Giampaolo alla prima conferenza stampa della sua seconda avventura alla guida della Sampdoria.
In questi ultimi anni il tuo nome è stato accostato alla Samp senza mai concretizzarsi il tutto. Cosa ti ha fatto cambiare idea?
“Alla Sampdoria sono stato accostato diverse volte ma poi per un motivo o per l’altro non si è concretizzato ma non per una mancanza di volontà. La possibilità di rientrare in corsa è una valutazione che ho fatto in virtù anche delle altre proposte che ho declinato. La Samp esce fuori da questo tipo di logica perché tre anni vissuti qui mi hanno messo in condizione di conoscere ambiente, dirigenti, calciatori che ho allenato e tutte cose che avuto un peso importante. E’ un riprendere il filo. E’ stato naturale”.
Che clima hai ritrovato?
“Un morale basso che è andato scemando negli ultimi allenamenti. Inevitabilmente dobbiamo farselo scivolare addosso. Le risorse umane della Samp, tutti quelli che lavorano qua a Bogliasco, un po’ più gioioso rispetto ai calciatori. La situazione pare si sia normalizzata”.
Come cambierà in atteggiamento e modulo tattico?
“Il modulo non è importante. Dobbiamo ragionare sui principi. La cosa più importante è il valore dei calciatori. Ho parlato con qualche calciatore, ma è stato come riannodare un filo che entrambi avevamo. Non c’è da costruire rapporti”.
Cosa ti porti dietro dal punto di vista professionale a Torino e Milano?
“Alla Samp pensavo fosse finito, pensavo avevamo speso il massimo. Quel triennio mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca perchè ho avuto la fortuna di allenare calciatori forti anche se non li ho avuti tutti insieme. Mi porterò per sempre quel tipo di rimpianto. Se avessimo avuto la forza di costruire meglio sul lavoro fatto dalla società… Mi ricordo cosa dissi: prendetemi quel calciatore lì e lotteremo per il quarto posto. Questo in maniera riservata. Io credevo in quella squadra nel mio terzo anno. Se noi ci fossimo portati dietro tutti i calciatori che avevamo oggi saremmo stati l’Atalanta di oggi. A Milano e Torino sono state significative ma hanno un significato diverso ma dobbiamo aprire una pagina ampia ma il presente è oggi”.
Pensi ci sia un progetto per un futuro alla Samp?
“Dobbiamo ragionare nel breve periodo. La nostra parte dobbiamo farla in campo, poi ci sono altre figure istituzionali che dobbiamo fare il resto. Noi dobbiamo fare bene il nostro compito. Io mi auguro di poter riannodare il filo di cui parlavo prima ma ora non ho nessuno elemento”.
Domani c’è uno scontro diretto contro lo Spezia. Può essere già uno snodo importante?
“E’ una partita importantissima perché giochiamo contro una squadra in salute perchè ha fatto risultati eclatanti nelle ultime settimane. Ho detto alla squadra che la posta in palio è quella di domani senza guardare in faccia l’avversario ma bisogna uscire fuori da questa logica. Domani c’è una posta in palio importantissima”.
Recuperare calciatori e su Quagilarella e Caputo.
“Dobbiamo pensare a recuperare tutti i calciatori che sono fuori. Colley, Yoshida, Verre, Damsgaard non lo so. Perchè poi quando hai calciatori fuori, il valore della squadra ne risente. Detto questo, io Fabio credo possa dare il suo contributo. Ha qualche anno in più ma in campo sa muoversi, ha senso del gol. Spero di farlo giocare più vicino alla porta. Spero di farlo rincorrere meno in fase difensiva ma penso che Fabio possa dare un suo contributo, anzi me l’aspetto. Caputo io l’avrei sempre preso perchè sa giocare, sa far gol ed è intelligente. Gabbiadini vive un momento brillante. Devo conoscere Torregrossa ma è un giocatore che in passato ha stuzzicato la mia curiosità. Penso che sia un buon reparto avanzato. La cosa più importante è recuperare giocatori, giocare la partita e poi tirare due somme”.
Di quanti rinforzi servono?
“Di mercato ne parlo dopo la partita di domani. Devo avere le idee più chiare possibili e cercare di sbagliare il meno possibile. Ora dobbiamo giocare questa partita non con il mercato in testo”.
Possiamo aspettarci uno schema o che cambi assetto tattico?
“Si può far tutto. Poi ho un mio pensiero ma si può far tutto”.
Quale sarà per te la difficoltà maggiore per entrare in corsa?
“E’ successo una volta di subentrare. Ho sperimentato perchè ho cercato di lavorare su quelle che possono essere le dinamiche giuste. Se subentri vado a fare lavori collettivi. La Samp è anche un po’ diversa al canonico subentro perchè tanti li conosco. E’ un finto subentro. Per questo ho detto che l’avrei fatto solo per la Samp”.
In tanti hanno parlato di Yepes come un giocatore simile a Torreira.
“Lo devo valutare meglio e questa non è la partita in cui deve giocare Yepes. Questa è la partita di Ekdal. Poi lo valuteremo”.