitura e ha fatto bene, deve fare un lavoro metabolico e dalla prossima sarà in gruppo. Non sarà convocato”.

Coco sarà convocato?
“Sì. Poi vediamo domani mattina come sta…Siamo stati fortunati, lui e Vojvoda non hanno grossi infortuni. Coco era più un crampo, domani facciamo l’ultimo test e decido. Vojvoda continua il suo percorso di recupero”.

Cambierà quindi la difesa: cambia anche la struttura della squadra? Passerà a quattro?
“Devo studiare le caratteristiche. Quando si inizia un processo, si dà stabilità. Poi durante la gara si può cambiare: è un’ipotesi passare a quattro o continuare come stiamo facendo. Siamo nel calcio moderno, dobbiamo fare entrambe le fasi. Ci vuole tempo per completare il processo, la perfezione è difficile”.

Quali sono le riflessioni post Lecce?
“Ai ragazzi ho fatto vedere tutta la partita, a volte riguardandoti capisci dove puoi migliorare. Tante transizioni sono derivate da errori tecnici, una squadra come la nostra deve sbagliare molto meno”.

Come ha visto Maripan?
“E’ un giocatore d’esperienza e personalità, pur non in condizione ottimale. E’ normale per chi è arrivato alla fine del mercato, ma sono tutti pronti a giocare. Maripan, come succede per Pedersen e Sosa, serve tempo per arrivare ai meccanismi. Ma allo stesso tempo si pensa ai risultati: Maripan, se parte titolare, ha esperienza per dare contributo”.

Quanto tempo serve per capire che campionato può fare il Toro?
“Non c’è un tempo. Dobbiamo lavorare e pensare di partita in partita: è iniziato un processo nuovo, dopo che vieni da una metodologia di tre anni vuole tempo. E a volte un allenatore di tempo ne ha poco, lo si è visto: cerco di far combaciare le cose, non mi esalto dopo l’Atalanta e non mi abbatto dopo il Lecce. Fa parte del processo, un po’ come capita con i carichi di lavoro, e ci stanno gli alti e bassi”.

Vanja ha parlato d’Europa: come organico, siete da prime sette in classifica?
“Sono contento di sentire un mio giocatore che si prende queste responsabilità. Un allenatore dice che bisogna dimostrarlo sul campo: siamo in una fase di crescita come gioco e come uomini, stiamo recuperando e dobbiamo inserire i nuovi. Ci sarà tanto lavoro”.

Come sta Sanabria?
“Deve imparare a diventare un giocatore importante. L’ho detto e lo ripeto, a questa società ho chiesto quattro attaccanti importanti perché per me era fondamentale: con Karamoh, il quartetto si giocherà le sue armi. Domani sceglierò, tutti devono essere pronti perché c’è bisogno di tutti”.

E’ più cauto nel dichiarare gli obiettivi? C’era la percezione che ci fosse una maggiore apertura all’Europa…
“Sono sempre stato cauto…Aspettavo la chiusura del mercato per capire le caratteristiche dei nuovi, il mercato fa la differenza. Sono contento di chi è arrivato, ma sono giocatori da inserire in un contesto: ho detto che sogno, sono venuto per un obiettivo ma dalle chiacchiere si passa al campo. E’ per questo che non mi piace dirli, ma farli. Parlo di sogno, quando lavoro sogno insieme alla piazza, alla squadra e alla società. Ma si passa attraverso il lavoro. Ad oggi non sono pessimista o ottimista, l’obiettivo è crescere”.

Si fa fatica a dribblare: come si ovvia a questo problema?
“Non uso il suo sito, ne uso altri…Parla di dribbling riusciti, ha ragione. L’ultima è l’Inter…Si è dato una risposta. Quindi evviva (ride, ndr). Noi siamo quarti per dribbling tentati e riusciti, puoi farne pochi e riuscirci. E poi va considerato il sistema di gioco: anche l’Inter ha un gioco corale e non individuale. Se non sbaglio la prima è la Juve, hanno preso giocatori bravi nell’uno contro uno. Il modulo porta a una certa caratura”.

Su cosa bisogna lavorare di più per la fase difensiva?
“Sul collettivo. Quando si difende, bisogna farlo da squadra. A volte ci manca la sincronia nel capire quando attaccare alti, o stare in attesa, perché è una fase difensiva diversa dagli altri anni. Serve tanto lavoro da parte della linea difensiva, là dietro abbiamo cambiato tanti i giocatori”.

Se vincete, siete primi per una notte: quanto può essere importante?
“Ci abbiamo pensato così come abbiamo pensato a cosa potesse darci il Lecce. Ma non vorrei che ci distraesse dal nostro percorso: per arrivare a obiettivi importante bisogna crescere, è ciò che porterà ai risultati. Vincere e giocare male vuol dire che quando perdi non avrai le basi per ripartire. Gotti dopo la partita contro di noi ha detto che hanno fatto una grande gara contro la prima in classifica: deve essere una piacevole affermazione, ma bisogna anche capire che gli altri ti vedono in una certa maniera. E tutti dobbiamo fare di più. E’ difficile stare in alto, questo è un altro bel passaggio da affrontare. Guardiamo alla nostra prestazione, cercando di fare meglio”.

UDINESE

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VENEZIA

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VERONA

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