Dopo la brutta sconfitta contro il Verona, Sarri si aspetta la reazione dai suoi nella sfida infrasettimanale alla Fiorentina.
Lazio pronta a ripartire?
Si spera sempre di sì, vediamo le risposte. Sappiamo la gara che dobbiamo fare, penso di sì. Vedendo l’atteggiamento in questi giorni penso di sì.
La Fiorentina deve essere affrontata come una big?
Una squadra forte, mi sembra che abbia un gioco diverso rispetto al passato, ha fatto meglio fuori che in casa, è in crescita, può avere un futuro importante.
Domani sfida tra Immobile e Vlahovic?
I giocatori importanti possono sempre decidere il risultato. Ciro da anni segna in modo impressionante, Vlahovic è giovane e forte. Saranno importanti.
Ha parlato coi giocatori in ritiro?
Un momento di riflessione, sentendo parlare i ragazzi, andando a scavare abbiamo visto che questi alti e bassi si ripetono da un anno e mezzo, quasi sempre si verificano cotnro squadre di seconda fascia, ci deve portare a riflessioni e correzioni. Vuol dire che alla base c’è qualcosa di sbagliato negli approcci di certe gare, spesso si verificano alla terza gara. Vedendo i dati non c’è troppa differenza tra prima e terza partita, forse c’è l’abitudine a nontenere le energie nervose per tempo prolungato. Si deve lavorare su questo.
Situazione Luis ALberto?
Abbiamo fatto 12 partite, ne ha fatte 8 da titolare, 4 da 40 minuti, faccio fatica a dire che non sta giocando. Poi ci sono dei momenti in cui le necessità del singolo non corrispondono a quelle della squadra, si guarda al collettivo. Resta un giocatore importante.
L’anno di transizione ha tolto responsabilità ai giocatori? Anno di scrematura?
Chi non sposa il progetto, sono 30 anni che faccio allenatore, è una squadra che mi ha dato disponibilità. Magari abbiamo sbagliato qualche messaggio noi, ma la disponibilità la sta dando il gruppo, non è garanzia di risultati ma di lavoro. Dobbiamo continuare a essere martellanti. Sono cazzate, la comunicazione esterna e interna spesso non coincidono. A te giornalista dico certe cose, al gruppo altre. Dovreste cominciare a giocae, così vi parlo come ai giocatori.
Su Leiva?
Un ruolo molto importante, Lucas è adatto per caratteristiche, anche l’anno scorso aveva qualche problema di tenuta, fa parte di un giocatore di una certa età. Quest’anno si gioca a ritmi un po’ più alti, qualche problema può venire fuori. Se ci garantisce un’ora ai suoi livelli va bene, dietro abbiamo Cataldi che sta crescendo. Ci devono dare tanto entrambi.
Deluso dal centrocampo della Lazio? Aveva detto, ai tempi della Juventus, che era uno dei migliori d’Italia…
Sono giocatori forti, a Roma c’è la tendenza a santificare a fenomeni troppo velocemente. Serve il lavoro. Erano abituati a giocare con 3 centrali e 2 esterni che garantivano coperture laterali, una sottopunta che partecipava. Se giochi con 3 punti e crei più campo da coprire si complica un po’ la vita. Una questione di abituarsi a un certo tipo di lavoro, fin quando i tempi e le distanze non si accorciano corriamo tanto e a vuoto. A tratti diamo la sensazione di arrivare sempre secondi sulla palla, i dati direbbero il contrario. Sprechiamo energie, se mettiamo a puntino le cose facciamo lo stesso lavoro con un dispendio minore.
Come si lavora sulla mentalità? Che metodo utilizza?
Per risolvere un problema va presa coscienza che esiste questo problema. Abbiamo tirato fuori dei dati da maggio scorso e c’è una ripetitività di alcune situazioni. Una squadra che gioca con un’efficienza tecnica del 93%, un livello da Champions, la partita dopo passa all’87%, che è un livello di bassa Serie B. Bisogna rimanere sempre su certi livelli, spero che i ragazzi abbiano capito ciò. Inoltre, visto che questi cali avvengono con squadre di seconda fascia, bisogna essere più umili. Per diventare grandi dobbiamo ancora lavorare tanto.
L’alternanza dei terzini:
Stanno tutti giocando con una discreta regolarità. Marusic aveva già responsabilità difensiva, avendo fatto anche il terzo centrale. Lazzari deve fare un percorso più lungo, è un quinto di centrocampo puro. Ma come lui tutta la squadra ha ancora tanta strada davanti. È un momento delicato.