Che reazione si attende domani?
“La reazione che mi aspetto è la stessa di sempre di quando perdiamo. E’ una squadra di gente buona, che soffre quando perde. Sappiamo che quando perdiamo un calciatore, siamo in difficoltà. Alla fine però qualcosa arriva sempre, domani sarà molto difficile e lo scorso anno ci ha regalato due partite veramente complicato. Mi aspetto tutto lo sforzo possibile per tornare a sorridere che non facciamo da due giorni”.
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Visto l’infortunio di Pellegrini, Volpato potrà essere il suo sostituto?
“L’unico giocatore che confermo che giocherà domani è Ibanez. Volpato in nazionale? E’ una questione personale, non di società. Quello che ho capito è che questo è l’inizio della sua carriera, che crescere con la Roma, giocare i suoi primi minuti consecutivi, è in un processo di crescita dove deve concentrarsi sul suo futuro e non su questo tipo di decisione dove qualcuno vuole accelerare un processo che non deve essere accelerato”.
Su Ibanez
“Serve rispetto per chi dal giorno in cui sono arrivato oggi dà tutto quello che ha anche quando è stato in difficoltà. Lo scorso anno in un periodo della stagione avevamo solo lui come centrale e stava sempre lì. Quando siamo andati a Siviglia e l’ho visto la mattina pensavo fosse impossibile che giocasse e invece è sceso in campo. Lui ci ha messo sempre la faccia, per me è un intoccabile”.
Come mai fate più punti in trasferta?
“A casa ci sono tre partite nelle quali non abbiamo segnato: Napoli, Atalanta e Lazio. Posso anche piangere io? Gli altri lo fanno sempre. Abbiamo giocato tre partite senza il nostro giocatore più creativo e con più mobilità nel campo. Un giocatore che apre un blocco compatto e l’Atalanta lo ha fatto così. Non parliamo della Lazio, che se avessi vinto io una gara così come l’ha vinta Sarri mi avrebbero ucciso. Il Napoli ha fatto una gara diversa. Se guardiamo l’ultima partita nostra abbiamo giocato con la stessa squadra dello scorso anno in modo generale e con Camara nella posizione di Mkhitaryan. Questo significa che il bel mercatino che abbiamo fatto con tanta dedizione e sacrifico non sta giocando. Devo piangere un pochino anche io: tutte di queste partite grandi Dybala non le ha fatte. Gioca con l’Inter e vinciamo perché segna, con la Juve pareggiamo e fa l’assist. Poi c’è Pellegrini che è l’altro che ha questa luce e gioca troppi minuti, è in difficoltà. Ha una qualche fragilità muscolare e sono poche le partite dove finisce al 100%. Quando segniamo poi è molto difficile che perdiamo, con i punti che abbiamo preso siamo con gli stessi punti di 15 gare dello scorso anno. Quindi se facciamo qualche punto con Sassuolo e Torino, dopo 15 partite possiamo avere 2, 4 o 6 in più. Nonostante le difficoltà facciamo il nostro lavoro”.
Lei è soddisfatto dell’evoluzione dei singoli dopo la finale di Tirana?
“Penso che Mancini sta meglio quest’anno, è molto più equilibrato e controllato. Ha preso solo tre cartellini gialli. Ibanez, al di là dell’episodio del derby, è migliorato. C’è poi una cosa che influenza: noi abbiamo perso tre giocatori di centrocampo, tutti loro titolari. Mkhtaryan, Sergio Oliveira e Veretout. Wijnaldum non gioca una partita, di quelli che abbiamo ne rimangono due e uno è Camara che arriva l’ultimo giorno di mercato e ha bisogno di tempo. L’altro è Matic, non è venuto qui per giocare con Cristante e si trova spesso a dover giocare con lui. Noi purtroppo abbiamo avuto dei problemi inaspettati sia quest’anno che la scorsa stagione. Quando Spinazzola si fa male all’Europeo, siamo dovuti andare in una direzione sul mercato che non volevamo. Sto piangendo tanto e non mi piace farlo, mi piace dire che tutti questi problemi hanno aperto la porta a Volpato a Zalewski lo scorso anno. Progressivamente cresce Bove, presto giocherà Tahirovic. Mancano due partite alla sosta e vediamo i punti che possono fare. Poi vedremo che punti avremo anche se non saremo nemmeno a metà campionato. C’era gente da cui mi aspettavo di più? Sì, non posso essere soddisfatto dell’involuzione di qualche giocatore, ma posso nasconderti chi sono. Perché io parlo dei singoli solo quando ci sono cose belle. La gente deve sempre pretendere di più da se stesso. Karsdorp è tornato due minuti dopo essere andato negli spogliatoi, non sai se ha preso il ghiaccio, se non è il ginocchio è l’adduttore o ha la febbre, lui ha tanti di questi problemi. Dopo due minuti era in panchina, non l’ho visto come un brutto atteggiamento. Quello che potevo dire è che questo per me non è un problema. Il problema che vedo è che si può o che si doveva migliorare è l’accettazione di una sfida diversa da quella dell’anno scorso, la crescita nella mentalità, nella responsabilità, nell’ambizione, non essere soddisfatti di aver raggiunto questo livello qui e di essere contenti di cercare di andare oltre. A questo livello, e non parliamo di Karsdorp, sì. Se sono soddisfatto della mia carriera nel 2010… e magari avevo dei motivi per esserlo per quello che avevo raggiunto. Penso che per i giocatori sia lo stesso, i giocatori devono esigere di più fino all’ultimo giorno”.
Sta pensando a un cambio di modulo?
“Il modulo non lo faccio, ma i giocatori con le proprie caratteristiche”.
Cosa sta succedendo ad Abraham
“E’ una buona domanda per Abraham per dirti se è assente o no. Se pensa al mondiale o meno. Penso che lui sia la persona giusta per rispondere”.
Se Cristante e Matic non sono una coppia, perché è uscito Camara?
“Buona domanda. Perché non c’era Wijnaldum e non c’era Mkhitaryan, giochi con quelli che hai. Non siamo tanti e siamo un tipo di società che quando ha dei problemi nella rosa ha più difficoltà. Semplicemente questo”.