Le parole di Sarri:
Che segnali ha ricevuto dalla squadra dopo la sconfitta di Salerno?
“Non voglio avere segnali ora, ma domani. Abbiamo perso una partita per superficialità, per mancanza di determinazione, in maniera brutta. Quindi la squadra deve rispondere non a parole, ma sul campo. Quello che avevo da dire l’ho detto ieri, adesso bisogna ricompattarsi senza andare oltre, sperando che l’atmosfera della Champions ci dia qualcosa in più”.
C’è stato l’intervento della società?
“L’ha fatto il direttore, in maniera bella tosta. Di questo sono contento, ce n’era bisogno secondo me”.
Chiedi qualcosa di più alla vecchia guardia?
“Ormai non c’è più vecchia guardia e nuovi. Bisogna resettare. È inutile parlare di tattica, quando una squadra entra in campo meno cattiva dell’altra non vince. La tattica può aiutare, ma non basta”.
La Lazio in attacco è prevedibile. Sta pensando a qualche accorgimento tattico?
“Il Barcellona ha dominato dieci anni giocando sempre allo stesso modo. Questi sono discorsi da bar che non mi interessano”.
Aveva visto segnali preoccupanti già nel ritiro?
“Il ritiro è stato fatto su buoni livelli. Dopo è cambiato qualcosa, durante l’estate l’atmosfera era di ottimo livello”.
Sul Celtic:
“Ha discrete qualità tecniche, gioca a un ritmo molto alto. Non è una squadra semplice da affrontare. Le due sconfitte in trasferta sono state condizionate da una doppia inferiorità numerica. Sarà una partita complicata domani”.
Da Pioli a Inzaghi, sono 10 anni che la Lazio fatica con le piccole. Non si risolve il problema della mentalità…
“Dipende da duemila fattori la mentalità, non solo dalle parole dell’allenatore. Molto probabilmente a livello ambientale qualcosa trasmette poco, qui c’è il problema visto che sono cambiati giocatori e allenatori”.
Un punto infermeria?
“Zaccagni, Romagnoli e Casale, che migliora, sono fuori. Sta meglio Rovella. Vediamo oggi e poi tiriamo le somme”.
Le parole di Pedro
Quali insidie ci saranno domani?
“Sarà difficile, come tutte le partita in Champions. Sono una buona squadra, fisica, forte, giocano bene anche con la palla. Per noi è anche una bella opportunità per riprenderci davanti ai nostri tifosi, speriamo di fare una grande prestazione e ottenere una vittoria”.
Come ti spieghi i motivi di questo calo?
“Non lo so, stiamo lavorando bene ma qualcosa non funziona. Con le squadre meno blasonate non riusciamo a fare una bella partita, non parlo di vittoria, ma di prestazione. Dobbiamo fare autocritica e tornare all’origine, alle cose basiche: correre di più e mettere la voglia. Quando poi non arrivano i risultati, aumenta la pressione e non riesci a stare tranquillo. Non dobbiamo guardare la classifica, anche se ora il margine di errore in campionato ora è basso”.
I tifosi possono essere il dodicesimo uomo in campo?
“Lo sono sempre stati. Sono sempre con noi e ci aiutano ogni partita. Abbiamo parlato con loro anche dopo Salerno. Se stanno al massimo, per noi è come se avessimo un giocatore in più. Mi aspetto questo domani”.
Come ti sei trovato nella tua carriera contro squadre scozzesi?
“Sono molto fisiche e tattiche. Domani non sarà diversamente, sarà lunga e tosta. Il mio gol all’andata è stato speciale, in quello stadio così bello e sotto il settore dei tifosi della Lazio. In Champions è sempre bello fare gol, soprattutto all’ultimo minuto”.
A che punto è l’inserimento dei nuovi?
“Sto vedendo bene tutti, sono molto forti. Il primo anno è sempre complicato quando arrivi da un altro paese, da un’altra idea di gioco. Hanno l’atteggiamento giusto, vogliono vincere e per noi questo è molto importante”.
Seguite Sarri sempre con la stessa dedizione?
“Sì cerchiamo sempre di fare il meglio, anche seguendo le idee di Sarri”.
Sarri sabato ha detto che è pronto a dimettersi. Come avete preso le sue parole?
“È una persona speciale, è un perfezionista. Ovviamente quando il lavoro non va bene c’è un po’ di frustrazione. Spero rimanga tanti anni qua, penso possa farci fare il salto. Nel calcio purtroppo funziona così, se perdi due partite diventa un dramma. Sarri non è il problema in questo momento, lo stiamo dicendo anche noi, ne siamo convinti. Un abbraccio a Sarri in caso di gol? Sì certo, stiamo tutti con lui, è un allenatore speciale”.
Il tuo futuro?
“Qui sto molto bene, ma ovviamente la mia famiglia è a Barcellona, i miei bambini sono lì. A fine contratto parleremo e vediamo cosa succederà, ma adesso non ci penso. Vogliono finire bene la stagione qui”.
Come vi spiegate la poca pericolosità offensiva della Lazio?
“Non lo so, dobbiamo migliorare tutti noi attaccanti. Ne parliamo, siamo consapevoli e non ci nascondiamo, serve fare autocritica. Magari è anche una questione di gioco: se hai in mano la partita, crei più occasione. L’anno scorso eravamo forti, prendevamo sempre lo specchio della porta in ogni occasione, adesso è diverso. Dobbiamo ritrovare fiducia”.