Juric parla della sfida al Venezia e della condizione dei suoi. Belotti non è ancora pronto, Ricci deve imparare e Praet deve fare il salto di qualità.
Che sfida sarà contro il Venezia?
“Sono una squadra di talento, con tanti sconosciuti ma che gli addetti ai lavori conoscono. Lottano per salvarsi, sono partite molto difficili. E’ un’occasione per ripartire: abbiamo perso all’ultimo minuto, dobbiamo riprendere la nostra strada”.
Come sta Belotti?
“Ha fatto qualche allenamento con noi, vediamo oggi: vorrei avvicinarlo alla squadra il prima possibile, farlo partecipe. Anche se si vede il lungo periodo di inattività”.
Come ha visto Vanja in settimana?
“Non mi aspettavo il suo rendimento così positivo: l’ho visto tranquillo, gli errori fanno parte del gioco e si va avanti con lui”.
Come valuta la sua stagione?
“In alcuni casi siamo andati oltre, non pensavo di poter giocare su certi livelli. Ho un po’ di rammarico per i punti persi all’ultimo: sono almeno sei, purtroppo sono arrivati gol anche quando non ce l’aspettavamo. Ora l’importante è trovare un’identità chiara, senza essere ossessionati e dare il massimo”.
Che spiegazione si è dato ai finali di gara?
“E’ sempre difficile da spiegare. L’atteggiamento della squadra è stato sempre giusto: anche ad Udine non abbiamo fatto le barricate, ma abbiamo continuato a giocare. Abbiamo subito vari tipi di gol, su disattenzioni e un po’ di tutto, ed è difficile da spiegare a livello tattico o mentale. Non ho una spiegazione”.
Come valuta l’impatto di Ricci?
“Ha giocato un calcio diverso a ciò che chiediamo noi: è normale che trovi difficoltà, ad Empoli gli chiedevano altre cose. Ci vorrà tempo, ma è intelligente e migliorerà. Domani decideremo se giocherà”.
Aramu è un emblema di ciò che poteva essere e non è stato?
“So che è un buonissimo giocatore: ha fatto il suo percorso lungo per arrivare in serie A, a volte c’è troppa fretta di dare giudizi. I giovani devono avere tempo, noi andiamo a prendere giocatori con i quali non fai subito il salto di qualità ma con il lavoro sono utili per il futuro. Questa è la cosa giusta da fare per il Toro”.
A che punto è Praet nella sua integrazione?
“Tatticamente deve migliorare, deve legarci di più e che venga più basso. Preferisce gli spunti, ma ci lega poco. Non è nelle sue caratteristiche, ma deve fare il salto su questo: deve creare più gioco, invece vive sulle giocate. C’è un lavoro da fare, speriamo che migliori. Per una squadra è fondamentale avere uno che ti leghi”.
Chi può giocare in mezzo al campo?
“Anche Linetty, sì”.
Si augura la spinta del pubblico per domani?
“Qui a Torino ci sono cose di cui non voglio parlare, entrerei nei vostri litigi ed evito. Mi concentro sulle partite: l’ambiente allo stadio è stato sempre positivo, ma tutto il resto non lo voglio affrontare”.
La concorrenza può essere uno stimolo in attacco?
“Abbiamo Brekalo-Pjaca, Seck si è fermato per un problemino e deve lavorare. Non è che abbiamo cinque o sei soluzioni: abbiamo quattro punte centrali e ne basterebbero due, abbiamo cinque centrocampisti e ne basterebbero quattro. Questi sono i ruoli che determinano, la concorrenza non è un problema ma deve essere uno stimolo”.