La Roma trionfa in Conference League e conclude la stagione nel migliore dei modi, regalando ai propri tifosi un trofeo dopo 14 anni. Il primo dell’era post Sensi.
Ripercorrendo la stagione dei giallorossi appaiono evidenti i meriti di Mourinho.
Nella gestione della squadra e delle emozioni, in una piazza sempre difficile, si è rivelato il solito comunicatore eccellente. L’inizio è stato idilliaco ma, dopo le prime cattive prestazioni, il tecnico portoghese è riuscito a zittire la stampa romana ed a compattare il gruppo, portandosi dietro un’intera tifoseria.
Il punto più basso della stagione la Roma l’ha toccato nel 6-1 contro il Bodo ed è qui che si è vista la caratura del tecnico. Ha messo spalle al muro i giocatori con un’azione che per molti poteva sembrare suicida ma che, alla lunga, si è dimostrata vincente.
È riuscito a convincere l’intero ambiente che i grandi obiettivi si raggiungono con la testa prima che con le gambe.
Da lì in poi, con un cambio di modulo e dando fiducia ad un talento della primavera di nome Zalewski, è stato tutto un crescendo, fino all’esplosione di gioia di ieri.
Gli uomini chiave
La scelta Zalewski è stata quella che ha colmato la lacuna sulla fascia sinistra, ma i giocatori chiave sono stati Pellegrini, Abraham e soprattutto Smalling. La sensazione è che la solidità della Roma, per questa stagione, dipendesse dalla presenza dell’inglese in campo, anche ieri un vero muro.
Rui Patricio è stato fondamentale in un ruolo dove la Roma ha sofferto molto dopo la cessione di Alisson. Il portiere portoghese, nell’arco della stagione, ha dimostrato solidità ed esperienza e spesso ha salvato la porta giallorossa con interventi prodigiosi.
Un punto di partenza e non di arrivo
Il cambio di mentalità imposto da Mourinho si è visto nelle dichiarazioni post gara del capitano. Pellegrini, durante i festeggiamenti, ha subito messo in chiaro che questa partita deve essere il punto di partenza per i giallorossi. Vincere aiuta a vincere e gli obiettivi dei prossimi anni saranno sempre più ambiziosi.
Dello stesso tenore le dichiarazioni del tecnico che ha subito messo pressione alla dirigenza confermandosi alla guida della Roma, ma felice solo se il mercato andrà in un certo modo.
Cosa aspettarsi dal mercato e dove la rosa deve migliorare
La rosa della Roma necessita sicuramente di qualche intervento, ma la base è solida. Si parla insistentemente della partenza di Zaniolo, decisivo nella gara di ieri e nella Conference in generale. I soldi ricavati da questa cessione potrebbero essere la benzina per un mercato di qualità.
Alla Roma servono un centrale di difesa, un centrale di centrocampo capace di interdire e gestire il gioco, una seconda punta di qualità da affiancare ad Abraham ed una riserva in grado di far rifiatare Karsdorp quando serve.
Il sogno è Dybala, giocatore per cui si è speso anche Totti. Con Abraham formerebbe una coppia sulla carta perfetta e l’ambiente romano lo coccolerebbe come la Joya merita e desidera.
A centrocampo si parla di Matic, ma anche Xhaka resta un’alternativa valida, mentre in difesa appare molto difficile arrivare a Bremer. Come centrale di difesa, quindi, gli occhi sono puntati su Senesi del Feyenoord che anche ieri ha mostrato le sue qualità.
Con questi tre/quattro giocatori, uniti al rientro a pieno regime di Spinazzola, la Roma sarebbe una squadra in grado di lottare per vincere la prossima Europa League e di entrare nelle prime quattro in campionato.
Riuscirà la dirigenza giallorossa a fare felice il proprio tecnico? Staremo a vedere, ma siamo certi che Thiago Pinto in estate farà un mercato di qualità.