Pioli ha detto che senza Osimhen non cambia niente, ne ha vinte 7 su 7. Cosa cambia per lei emotivamente?
“E’ un’assenza che pesa, inutile girarci intorno, però poi di fianco c’è anche quello che ha detto Pioli che mi trova d’accordo (ride, ndr), quando è mancato la squadra ha saputo sopperire e tutti hanno dato qualcosa in più per far vedere lo stesso Napoli, giocando da Napoli, con lo stesso gioco di sempre. La differenza l’hanno fatta anche giocatori come il Cholito, lui sa che mestiere fa, è uno di quelli che conosce, sa che non si gioca solo con i piedi ma anche con la testa e da subito è entrato nel ruolo che deve avere e quando uno è intelligente si fanno lo stesso risultati pur avendo piccole fette di possibilità, ma che sa di dover sfruttare. Come modo di giocare cambia poco, Simeone è meno veloce di Osimhen, trovarne uno così veloce è difficile, ma è bravo a giocare spalle alla porta, a difendere palla, a dialogare, siamo a posto. Emotivamente? Anche in Champions è mancato, la squadra di rango si gioca il risultato allo stesso modo”.
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Momento per certificare la forza del Napoli e del gruppo? Ci dice come sta Simeone?
“A certificare che sia un gruppo che può sostituire chiunque di quelli che hanno giocato di più non sono io a dirlo, ma sono stati i calciatori a farlo vedere ogni qualvolta ne abbiamo avuto bisogno. Tutti hanno dato un pezzetto in più. Restiamo fiduciosi, è una gara da tripla che vale il doppio, per noi d’ora in poi valgono doppio e col Milan è da tripla perché è fortissima, ha vinto il campionato l’anno scorso, ha buttato fuori il Tottenham, ha fatto partire Kessie ma ha preso 5-6 calciatori per rinforzare la rosa che era già campione. Simeone? Meritava di più di ciò che gli ho concesso, ma ha avuto davanti uno fortissimo come Osimhen che mi ha costretto a dargli poco spazio”.
Pioli ha detto che il Milan ha messo in difficoltà il Napoli all’andata. Come sta Raspadori?
“Ce ne sono state anche altre come il Milan,quest’anno e l’anno scorso, ma sappiamo che il Milan è forte, possono giocare corto, verticalizzazioni improvvise col portiere che fa 60-70 metri di lanci, può fraseggiare dal basso e arrivare al gol, difendendosi ha 2-3 giocatori che partono da soli con ripartenze immediate, ha la forza nel venirti addosso a livello fisico e ti mette quell’ansia nel giocare velocemente e devi fare scelte in maniera ridotta, può lanciare uno dei più forti centravanti in area come Giroud, tutte cose che sappiamo benissimo e danno valore al Milan. Raspadori? E’ a disposizione, ma visto ciò che è successo ad Osimhen è un recupero che vale moltissimo, parte dalla panchina perché è stato fuori ma può giocare in qualsiasi momento”.
La partita orienta le prossime due psicologicamente?
“E’ una cosa che sono curioso di vedere, secondo me in quelle due di Champions si annullano tutte le perplessità ed il passato, il faro della Champions puntato negli occhi è una roba che ti fa cambiare totalmente, ti veste bene subito quella luce lì e ritrovano tutti il miglior abito. Se l’avversario fa bene nella gara precedenti però magari ci arriva meglio e un altro può arrivarci intimorito, può succedere, sono curioso, mi aspetto i calciatori siano quel carattere forte per sopperire ad ogni stato d’animo”.
A Napoli non c’è un angolo non azzurro, nel suo cuore che emozione c’è? E nello spogliatoio c’è qualche rischio?
“Vedere bandiere che sventolano ovunque ci riempie di orgoglio, ma è illusorio, stiamo raccontando una storia che non è scritta. Fino a quando non è scritta bisogna continuare a lavorare in maniera seria e corretta. Gli sventolamenti possono illuderti un po’ e perdi di vista la fatica che invece ancora bisogno fare. Noi non crediamo di aver già vinto, noi non pensiamo a ciò che sarà la prossima stagione, le prossime partite, non facciamo confusione perché questo modo di pensare se lo possono permettere solo i superficiali”.
Sul rientro dei nazionali: “Spesso tornano stanchi o infortunati. Io non posso far altro che raccomandarmi, ricordando il periodo che ci ritroveremo davanti al ritorno, e lo faccio sistematicamente. Ma non possiamo poi che prenderne atto della loro condizione di forma in base alle partite giocate. Ma succede a tutti”.
Spalletti in due anni quanto è diventato napoletano? Ed in che cosa? ADL l’ha confermata: lo diventerà di più?
“Io alle 7 prendo Ciro e vado a fare colazione, capisco la metà delle cose in napoletano ma posso migliorare la lingua che è bellissima. Mi piacerebbe parlare il napoletano. Come ho già detto al Premio Bearzot… che ho fatto vedere alla squadra ringraziandola perché il merito è loro, la città è così bella da impazzire con questi ricami, ma se uno si lascia coinvolgere in questi pre-festeggiamenti poi può essere meno attento. Sul contratto io ho qualcosa davanti che è determinante per la città, tutte le attenzioni sono lì, altrimenti sarei meno napoletano. Non disperdo energie in nessun altro pensiero banale. Poi credo che la società abbia la possibilità di prolungare il contratto, per cui di cosa si parla? Qualcosa che non fa parte di questa conferenza. Il presidente ha l’opzione… ma a me non interessa niente del contratto! Penso solo ai risultati e spero i giocatori facciano lo stesso. Parlare dei prossimi contratti serve a creare confusione: glielo ridico. Lei ci torna, è comodo per lei. Pure sui giocatori, rinnovi, adeguamenti, si rischia di fare confusione sulla vita attuale: deve esserci un solo pensiero, questo risultato ed i tifosi sanno quant’è importante!”.
Osimhen recupererà per la prima gara di Champions?
“Siamo quasi convinti di sì, ma c’è da vedere il percorso. Però per quello che ci ha detto il medico e le sue capacità di recupero siamo fiduciosi”.
Sul Napoli battibile per molti.
“Non esistono squadre perfette, tutte si possono battere, poi chi ha vinto meno è stimolato dal voler battere chi ha vinto quasi sempre. Sono convinto che la nostra squadra ha fatto un bel percorso, bisognerebbe rivedere i punti dell’anno scorso se sono state mediocri le inseguitrici o se ha fatto un bel percorso chi è in testa. L’anno scorso c’erano 4-5 punti dalla seconda, se ora ce ne sono 20 non è perché hanno fatto peggio le altre come dite ma perché la nostra ha fatto qualcosa di straordinario. Non ci togliete quello che ci meritiamo, carta canta. Il percorso è straordinario”.
Nota stonata: una parte della tifoseria canterà fuori e resterà in silenzio dentro.
“Quello che abbiamo fatto, l’abbiamo fatto con tutte le componenti vicine alla squadra. Anche il pubblico è stato importante, quando una di queste viene a mancare se non riusciamo a dare tutti di più, siamo penalizzati. Io apprezzo i sacrifici che vengono fatti per comprare i biglietti, capisco sia difficile, ma in questa contrapposizione chi ci rimette è la squadra, si va contro la squadra che non può avere quel pezzetto di contributo da quella parte. Le due curve in silenzio è importante quasi quanto la mancanza di Osimhen, ci penalizza quasi allo stesso modo, per me non è giusto, poi non entro nel merito perché faccio un altro lavoro. Ma sicuramente non si penalizza la squadra, ringraziando sempre per i soldi spesi perché i biglietti ovviamente costano”.
Nel rione sanità il suo ‘Tutto per lei’ che vale più di 1000 trofei, oggi Napoli cosa rappresenta per lei?
“Diventa facile assorbire tutto questo amore quando uno entra in questa città, i napoletani sanno riconoscere chi si impegna e ti rimbalzano tutto il loro amore per ringraziarti. A volte ci penso, mi sembra di non essere un allenatore ma uno a cui piace fare l’allenatore, mi impegno al massimo e ci sono dei posti dove questo viene riconosciuto più di altri perché sono più sensibili”.
Punto di forza del Milan la fascia sinistra, anche senza Leao, arrivò da lì il gol e la traversa. Elmas può dare una mano lì?
“Abbiamo anche altri a destra, ma pure lui ogni volta… io farei un discorso differente, quando si gioca nel reparto offensivo di una squadra moderna e di rango bisogna che gli attaccanti sappiano comportarsi in un certo modo, altrimenti si punta a risultati differenti. Sul gol all’Atalanta si mette in risalto Kvara, però si è recuperato un pallone mentre loro costruivano agevolmente, se gliela prendi sei in porta con due passaggi. Non c’è bisogno di una lunga costruzione. Il calciatore moderno sa fare più ruoli, spesso abbiamo citato Di Lorenzo, il difensore deve saper attaccare lo spazio, l’attaccante deve saper difendere, sono cose che fanno il calciatore internazionale. Pure un solo rientro dà meno ampiezza a chi la deve recuperare, permette al compagno di aggredire”.