Tutti i convocati e le conferenze del 6° turno.
A Genova sono sempre partite serie e la Samp ha pareggiato in casa contro Juve e Lazio…
“Troveremo un avversario solido, con una buona identità e molto motivato; arriva da una sconfitta che porterà ancora più attenzione e determinazione. Sappiamo quello che ci aspetta”.
Cosa è cambiato tra casa e trasferta?
“Sono ancora un po’ poche le partite per determinare statistiche su risultati in casa e trasferta; conta molto la qualità delle nostre prestazione e, a parte Bergamo, tecnicamente potevamo fare meglio”.
È il momento di Origi?
“Penso di sì, perché sta meglio e ha avuto minutaggio per alzare il ritmo”.
Come ha trovato Dest?
“Ho trovato un giocatore che conoscevo, lo avevamo già seguito nelle passate stagioni e ho visto le caratteristiche mi aspettavo. Ho trovato, però, più attenzione in fase difensiva di ciò che mi aspettavo: a Salisburgo ha fatto bene; deve fare di più con la palla per la qualità che ha e ci può dare tanto. A lui piace giocare anche a sinistra. È un giovane, ma già pronto con esperienze importanti”:
De Ketelaere o Brahim Diaz? Ti aspetti di più in quel ruolo?
“C’è anche Adli, abbiamo varie soluzioni. Charles sta facendo tutto quello che gli sto chiedendo, si sta inserendo sempre di più e sempre meglio, sono contento delle sue prestazioni. Poi deve avere il tempo necessario per conoscere, ma io vedo un giocatore sereno. Brahim ha determinate caratteristiche per darci superiorità numerica. È inevitabile che mi chiediate sempre di chi non gioca, ma io scelgo sempre in base alla partita”.
Turnover indispensabile?
“Non mi piace il termine turnover. I titolari non sono solo i primi 11 che vengono scelti. Io so che ho dei giocatori forti, un’identità ben precisa e sono sicuro che tutti, quando saranno chiamati in causa, daranno il massimo. Domani schiererò quella che, secondo me, è la formazione migliore: vado avanti per quello che vedo e per quello che sento. Non è che se faccio le rotazioni le faccio per partito preso… Metto in campo giocatori per vincere le partite”.
È possibile che Diaz si sia smarrito dopo la prima partita contro l’Udinese?
“Se giochi nel Milan devi accettare e devi volere la concorrenza. Se vogliamo raggiungere certi livelli – e l’obiettivo è vincere – non possiamo permetterci di avere 11 titolari e basta. Se Brahim sta soffrendo la concorrenza – cosa che non credo – non va così… C’è unione, compattezza e sarà così per tutto l’anno. Ogni allenatore ha in testa una formazione ideale, ma poi sono le prestazioni dei giocatori che la fanno cambiare. Devono tirarsi su le maniche per lavorare, ma non c’è nessun giocatore demoralizzato”.
Come sta Rebic?
“Non mi piacciono queste illazioni. Rebic ha un dolore forte alla schiena che non gli permette di allenarsi. Sta facendo tutte le cure, ma non siamo ancora riusciti a fargli passare il dolore”.
È il momento di Adli?
“Toccherà a lui dimostrare. Mi aspetto tanto da lui”.
Diverse volte il Milan è andato in svantaggio e ha poi ripreso le partite…
“Come approccio abbiamo solo sbagliato con l’Udinese, ma è chiaro che è un dato che vogliamo invertire. Poi comunque si conferma la grande consapevolezza della squadra che, nonostante lo svantaggio, continua a crederci per cambiare la partita”.
Servirebbe un filotto come l’anno scorso…
“L’anno scorso era un’altra stagione, i filotti sono chiaramente importanti e ci dispiace non aver vinto le partite che abbiamo pareggiato. Stiamo facendo bene, in altre situazioni dobbiamo migliorare”.
C’è possibilità di un centrocampo a 3 con Adli?
“In questo momento no, non ho ancora provato Adli mezzala”.
Le sta piacendo Pobega?
“Mi è piaciuto come entrato martedì: lo ha fatto con vigore e forza, è andato due volte alla conclusione in cui poteva essere più preciso”.
Saelemaekers gioca?
“A Salisburgo ha giocato bene, non forzando quando non era il momento e forzando quando bisognava farlo”.
Cosa si aspetta di vedere da De Ketelaere?
“Possiamo cercarlo un po’ di più, fidandoci di più delle sue qualità e, viceversa, lui deve capire ancora meglio quando raccordare il gioco o andare in profondità”.
Nella logica della conoscenza della squadra, può essere che De Ketelaere non rientri nelle rotazioni?
“Io non voglio mettere in campo un giocatore per fargli fare minutaggio, ma per cercare di vincere la partita. L’obiettivo primario è la squadra. Poi, più gioca più conosce meglio la squadra ed è chiaro, ma non è un obiettivo primario il suo inserimento”.