Cosa può lasciare la seconda parte di partita di Frosinone in un calendario con partite molto difficili? Questa fragilità da cosa dipende e come è vissuta?
“Non eravamo contenti dopo la partita e non può essere tattico-tecnico tanto perché dopo 20 minuti eri avanti 2-0 fuori casa. Una gara che rispettavi soprattutto nell’inizio perché il Frosinone era stato prestativo nei primi tempi poi un episodio ha cambiato la gara ma non è stato solo quello. Non siamo stati determinati con la palla e poi dopo la partita è cambiata per l’episodio, determinato da noi, poi ci sono meriti dell’avversario, e non siamo stati bravi ad adeguarci a una partita che era cambiata. La gara di domani sarà diversa. La Juve avrà il pallino del gioco in alcuni momenti ma noi dovremo avere coraggio sapendo che non sarà semplice perché hanno fisicità, hanno gamba in avanti ma se li mettiamo in difficoltà e ci crediamo possiamo metterli in difficoltà. Con il Frosinone siamo stati superficiali con la palla e non ci siamo ritrovati nel secondo tempo in una gara che era cambiata, abbiamo fatto una partita tecnicamente al di sotto delle nostre qualità”.
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Cosa chiederai ai centrocampisti?
“Abbiamo tanto rispetto per la Juve ma pensiamo a noi e come poter attraverso le nostre qualità limitare la squadra avversaria. I tre centrocampisti devono essere bravi e più giocano insieme e più facile sarà ritrovarsi in campo. In base agli avversari l’occupazione deve cambiare, non deve cambiare l’interpretazione ma la collocazione sì. Stiamo lavorando e devo dire che noto una crescita, è normale che non si può avere tutto e subito, i risultati ti danno consapevolezza e ti fanno nascondere qualche errore e quelli negativi ti fanno risultare le cose negative. Stiamo lavorando per essere pericolosi con la palla e limitarli senza palla però dobbiamo pensare a noi altrimenti non do continuità a quello che ho detto prima. Avremo la palla, dovremo essere efficaci in riconquista, dobbiamo convincerci che possiamo fare di più con la palla e non dico che non sia accaduto col Frosinone ma siamo stati un po’ lenti quando la partita si era messa in discesa e dopo è più difficile riprendere le trame di gioco. Siamo una squadra che ha qualità offensive importanti, che deve migliorare dietro, chiede disponibilità ai giocatori offensivi per difendere ma deve avere coraggio negli 11 interpreti. Io non ho mai visto una Juve in crisi neanche l’anno scorso, è normale che i risultati danno consapevolezza anche alla Juve e il non giocare tanto come l’anno scorso porta la Juve ad essere più aggressiva e prestativa”.
Cragno o Consigli
“Cragno ha fatto bene, mi dispiace che non è stato accompagnato da un risultato positivo. Andrea se giocherà domani sarà il titolare perché è il capitano, stiamo facendo delle valutazioni perché Andrea sta cercando di accelerare per esserci ma ci sarà anche una partita dopo pochi giorni e sarebbe un errore forzare, le valutazioni le faremo fino a domani”.
Meglio o peggio affrontare delle big in un momento di grande crisi?
“Grande crisi dove? Altrimenti parliamo di qualcosa che non esiste, se vogliamo montare le cose possiamo farlo. Noi abbiamo giocato 3 gare a mercato aperto, ne abbiamo giocata una a mercato chiuso e vincevamo 2-0 dopo 20 minuti. Sappiamo che domani partiamo sfavoriti, anche quella successiva, ma l’unico modo che abbiamo per migliorare è affrontare una gara alla volta. Grande crisi non esiste. L’anno scorso eravamo a metà stagione, stava iniziando il girone di ritorno e siamo stati bravi ma era un anno diverso. Qua siamo a inizio stagione, è giusto che le valutazioni le facciano altri. Abbiamo giocato la seconda in 10 per un tempo, alla prima abbiamo giocato con tanti esordienti, alla terza abbiamo fatto bene, alla quarta abbiamo regalato un tempo e devo essere equilibrato, io devo dare tempo alla squadra. Dobbiamo credere in noi stessi sapendo che siamo una realtà piccola dove c’è meno pressione ma ci sono meno aiuti dall’esterno e dobbiamo credere in noi, sapendo che domani non faremo le vittime sacrificali senza dimenticarci la gara precedente perché nel primo tempo se finisce 3-0 c’è poco da dire ma è finita 2-1 per negligenza e non dovremo ripetere gli errori fatti perché con la Juve non vogliamo perdere”.
Senti di avere del tempo per crescere insieme alla squadra?
“Non capisco la domanda, mi sembra un po’ pretenziosa. Non è una grande crisi: abbiamo 3 punti dopo 4 partite, in base a domani potremo avere 3,4 o 6 punti ma siamo alla quarta di campionato. La società è libera di prendere ogni decisione, parla l’a.d. che ha un peso importante e se ha detto lui delle cose quello sarà ma mi sembrerebbe folle pensare ad altro. Nel calcio poi ho già visto decisioni strane e sono aperto a tutto ma sono più equilibrato di quello che c’è attorno a me e della domanda che mi hai fatto”.
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Ruan è una questione tecnica o di testa?
“Non è sfortuna, quando una cosa si ripete, ma se anche si dovesse ripetere un errore e si basa su sfortuna o fortuna deve andare al casinò, nel calcio c’è la volontà, la qualità e il lavoro. Ruan sta lavorando meglio di due anni fa e dell’anno scorso, sta crescendo mentalmente. Ha fatto un errore pesante, a Napoli è stato ammonito e ha gestito meglio l’ammonizione, l’anno scorso l’avrei tolto, a San Siro l’ho tolto per non rischiare di rimanere in 10 e avevamo riaperto la partita in 11 contro 11. Non ha completato questa crescita, se riuscirà a farlo farà due passi indietro altrimenti due passi indietro rispetto al giocatore che è. Sta lavorando mentalmente, è arrivato con dei limiti, ma la testa è la qualità più importante da migliorare nel calcio. Ovviamente non è perfetto, lo determina lui il suo percorso da ora in poi, dal Sassuolo in avanti: se farà quella crescita, Sassuolo sarà uno step per qualcos’altro, se non la farà a Sassuolo non crescerà e lo step sarà inverso”.
Che settimana è stata per Pinamonti?
“Speriamo segni sempre con continuità. Nelle prime partite mi si faceva notare che sembrava quello dell’anno scorso, ora dopo la quarta…per me stava già crescendo ed è normale che mi si creda di più se i numeri mi danno ragione. Roma è stata fatta in un giorno? No, figuriamoci se un giocatore che non ha ancora completato il suo percorso possa tirare fuori il massimo dopo una stagione non all’altezza. È conseguenza del lavoro, della testa che non gli funzionava l’anno scorso perché a un certo punto non gli tornavano le cose e non era mentalizzato, ora fa gol e un attaccante che fa gol acquisisce consapevolezza tant’è che il secondo gol è una situazione di Andrea, l’anno scorso forse non avrebbe calciato. Ora deve continuare, volendo di più come la squadra”.
Berardi?
“Mi ha sorpreso contro il Verona, non era scontato restare così in campo e fare come ha fatto lui. Ora dobbiamo solo rischiare di avere l’effetto contrario perché è partito forte e avere in campo Domenico al 100% per noi fa tanta differenza. Questa partita per quello che c’è stato nel mese precedente è un pochino particolare ma confido nella sua maturità calcistica, è chiacchierato da 11 anni, non l’ho visto diverso da altre settimane e e speriamo possa incidere”.
Ci può essere una chance per Defrel domani? Decise lui il match dell’anno scorso…
“Può darsi. È tornato disponibile la settimana scorsa, Greg è stato e sarà un giocatore importante. Dipende dalle partite, dalle situazioni, dai compagni, perché credo sia il giocatore più duttile del reparto offensivo. Se gioca a destra lo fa con disponibilità, se gioca da sottopunta lo fa con qualità ma da giocatore offensivo, se lo fa da prima punta lo fa con qualità importanti. Dipende da che partita vogliamo fare ma sicuramente ci darà una mano”.
Ci sarà ancora Ruan titolare o ci sarà una chance per Viti?
“Io sono solito dare fiducia ai giocatori anche dopo degli errori, anche l’anno scorso credo possa confermare quello che sto dicendo. È normale che la gestione delle risorse mi porta a fare delle scelte. Non dico che la scelta sarà in funzione delle tre partite ma anche, non dico che lo sarà in base alla gara col Frosinone ma anche. Abbiamo 4 centrali, 3 oggi sono più in condizione, cerco di dare continuità nelle scelte gestendo le energie”.
Come sta vivendo questo periodo Laurienté?
“Posso riprendere il discorso fatto per Pinamonti, al tempo stesso dico perché lo penso che Armand è più dentro al contesto squadra rispetto all’anno scorso, si trova in zone di campo più giuste, l’anno scorso sembrava quasi fuori dal contesto, non legato alla squadra in alcune fasi. Lui è un giocatore talentuoso che ora in Serie A è conosciuto e quindi alcune squadre lo rispettano, prima non lo conoscevano, e lui deve essere bravo a rimodellare le sue qualità rispetto alla fase difensiva che si trova davanti in base agli avversari. Non ha fatto la preparazione, non è una scusa ma è una verità, perché è stato operato a fine stagione e poi si tendono a dimenticare queste cose. Laurienté arriva da una non preparazione, Berardi arrivava da non partite per altri motivi, e noi li dobbiamo accompagnare. Ho molta fiducia in lui ma molto passa in quello che vuole lui perché c’è tanta differenza tra quello che fanno e quello che vogliono e devono fare: se fanno solo quello che devono fare otteniamo poco, se fa quello che vuole fa un passo in avanti e sono due passi di differenza e qui passa il determinare o meno in una squadra. Io lo accompagno perché ha le qualità, è normale che lui ci deve mettere del suo, vedo applicazione in allenamento e un po’ meno determinazione. Ora ha un tempo in meno per calciare, se vuole fare dribbling deve fare un contromovimento e lui lo fa poco, se vuole legare il gioco deve fare un contromovimento e lui non era abituato a pensare prima cosa fare di ricevere e la marcatura in Serie A diventa più asfissiante”.