Giampaolo presenta la sfida alla Juventus con la consapevolezza di dover ripartire dopo due sconfitte consecutive, ma per farlo ci sarà bisogno della migliore Sampdoria.
“Su quello che è stata la mia risposta sabato ‘Non ho capito dove sono’ ho dato un po’ di materiale alla stampa o ai social. E’ chiaro che mi rivolgessi ai miei calciatori. Se io torno alla Samp, dove sono stato tre anni, so dove sono. Conosco la realtà Samp in ogni particolare però ci sta anche che poi venga strumentalizzato”.
Situazione difficile.
“Non è che mi sono svegliato alla mattina e ho detto ‘Adesso vado lì a bere champagne e fare festa’. La situazione nostra la conosciamo. So che bisogna lottare, alzare il livello e giocare ogni partita come se fosse l’ultima. Conosco la situazione in cui siamo. Ne perderemo ancora altre, non è il problema della partita persa. Pongo l’attenzione sulla prestazione, è questo il messaggio che voglio far passare e che deve essere chiaramente diverso. Le partite sono dieci e vanno tutte giocate al 100%. Se io pongo l’attenzione o sottolineo il comportamento di un mio calciatore, penso di potermelo permettere per la conoscenza del calciatore, per i rapporti che ci sono con i giocatori perché questo non è uno spogliatoio nuovo per me; è uno spogliatoio che conosco. Se alzo il livello non è per precostituirmi alibi verso uno, due o tre calciatori. La mia storia qui alla Samp insegna che quando tutti sono contro un calciatore io cerco sempre di recuperarlo o difenderlo. E di esempi ce ne sono tanti. Se sottolineo uno o due calciatori è perché ho stima e fiducia, perché so che quei giocatori possono cambiare le sorti. E perché magari devo alzare anche il livello dentro lo spogliatoio. La gestione della squadra ce l’ho io e penso anche di potermelo permettere. Non si ricorda nella mia carriera che io abbia scaricato pubblicamente un mio calciatore. Preoccupati se non dico niente”.
Domani c’è la Juventus.
“La Juventus è una squadra che sa prendersi le cose dentro una partita. E non lo devo direi io. Lo dice la sua storia e il campionato che sta conducendo fino ad oggi. Allegri l’ha rimessa in rotta dopo un inizio così così, oggi è una squadra consapevole e forte. Io mi appello sempre a quello che dico sempre ai ragazzi: prestazione e collettivo, collettivo e prestazione. Non puoi giocare contro la Juventus sul piano individuale, non puoi non fare una prestazione all’altezza della situazione e poi il livello di attenzione in queste partite non può mancare. La Juventus è una squadra che se ha bisogno di spingere 50 lo fa, se deve spingere 80 lo fa, se deve gestire sa gestire, è una squadra che ha la consapevolezza di come si giocano le partite. Poi ultimamente ha incontrato squadre che hanno aspettato, ha incontrato squadre che sono andate ad aggredirle ad oltranza, ha incontrato squadre che hanno palleggiato, ha incontrato squadre con atteggiamenti tecnico-tattici diversi ma alla fine la Juve le ha sempre portate a casa. Significa che è una squadra che sa prendersi le cose dentro la partita ma questo non significa niente perché da quando sono arrivato dico che le partite vanno giocate tutte senza guardare in faccia l’avversario. E quando mi incazzo è perché voglio fortemente far passare questo concetto. Non ci devono essere partite da pronostico. Non esistono”