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Tutti i convocati e le conferenze del 28º turno 2024/25

Potrete trovare tutti i convocati e le conferenze del 28º turno di campionato per fare al meglio le vostre valutazioni sull’undici da schierare al fanta.

Di seguito tutti i convocati e le conferenze del 28º turno di campionato 2024/25.

Le tabelle di seguito contrassegnate con il simbolo “” conterranno le dichiarazioni delle conferenze stampa riportate ed i convocati se sono stati diramati. Se la tabella sarà contrassegnata con il simbolo “⛔️” significa che si è ancora in attesa di news a riguardo.

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ATALANTA

Conferenza stampa ⛔️

In attesa della conferenza.

Convocati ⛔️

In attesa dei convocati.

BOLOGNA

Conferenza stampa ⛔️

In attesa della conferenza.

Convocati ⛔️

In attesa dei convocati.

CAGLIARI

Conferenza stampa ✅

Convocati ✅

COMO

Conferenza stampa ✅

Convocati ✅

EMPOLI

Conferenza stampa ⛔️

In attesa della conferenza.

Convocati ⛔️

In attesa dei convocati.

FIORENTINA

Conferenza stampa ⛔️

In attesa della conferenza.

Convocati ⛔️

In attesa dei convocati.

GENOA

Conferenza stampa ✅

Convocati ✅

INTER

Conferenza stampa ⛔️

In attesa della conferenza.

Convocati ⛔️

In attesa dei convocati.

JUVENTUS

Conferenza stampa ⛔️

In attesa della conferenza.

Convocati ⛔️

In attesa dei convocati.

LAZIO

Conferenza stampa ⛔️

In attesa della conferenza.

Convocati ⛔️

In attesa dei convocati.

LECCE

Conferenza stampa ✅

Convocati ✅

MILAN

Conferenza stampa ✅

Siamo un po’ tutti disorientati da ciò che è uscito nella serata di ieri…
“Mi dispiace di tutta questa situazione. Voglio capirne di più anche nelle sedi legali. Non si capisce ciò che mi ha fatto questo collaboratore, non so se per cattiveria o se pagato da qualcuno. Un giornalista mi ha mandato uno screen dei punti che lui ha mandato, lo ha fatto sicuramente per cattiveria. Mi dispiace per tutti, anche per chi lavora qua al Milan. Noi siamo qua tutti i giorni, Ibra e Moncada sono qui tutti i giorni, parliamo con la squadra, abbiamo lavorato in una settimana pulita. Dal Porto sono uscito in una situazione non bella e non ho ancora mai parlato di quello che mi successe al Porto; figuriamoci se, qua, quando ancora non sono andato via, mi metto a parlare di ciò che succede. Dovrà risponderne nelle sedi legali”.

Che settimana è stata?
“Importante lavorare con tutti i giocatori, perché fino ad ora non c’era mai stato tempo. Se uno gioca nel Milan e non ha voglia, allora già non va bene. Quindi qua non si deve parlare di voglia, quella viene già indossando questa maglia. Poi in allenamento io vedo chi mi dà più garanzie per iniziare la partita. Tutti mi hanno dato buone risposte, poi decido io”.

Come si esce da questo periodo negativo?
“Con i risultati. Ci vogliono due caratteristiche importanti: lavorare al massimo facendo di più come squadra e limitare gli episodi, gli errori non forzati, la sfortuna che abbiamo in partita. Non c’è altra strada se non lavorare. Non si deve credere per credere, ma credere per fare”.

C’è ancora modo di raggiungere la Champions?
“Da quando sono arrivato qua ci sono state partite decisive. Non dobbiamo pensare troppo in là: abbiamo 13 partite sicure, 11 in campionato e le due in Coppa Italia. Vedendo le dichiarazioni di Inzaghi, ha detto che possono fare il triplete, ma noi possiamo vincerne due anche in una stagione negativa”.

Vede nei suoi giocatori voglia di reazione?
“Sì si, la voglia la vedo. Sono convinto che tutti siano molto vogliosi. Quando sono arrivato qua abbiamo avuto 10 giorni incredibili con la Supercoppa, poi contro il Cagliari si è persa quell’anima e quell’energia grandissima presa a Riyad. Come media punti eravamo dietro il Napoli in campionato, poi dopo Zagabria è stato brutto con tanti errori, miei e dei giocatori. Le due partite col Feyenoord c’è stata un po’ di sfortuna, a livello di mentalità sembravamo essere un po’ più sereni, ma anche alcune decisioni sono al limite: tante volte l’arbitro non ammonisce sulle simulazioni, Theo è stato espulso. Abbiamo perso l’anima e non la dobbiamo perdere, altrimenti cadiamo in un buco. So che sono parole, ma a me costa, costa come ai tifosi. Mi costa stare qua a parlare con voi. L’Arsenal ha battuto 1-7 il PSV e l’anno scorso col Porto ci ho perso solo ai rigori. Non è che da un giorno all’altro non capisco di calcio, non è che sono arrivato dal niente. Io devo giustificare tutti i giorni il perché devo essere l’allenatore del Milan. Voi lo sapete che qua ci sono problemi grandissimi: a livello di ambiente e di mentalità. Ma l’unica soluzione è vincere. La settimana è stata molto buona a livello di lavoro, ma questo non vuol dire che domani vai a Lecce e vinci. Non bisogna guardare indietro, ma avanti”.

Formazione piena di altri giocatori?
“Sono il primo che non voglio perdere: sarei masochista se mettessi una squadra che io penso non sia la migliore per vincere la partita. Pagano i leader domani? Sono io il leader, sono io che pago”.

Quanto manca per vedere il Milan che vuole lei tatticamente?
“Si sta lavorando. In questo momento non voglio entrare nello specifico. Giampaolo sarebbe contento se dicessi qualcosa del genere. Stiamo lavorando, la settimana è stata importante per le dinamiche che vogliamo quando abbiamo e non abbiamo la palla”.

Gimenez è in buone condizioni o ancora non ha smaltito l’infortunio di quando è arrivato?
“Sta lavorando. Arriva in un campionato che non è per niente facile, è diverso in Italia. C’è sempre un periodo di adattamento, è assolutamente normale. Non abbiamo castrato la sua qualità mettendogli un giocatore vicino. Ci stiamo lavorando e lui è molto concentrato sul suo lavoro, ha fatto una bella settimana di allenamenti. Ho visto tanti giocatori che sono arrivati in Italia, vedi Retegui, e hanno fatto fatica inizialmente. Non è facile arrivare in Italia e fare subito 15-20 gol. Lui lo vuole e lo voglio anche io, ma sta lavorando”.

Nei momenti topici delle partite alcuni esponenti della squadra commettono qualcosa di imprevedibile e fuori contesto. Tutto questo è per caso conseguenza di un clima di emotività eccessiva? Mancanza di serenità?
“Noi cerchiamo di tranquillizzare i giocatori in quei momenti, non è che se le cose non vanno bene dobbiamo reagire con poca intelligenza. Quest’anno l’ambiente dall’inizio non è bellissimo, noi dobbiamo concentrarci su cosa possiamo controllare: la prestazione. I giocatori devono avere questa responsabilità. Ci sono momenti di una squadra che molti cercano di fare il passo giusto ma comunque non succede”.

Cosa ha sbagliato Conceiçao?
“Ho sbagliato come sbagliano tutti gli allenatori. Nei principi e di una dinamica di squadra ho le mie caratteristiche personali, quello che faccio lo faccio pensando al meglio. In questo percorso che ho avuto ci sono state più soddisfazioni che cose negative. Fuori dal gioco io e il mio staff abbiamo le nostre dinamiche, sono dinamiche dove il rispetto tra loro, tra lo staff tecnico e loro, tra loro e chi lavora qua è importante. Sono cose che dico anche ai miei figli. Come campo dico che è stata la prima settimana di lavoro sul campo che ho avuto a disposizione. Io provo a sbagliare il meno possibile. Un’esperienza così, anche nei momenti difficili, ti fa crescere”.

Dall’interno come state vivendo questa situazione?
“Cerchiamo di essere molto concentrati sul lavoro. Zlatan e Moncada sono tutti i giorni qua per fare il meglio per la squadra. Dobbiamo concentrarci su quello che possiamo controllare, fuori sono liberi di giudicare. Qualcuno è stato anche il mio allenatore… Sacchi due mesi fa ha detto che ero un signor allenatore, oggi mi spacca tutti i giorni. Lui ha avuto grandissimi campioni ed ha vinto, gli ho anche mandato un messaggio e non mi ha risposto. Viviamo del momento, c’è grande rispetto, le persone possono dire quello che vogliono”.

Cosa ha notato in questi due mesi sui giocatori più rappresentativi che spesso hanno deluso?
“Ci sono due cose. L’allenatore con i giocatori e Sergio Conceiçao con Leao, Theo e Maignan. La persona è una cosa, l’allenatore è un’altra. L’ha detto anche un grandissimo come Ancelotti. Come persone sono grandissime persone, come professionisti hanno alti e bassi come tutti. Sono giocatori che hanno dimostrato che qua al Milan possono fare la differenza perché hanno una qualità enorme”.

Dopo Zagabria disse che mancava la base: è una situazione irrecuperabile?
“A Zagabria abbiamo preso un gol che succede poche volte, poi c’è stata l’espulsione di Musah e abbiamo anche pareggiato. La base di cui parlavo era l’ambizione che ci portava direttamente agli ottavi di finale. Parlare dopo una sconfitta… Io sono appassionato, vivo le cose in questo modo. Anche se vinco non ho un sorriso pieno, la vivo così tutti i giorni. Sono fatto così, è il mio carattere. Ho 50 anni, è difficile che cambierò. Neanche quando giocavo con i miei figli ero tranquillo, figuriamoci ora nel mio sogno professionale che è stare qua al Milan. È il mio modo di vivere le cose come allenatore. Questa base è avere questo atteggiamento e voglia di migliorare. La vedo? Sì, è chiaro. Altrimenti che ci stavo a fare qua. È difficile spiegare. Contro la Lazio i primi 15 minuti sono stati bruttissimi, ma non era stanchezza. L’ambiente era difficile per i giocatori. Devo stare con la mia squadra, con i miei giocatori e dargli gioia e piacere in un momento difficile. Come uomini e come persone a volte guadagniamo qualcosa in più se pensiamo alle cose positive”.

Che cosa le piacerebbe vedere di quel suo Porto che oggi non riesce a vedere qui?
“Parlavo di questo quando ho visto la partita dell’Arsenal… La solidità, la compattezza della squadra, anche con meno qualità rispetto ai giocatori che ho oggi, era fantastica. Deve essere un comportamento armonioso, dove tutti sanno cosa stiamo facendo per rubare palla agli avversari. Tutti i giocatori devono avere un comportamento da soldato: sto trovando più difficoltà di far passare questo messaggio. Ora stiamo lavorando con chi ha giocato di più, abbiamo cominciato questa settimana. Vedremo qualcosa di diverso già domani? Io lavoro veramente su questo… Domani un Milan migliore? Dopo una settimana? Va bene, accetto la sfida (sorride, ndr)”.

Convocati ⛔️

In attesa dei convocati.

MONZA

Conferenza stampa ⛔️

In attesa della conferenza.

Convocati ✅

NAPOLI

Conferenza stampa ⛔️

In attesa della conferenza.

Convocati ⛔️

In attesa dei convocati.

PARMA

Conferenza stampa ✅

Come è andata la rifinitura? Recupera qualcuno?
“Parlo di tutta la settimana. Qualche giocatore lo abbiamo recuperato, li avremo per la partita di domani. Delprato ha ripreso per primo, abbiamo buoni segnali anche da Hernani e Bernabé. Hanno lavorato con noi, seppur non per tutto l’allenamento. Vedremo domani”.

Ha qualche scelta in più quindi per la gara di domani?
“Ho qualche scelta solo a livello numerico, devo fare attenzione perché entrambi hanno avuto diverse problematiche quest’anno. Il nostro obiettivo è averli a disposizione da qui a fine stagione, non averli a sprazzi”.

Sul Torino?
“Il Torino ultimamente è cresciuto molto, ha avuto qualche difficoltà all’inizio ma ha trovato il modo per sfruttare le individualità dei giocatori. Lavora con buona intensità, il mercato invernale li ha rinforzati. Hanno perso una sola partita nel girone di ritorno, sono una squadra tosta da affrontare per come gioca”.

Come si affronta una squadra come il Torino? Ora ha trovato una nuova stabilità?
“Ad inizio stagione giocavano diversamente, senza Zapata hanno fatto qualche cambiamento. Ora con Casadei hanno struttura, anche qualche giocata diretta visti i suoi centimetri. Bisogna fare attenzione a questo tipo di giocate. Poi sfruttano molto le seconde palle, con Vlasic e Elmas hanno anche tante qualità. Dobbiamo esser pronti in fase difensiva ad affrontare tutte le situazioni, sia andarli a prendere ma anche esser reattivi sulle seconde palle quando provano a giocare in modo più diretto.

A Udine il Parma ha regalato il primo tempo, poi ha cercato una reazione. Da cosa è dovuto?
“Mi son preso la responsabilità per il primo tempo, l’ho detto anche davanti ai giocatori. Un po’ di alibi li ho creati, era l’ultima cosa che avrei voluto fare. Mi prendo la responsabilità sempre, quando faccio errori lo dico. Abbiamo sbagliato l’approccio, eravamo un po’ attendisti, bassi come baricentro, con l’obiettivo di rimanere compatti. Ma a volte questo atteggiamento crea alibi ai giocatori, questo non fa bene, soprattutto ad una squadra giovani che non ha scuse. Poi non si può sempre andare a pressare a mille all’ora, sono molto dispendiose. Bisogna trovare un giusto equilibrio, dal punto di vista fisico e tattico”.

Ritrova Casadei, ha avuto un’impronta importante sulla sua crescita. Cosa rappresenta per lei?
“Sono felice di vedere Cesare, come tanti altri che ho allenato in quell’annata. Ora penso ai miei, sono i più bravi. Mi fa piacere vedere Cesare ad un certo livello. Ci siamo sentiti, c’è stima reciproca che durerà per sempre. In questo momento però è giusto parlare dei nostri, bisogna fargli capire l’importanza del progetto Parma, è fondamentale rimanere in Serie A. Qualcosa stanno iniziando a capire, lo vedo anche sul piano dell’autostima. Poi contano i risultati e i punti, esser belli e pensare di avere tempo per crescere è sbagliato. Il tempo stringe, è il nostro peggiore nemico. Dobbiamo andare su cose concrete, certezze e pragmatismo per ottenere punti”.

Sta mancando un po’ di leggerezza?
“Non posso accettare che ci sia una squadra più motivata della nostra. La motivazione è la cosa fondamentale, dobbiamo averla. Si parte da lì, da come si approccia un nuovo lavoro che stiamo provando a fare. Leggerezza? Sono due cose legate, la motivazione è parte di un processo mentale che è importante nel calcio. La paura fa bene fino ad un certo punto, vuol dire che ci tieni a far le cose per bene. Quando va oltre diventa impossibile da gestire e toglie tanto a livello di energie. Bisogna trovare il giusto equilibrio, la motivazione ti dà la carica per superare le difficoltà”.

Come sta la squadra fisicamente?
“Stiamo cercando di incrementare piano. Quello che ci interessa è il recupero sul piano mentale, stiamo lavorando su questo e vediamo delle belle risposte. Vedo ragazzi pronti ad accettare il lavoro, li vedo più pronti ad accettare l’intensità che

Per accendere un po’ la fase offensiva, si aspetta anche qualcosa in più come giocate da qualche individualità?
“Quello che ci interessa sono i punti e il pragmatismo. Il modo in cui arrivano non mi interessa, faccio fatica a pensare che in questo momento della stagione si possa essere belli e concreti. Magari rinunciamo a qualche giocata bella per ottenere il massimo e fare punti”.

I Boys hanno spinto per la partecipazione, lei sta chiedendo unità di intenti. Ora serve il risultato:
“Abbiamo bisogno di tutti. Abbiamo letto il comunicato dei tifosi, li ringraziamo. Sono importanti, i tifosi ci danno energia e carica. I ragazzi hanno bisogno di questo. Noi abbiamo il dovere di dare sempre il massimo, uniti possiamo toglierci delle soddisfazioni. Sappiamo dell’importanza dei tifosi, soprattutto per un gruppo giovane come il nostro”.

Ora vi aspetta una fase decisiva del campionato:
A noi interessa la prossima partita, il Torino è domani ed è già qua alle porte. Dobbiamo essere pronti a dare il massimo e vogliosi di ottenere i tre punti. Avremo tempo per pensare alle successive, ma non possiamo pensare più in là di domani”.

Convocati ⛔️

In attesa dei convocati.

ROMA

Conferenza stampa ⛔️

In attesa della conferenza.

Convocati ⛔️

In attesa dei convocati.

TORINO

Conferenza stampa ✅

“Una cosa importante, mi unisco al cordoglio per Bruno Pizzul: con la società presenzieremo al funerale, è stato bello che il club abbia fatto un presente su una frase che ha detto. Sarà scritta sulla nostra maglia di Parma, è una cosa bella per un grande giornalista”.

Come sono andati i sei giorni di allenamento?
“Bene. Dopo il Milan e vengono risultati positivi, le settimane passano più veloci e sono più qualitativa. La vittoria contro il Milan ci ha dato più autostima. Ieri ha avuto la febbre Ilic, vedremo se verrà in panchina. Abbiamo recuperato Tameze, che farà parte del gruppo. Gli altri sono tutti pronti”.

Casadei calcia tanto…
“Sono caratteristiche che si ricercano sul mercato. Prima del mercato faticavo a trovare la profondità, l’unico con queste caratteristiche era Gineitis. Con Casadei abbiamo trovato un centrocampista funzionale al sistema di gioco. E’ una presenza importante dentro l’area, lo ha dimostrato, e deve essere uno stimolo per gli altri centrocampisti ad attaccare di più l’area. Voglio più gol dalla mediana e dagli esterni, possiamo fare meglio”.

Domani torna a Parma: che ricordi ha?
“Un ricordo bellissimo. Ho avuto il piacere di giocare in una grande squadra: se ho raggiunto grandi risultati, è stato anche grazie a questi campioni che mi hanno insegnato tanto. Così ho conquistato la Nazionale, arrivai come un gregario…Lo dico ai miei giocatori, da questa esperienza sto dietro ai giocatore che giocano meno perché puoi sempre diventare protagonista. Parma è stato l’inizio di qualcosa di fantastico, anche oggi piano piano il nuovo presidente sta ripercorrendo un po’ a fatica quella storia”.

Questo suo primo anno è il trampolino di lancio per il Toro?
“Nei momenti negativi, voglio dare di più. Con nuove soluzioni abbiamo trovato continuità: come lavoro e mentalità siamo cresciuti tutti, i risultati lo dicono. Ma non dobbiamo fermarci, ogni partita è una finale. Dobbiamo continuare a migliorare, serve costruire una base per il futuro”.

Come sta Sanabria?
“Ho due attaccanti ideali, lui e Adams: stanno facendo un grande lavoro, soprattutto da quando ci è mancato Zapata. Ci stiamo lavorando bene. Sanabria, con esterni più offensivi e centrocampo che attacca di più, può essere sfruttato meglio per fare raccordo. Adams, invece, ha la profondità corta, deve migliorare nel gioco di raccordo: tante volte la nostra fase offensiva passa dalla punta. Entrambi stanno facendo un gran lavoro, Adams non sta segnando ma ha fatto l’assist per Casadei a Monza. Di Sanabria mi piace la sua voglia di conquistarsi il posto e aiutare la squadra: domenica, su un calcio d’angolo, volevo aspettare a farlo entrare e lui voleva entrare subito. E’ lo spirito che voglio. Come sta? Ha avuto un fastidio al ginocchio, niente di preoccupante”.

Domani fa 100 panchine tra i professionisti: qual è il primo ricordo che le viene in mente?
“Non lo sapevo…(ride, ndr). Ho un difetto, che magari è un pregio, e non guardo al passato, ma spero di farne altre 100 perché vuol dire che non sto fermo. Nel percorso, la cosa che mi fa più piacere è che tutto ciò che ho fatto me lo sono conquistato. Ho avuto la fortuna di avere grandi allenatori, ma con umiltà ho imparato il lavoro. Non nego che nella prima panchina da professionista entrò un po’ di paura, ma è stato un bel percorso: posso ancora migliorare, guardo sempre avanti. C’è sempre margine di crescita”.

Lazaro prolungherà il contratto: quest’anno con lei ha avuto un’impennata di rendimento…
“Sono contento per lui, è meritato ed è giusto che venga premiato. L’ho avuto già all’Inter e l’ho conosciuto bene, è stato scelto da noi in quel mercato anche se all’Inter fece un po’ di fatica. Oggi è un ragazzo maturato, la sua fortuna è stata giocare dieci metri più avanti con il cambio modulo: era il momento di cambiare, si faceva meno fatica a fare dieci metri indietro che in avanti. Lazaro dà equilibrio, ci dà la possibilità di difenderci con un giocatore in più seguendo il terzino ma ha anche già fatto tanti assist, può darci giocate anche in attacco. Non deve fermarci, ma continuare così”.

Cosa serve ad Adams per tornare al gol?
“Senza un punto di riferimento come Zapata, lavora tanto fuori dall’area: lo voglio più dentro, l’attaccante deve dettare il passaggio. Gli attaccanti più forti che ho visto, da De Vitis a Crespo, mi dicevano di mettere la palla all’incrocio dell’area piccola. Deve imparare questo, io l’ho imparato dai grandi attaccanti. Come prima stagione, Adams può solo che migliorare”.

Vanja escluso ancora dalla Serbia: come lo ha visto?
“Non ho parlato con lui, non entro nel merito delle convocazioni di un collega. Egoisticamente sono contento così lo alleno…Ma ha voglia di riconquistarsi il posto, lo sta facendo nel modo giusto: poche parole, tanti fatti”.

Si aspettava che Elmas entrasse in forma così in fretta?
“In forma è una parola grossa…Mi aspettavo un apporto importante come esperienza e qualità. I tre ragazzi nuovi mi hanno impressionato nella voglia, determinazione e mentalità che hanno portato nel gruppo. E’ un giocatore tecnico, così fa meno fatica di chi deve correre di più: la furbizia è che si nasconde un po’, a volte lo tolgo per farlo correre e allenarsi. Abbiamo già sprecato tante parole, ma può dare ancora molto al Toro”.

Meglio Vanoli allenatore o giocatore?
“Allenatore, assolutamente. E’ un ruolo che mi piace molto: mi piacciono le responsabilità, l’aspetto organizzativo, è una passione. Non pensavo di averlo dentro, invece l’ho coltivato. Piace un po’ meno a mia moglie, ma a me piace tanto. Giocatore bravo? Se lo dici tu, mi fa piacere…Ho lavorato, non avevo potenzialità da grandissimi livello ma lavorando ci sono stato. Ho capito le mie qualità, ma ho anche poi smesso quando mi sono dimenticato di avere qualità…Quando ho sostituito Maldini in Nazionale pensavo di essere forte quanto lui, poi ho iniziato la mia piccola discesa…Ma è stata una grande esperienza che mi porto da allenatore: ogni giorno si può migliorare e c’è sempre qualcuno di migliore”.

Dove potete arrivare? C’è grande entusiasmo…
“L’entusiasmo è benzina. Ma non deve farti diventare presuntuoso: sono qui per unire, oggi c’è un altro spirito. I tifosi lo percepiscono, a Monza avevo la pelle d’oca perché sembrava di giocare in casa. E’ spinta in più fino alla fine, sappiamo quanto sia costoso andare in trasferta e non deve mai mancare lo spirito giusto. Pizzul parlava del sentirsi parte della famiglia del Toro: a volte i risultati non vengono, ma il lavoro alla lunga pagherà”.

La rende più orgoglioso lo spirito di squadra, la crescita dei singoli o la risposta del pubblico?
“La risposta è nella domanda…E’ tutto uno la conseguenza dell’altro: la squadra migliora il singolo e tutto questo rappresenta i nostri tifosi. E’ ciò che si chiama processo, dobbiamo anche essere consapevoli che la bellezza passa dai risultati. Domani avremo un Parma che lotta per la salvezza, conosco l’ambiente e possono metterci in difficoltà. Dopo il 2-0 a Monza sembra una cosa scontata, in realtà l’abbiamo resa facile noi. E’ ciò che dobbiamo fare nelle prossime gare, sapendo di doverle leggere. Il Parma ha cambiato allenatore, è un’altra insidia: dovremo stare sul pezzo, sarà una partita difficile e non dobbiamo sbagliarla come approccio”.

Tanti clean-sheet: quanto è soddisfatto dei nuovi in difesa?
“Nel giro di sei mesi abbiamo cambiato quasi tutta la difesa. Non siamo riusciti a portare avanti un progetto: cambiare un’idea e una filosofia non è facile. Sono contento, all’inizio c’erano dubbi su Maripan ma bisogna aspettare la sua condizione migliore e oggi sta dimostrando il suo valore. Coco è partito forte, poi deve crescere sotto il livello mentale. Anche Sosa, con l’inserimento di Biraghi, deve dimostrare di essere forte: è un nazionale. E a destra c’è una bella competizione, Walukiewicz ha dimostrato duttilità e Pedersen ha potenzialità. E non dimentichiamoci Masina, all’inizio era protagonista poi con cambio modulo c’è chi ne trae vantaggio e chi meno. Dembele lo vedo crescere, ho voluto che restasse perché migliora con i giocatori forti”.

Come si fa a dare obiettivi con questa situazione di metà classifica?
“E’ quello che dico ai giocatori: in ogni gara trovo motivazioni, abbiamo motivazioni molto alte. A volte te le dà la classifica, a volte il processo…Volete trovare motivazioni su domani? Abbiamo sette punti in più dell’andata e migliorare ulteriormente, poi la terza vittoria di fila ed è un motivo di crescita. E ce ne sono tante altre…Chiudere il discorso di salvezza. Si parla d’Europa, ma dobbiamo prima chiudere un discorso e poi aprirne un altro. Le motivazioni saranno sempre altre. E vedremo che cosa ce le può dare, bisogna sempre trovarle”.

Quanto sarebbe importante riscattare Elmas in ottica futura?
“Lo sappiamo, dipenderà dalla società. Il mio compito è far capire ad Elmas che qua c’è la storia e può diventare protagonista. A volte è meglio fare un passo indietro ed essere un giocatore importante. Qui ha queste carte, poi c’è la società ed è l’altro aspetto determinante. Ma non è il mio compito. E’ andato a Lipsia per il salto, a volte fai fatica…Lo devo convincere che qua si possono fare cose importanti”.

Convocati ✅

UDINESE

Conferenza stampa ⛔️

In attesa della conferenza.

Convocati ⛔️

In attesa dei convocati.

VENEZIA

Conferenza stampa ✅

Che differenza c’è tra affrontare le grandi e avversarie come il Como?
“La metterei vicino, non per i punti, ma per i valori, con le big, per le prospettive, per il mercato, per i giocatori che hanno preso, per le idee dell’allenatore e la forte identità che ha. Ha giovani, ma giovani maturi. Ha l’atteggiamento e la mentalità di una big”.

Cosa serve ora?
“Serve poco, una scintilla. In allenamento la vedo, va riportata in partita, anche negli ultimi 20 metri. Dico ai miei di liberarsi del peso che hanno, delle paure. Sono convinto che la squadra stia crescendo, abbiamo avuto delle opportunità anche a Bergamo pur con un avversario forte”.

Chi rientrerà?
“Abbiamo recuperato quasi tutti, è rientrato anche Sagrado. Ha preso una botta al naso Fila, ma è a disposizione e può giocare con una mascherina. E’ rientrato anche Zampano, siamo tanti”.

Anche Haps e Sverko?
“Solo Sverko e Sagrado sono da valutare per la prossima settimana”.

Vuole rifare come con il Sassuolo?
“Me lo auguro, manca quel qualcosa in più per fare quel salto di qualità. Perché no? I ragazzi ci devono credere, noi anche. E’ una partita che diventa determinante. Abbiamo raccolto punti con squadre importanti, stiamo crescendo e dobbiamo essere convinti, consapevoli, ma anche umili”.

Pesano di più questi punti?
“Non penso che sia uno scontro diretto, per la considerazione che ho del Como. Noi meritavamo più punti, ma anche noi”.

Il punto dolente è l’attacco.
“Il gol più che altro. Per il resto l’attacco ha fatto anche un grande lavoro sia in fase difensiva che per la capacità di creare qualche situazione pericolosa. Chi ha avuto più occasioni a Bergamo paradossalmente è stato Zerbin, si poteva fare meglio in entrambe le occasioni, ovvio che poi gli attaccanti devono cercare di attaccare di più la porta come ha fatto Yeboah che è stato un po’ sfortunato sul colpo di tacco. Bisogna continuare a crederci e magari calciare anche di più, non dico dalla grande distanza, non alla disperata, ma con convinzione quando ce n’è la possibilità”.

Per fortuna che era in fuorigioco Yeboah…
“Meglio così (ride, n.d.r.). Manca quel poco, ne sono convinto. Essendo stato calciatore so che a volte non ti riescono le giocate, ma basta che te ne esca una per farne poi più di una in fila dietro l’altra”.

Le situazioni dove il Venezia deve essere più lucido sono quelle come quando Zerbin non l’ha passata a Maric con l’Atalanta o Yeboah con Busio nel finale con la Lazio?
“Sì, quella freddezza e lucidità di saper scegliere l’opzione migliore ci è mancata, ma fa parte della crescita. Purtroppo siamo in fase avanzata nel campionata, ma è un percorso che un po’ paghi con giocatori che non hanno magari grande esperienza o che sono giovani, il rischio è solo questo, però anche facendo una scelta sbagliata si può fare gol ugualmente”.

Dopo 8-9 mesi dal suo arrivo, come si trova a lavorare al Venezia?
“Molto bene, sono solo un po’ dispiaciuto, avrei voluto vedere la squadra un po’ più in alto in classifica, dare più punti ai tifosi, dare più soddisfazioni, ma siamo sempre in tempo per averne. Lavoro con tanti ragazzi vogliosi in gamba, positivi e che si mettono a disposizione. Bisogna crederci, spetta a noi eliminare tutte le negatività”.

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VERONA

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