La situazione è più che incandescente tra le fila partenopee, ma cosa succede al Napoli?
Ieri sera con un pareggio in Champions in casa contro il Salisburgo, il Napoli non è riuscito ancora a staccare il pass per la fase finale, ma la classifica comunque gli sorride. Per il secondo posto matematico, alla squadra di Ancelotti, basterà battere il Genk, fanalino di coda, alla sesta al San Paolo anche ipotizzando un risultato negativo a Liverpool.
Ciò che di più preoccupa è la striscia di risultati senza vittorie. L’ultima vittoria risale proprio all’ultima gara di Champions a Salisburgo, neanche troppo tempo fa il 23 Ottobre. In Austria, i partenopei, diedero prova di forza e coesione d’intenti nonostante gli ormai soliti svarioni difensivi.
Da allora un 1-1 a Ferrara, un 2-2 al San Paolo con l’Atalanta, forse 2 pareggi che gridano vendetta, la sconfitta meritata di Roma e il nuovo 1-1 in Champions di ieri.
Il ritiro
Alla vigilia della gara di Champions, De Laurentiis aveva annunciato il ritiro forzato alla squadra. La decisione non era stata condivisa con la squadra, ma era stata imposta con un evidente malcontento dei giocatori e di mister Ancelotti.
Il termine di tale ritiro era stato fissato al termine della gara di Champions, ipotizzando il ritorno alla vittoria. Il campo ha dato un responso diverso da quanto previsto ed è arrivata così una nuova decisione: rinvio della fine del ritiro.
Cosa è successo ieri sera durante la gara
La gara è andata male per il Napoli. I partenopei ci hanno provato in tutti i modi, ma la cosa sconcertante è l’imprecisione sotto porta.
Circa 30 i tiri verso i pali austriaci e gli unici interventi del portiere ospite, oltre il gol subito, sono riassumibili nella parata, qualche minuto prima, sempre su Lozano, una parata d’istinto su un colpo di testa goffo di un compagno di squadra e un rimpallo avuto con la traversa che per sua fortuna ha portato solo a un calcio d’angolo.
Tantissimi tiri, ma quasi tutti fuori dallo specchio e il conteggio dei legni colpiti che continua ad aggiornarsi partita dopo partita anche di 2 unità per volta non possono essere sempre un caso. Ancelotti dichiarò:
È impensabile pensare di allenare questi campioni a calciare pochi centimetri più verso la porta per non colpire il palo, ma fare gol.
Qualche motivo, però, deve pur esserci. Troppo banale e poco professionale affidarsi sempre alla sfortuna.
Il post gara incandescente
Al triplice fischio, il primo partenopeo ad abbandonare lo stadio è proprio De Laurentiis. Il presidente scende un attimo nello spogliatoio per congratularsi con Lozano per il primo gol al San Paolo delegando poi al figlio per la comunicazione della decisione del prolungamento del ritiro, forse anche un po’ sottovalutando la questione.
Se la decisione precedente era stata accettata con qualche malumore, questa non viene accettata.
Sembra che capitan Insigne, per tutta risposta, a nome della squadra, abbia detto:
Noi ce ne torniamo a casa, diglielo a tuo padre.
Parole forti cui hanno fatto seguito i fatti. Secondo la ricostruzione di quanto accaduto, Insigne avrebbe avuto comunque man forte dai senatori dello spogliatoio come Allan, Callejon, Mertens e Koulibaly. Il belga è il primo a lasciare l’impianto sportivo per tornare a casa seguito da tutti gli altri.
Ancelotti e il suo staff, seppur profondamente contrariato, ma comunque nel rispetto dei ruoli, ha cercato di fare da mediatore tra società e squadra per poi obbedire alle direttive e recarsi a Castelvolturno.
Come si evolverà la situazione?
De Laurentiis non è uno cui piace accettare la “disobbedienza” dei propri dipendenti e di certo la questione non si chiuderà qui. Sembra di difficile attuazione una punizione che riguardi tutta la squadra se non una multa.
Anche il rapporto con mister Ancelotti è ai minimi storici e, se un esonero non è ipotizzabile per una questione meramente economica, non è del tutto scontato che non possa arrivare una qualche decisione presa direttamente da Ancelotti.
Nella giornata si potrebbero avere dei risvolti sul prosieguo della stagione partenopea.