Scelte contate in attacco, come è andata la sosta?
“La sosta è andata bene, ci si sta allenando ad alta intensità e l’infortunio fa parte del nostro lavoro, qui si lavora seriamente e con qualità. Si è fatto tutto ciò che dovevamo in termini di preparazione dei giocatori arrivati, anche all’ultimo come Davis. L’infortunio purtroppo non si può controllare, fa parte della storia degli allenamenti ad alta intensità e di una squadra che gioca a calcio, faremo con quelli che abbiamo”.
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Che partita ti aspetti contro il Cagliari di Ranieri?
“Ranieri è un allenatore pragmatico, con concetti chiari, sa tirare fuori tanto dai suoi calciatori, parla la sua carriera per lui. Ho un bel ricordo del mister, una persona schietta, diretta. Ha preso l’anno scorso un Cagliari non lanciato per vincere la Serie B, lo ha formato e gli ha dato la sua identità come fa con le squadre che allena. Ha vinto il campionato combattendo fino all’ultimo secondo con il Bari. Anche quest’anno ha dato la sua impronta, la categoria ora è diversa, ma mi aspetto una partita tosta, dove bisognerà vincere i duelli, correre tanto e bene, l’unica cosa che mi dispiace è che la partita venga giocata in Sardegna a settembre all 12.30, servirebbe un po’ di attenzione, ci aspettano 40 gradi, non è una scusa, ma alle 12.30 ora magari giochi in Piemonte o in Friuli dove di gradi ce ne sono 25”.
Dei tanti nuovi arrivati chi è effettivamente in grado di giocare dal primo minuto?
“I giocatori vanno condizionati e preparati fisicamente in maniera ottimale, in una maniera che consenta al calciatore di giocare ad alta intensità. Altrimenti rischi di farti male o di non avere una performance che possa servire alla squadra. Alcuni sono arrivati all’ultimo momento, c’è stata la sosta per le nazionali, quindi per esempio Kristensen l’ho visto due giorni, Tikvic l’ho visto ieri. Pereyra un conto è allenarsi da solo un conto con la squadra con allenamenti specifici. Payero fisicamente sta un po’ meglio, Davis purtroppo si è fatto male. Quindi i vari giocatori vanno inseriti gradualmente”.
Senza Beto cambia il tuo stile di gioco?
“Beto è un giocatore che accelera come pochi, non aveva bisogno di tante combinazioni di coppia, lo puoi innescare su attacchi diretti da trenta metri e lui poi andava a giocarsela da solo. Quindi chiaramente cambia. Conta il presente e non serve parlare del passato, ma da quando sono arrivato abbiamo portato tre centrocampisti a fare 15 gol, in Europa l’hanno fatto in pochi. Nei calci piazzati solo l’Atalanta ha fatto meglio di noi, siamo tra i primi cinque d’Europa. Chiaro che poi lì i terminali devono essere anche i quinti e le punte, Lucca non disdegna l’attacco della profondità, nonostante la struttura non è un lentacchione, ma sicuramente va accompagnato e bisogna cambiare il modo di attaccare”.
Gli esterni:
“Nandez, Jankto, Azzi, sono giocatori di volume anche con qualità. Ho tanti quinti con caratteristiche dverse, sappiamo i punti di forza del Cagliari e sappiamo dove possono patire, le corsie esterne sono formate da coppie come Zappa-Nandez o Augello-Jankto, mettendo corsa e buon piede, dovremo essere bravi a smorzare le loro iniziative mettendoli in difficoltà quando hanno la palla”.
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Quanto serviranno gli inserimenti dei centrocampisti?
“E’ un dato di fatto che abbiamo perso la doppia cifra di Beto e Deulofeu, anche in termini di assist. Quando ha un sstema di gioco con due quinti di gamba e qualità, con mezzali di inserimento come può essere anche Payero, che ha gamba e tiro, mi aspetto molto di più dai quinti quando chiudiamo l’azione. Siamo una squadra che crossa tanto, siamo la squadra che ha calciato di più in porta in queste prime giornate, ma abbiamo fatto un solo gol, quindi dobbiamo essere più cattivi e solo con l’allenamento ci si riesce. Sono sicuro che gli attaccanti faranno gol, a Thauvin manca solo quello, sta bene, è cresciuto. Abbiamo anche Success e Pafundi. Sicuramente negli inserimenti stiamo lavorando ancora di più rispetto all’anno scorso”.
Pereyra può essere avvicinato alla porta?
“Lo conosciamo bene, lui dove lo metti suona, gli ho fatto fare mezzala sinistra, destra, quinto di sinistra, di destra, sottopunta, gli manca solo il ruolo di braccetto e ha fatto tutti questi ruoli bene. Parte da una buona base di condizione fisica, è un giocatore aerobico, fa in fretta ad andare in forma, è un ragazzo che più metti vicino alla porta più ha la capacità di fare la giocata”.
Sente la pressione dopo questo avvio?
“Ho scelto questo mestiere perchè lo volevo fare, se non volevo pressioni o critiche me ne sceglievo un altro e restavo a casa, ho una bella casa a Siracusa. E’ una componente del lavoro e mi concentro solo su questo, ripetizione e ripetizione, questa squadra ha cambiato tanto, sicuramente bisogna dare del tempo inevitabilmente perchè bisogna che qualcuno si adatti alla Serie A, c’è il mercato, gli infortuni, però lavoriamo e non sento la pressione, esiste sempre a questi livelli e in questa categoria. Vogliamo trovare un grande risultato, questo sì, penso a migliorare i giocatori e il gioco”.
L’Udinese ha fatto due punti ma a conti fatti è stato sbagliato solo il primo tempo contro la Juventus:
“Vorrei fare una riflessione personale su questo. Per me non ci sono sfumature di grigio nella vita, o è nero o è bianco. Ho giocato per questa società e ne vado orgoglioso, la alleno e ne sono orgoglioso, però non capisco perchè ci sia sempre un alone di negatività intorno all’Udinese. Questa società sta facendo tanto in termini di continuità in categoria, in una città da 90 mila persone e con dei tifosi anche splendidi. Però noto ogni tanto qualche tifoso, qualche giornale, qualche sito, non sono social ma ogni tanto l’occhio cade, che è sempre negativo. Abbiamo due punti, sappiamo benissimo che dobbiamo marciare, siamo comunque la seconda squadra più giovane della Serie A, vogliamo un po’ più bene a questa squadra, cerchiamo di avere un po’ di fiducia. Quanto tempo? Complicato definirlo chiaramente, però ho detto che dobbiamo cominciare a marciare, lo sappiamo che dobbiamo fare punti, dobbiamo dare tempo fisiologico a questa squadra di crescere ma dall’altra parte bisogna fare punti, bisogna avere pazienza, ma serve che i giocatori, e lo staff mi sta aiutando in questo, aumentino ora certi numeri. Abbiamo tanti ragazzi stranieri, vengono in un calcio diverso ma ci stiamo lavorando. In queste due settimane ho visto miglioramenti importanti e questo mi dà molta fiducia”.
Novità infortunati? Ebosse e Pafundi?
“Nessuna novità. E’ è tornato in gruppo in pianta stabile, è due settimane che è a pieno regime con la squadra, ha bisogno di tempo per riprendere confidenza con il campo dopo i sei mesi per il crociato. Anche Pafundi è tornato, ha sofferto a lungo di pubalgia e ha bisogno di tempo ma c’è”.