Dopo la sconfitta contro la Juventus, Mourinho è chiamato al cambio marcia e di mentalità soprattutto per le modalità con cui è arrivata la beffa casalinga contro i bianconeri.
Che partita si aspetta domani?
“Penso che la classifica sia un momento. A fine stagione il Cagliari non sarà lì. L’allenatore e i giocatori hanno esperienza, la squadra ha trovato modo di fare punti. Vengono a Roma per cercare di fare punti. In un momento difficile per loro hanno vinto all’Olimpico contro la Lazio, significa che sono in grado di giocare contro squadre più forti. Per noi è importante perché abbiamo perso le ultime due e fatto un punto nelle ultime tre. Come minimo dobbiamo fare 4 punti nelle ultime 4 gare. E’ un numero non sufficiente, ma è il massimo che possiamo fare. Abbiamo lavorato tutta la settimana. Dopo una gara persa come quella con la Juve bisogna anche motivare. Bisogna far rialzare la gente, bisogna trovare il coraggio di giocare dopo che abbiamo perso in quel modo. Il pubblico con 5 mila spettatori è vuoto, mi dispiace per noi ma mi dispiace soprattutto per la gente che viene sempre e che deve rimanere a casa. Cerchiamo di fare di questo una motivazione extra, dando qualcosa a chi è innamorato della Roma”.
In che ruolo può giocare Oliveira? Può essere il nuovo rigorista?
“Non ho ancora pensato al rigorista, non lo so. Dobbiamo ancora decidere. Abbiamo lavorato tante cose questa settimana, non i rigori. Abbiamo cercato di dare a Sergio Oliveira e a Maitland un po’ più di conoscenza tattica della squadra. Lo stesso abbiamo fatto anche con gli altri che sono qui da sei mesi. Oliveira non pensavo si potesse prendere in prestito, non lo avevo messo nella lista del mercato. Non avevo fatto questo nome perché, conoscendo le nostre possibilità a gennaio e conoscendo un club importante come il Porto, non pensavo che sarebbe stato possibile prenderlo. Quando Tiago Pinto mi ha detto che era una possibilità concreta ho detto subito di sì ma non perché sia un regista, non perché sia un centrocampista centrale che può migliorare l’organizzazione, lui è un giocatore diverso. Ha un carattere di cui abbiamo bisogno, personalità, esperienza di cui abbiamo bisogno. Lui è cresciuto in un club di cui conosco molto bene la mentalità. Ho subito pensato sarebbe stato importante per noi. Questa finestra di mercato per noi è stata positiva perché abbiamo preso due calciatori presto ed è merito del direttore. In più sono due calciatori che migliorano tanto le nostre opzioni. Fino a oggi abbiamo fatto sette mesi con un terzino destro. Ora con Maitland se Karsdorp non c’è non è un problema. Ci dà una mano anche in diverse posizioni se giochiamo a tre. Oliveira può fare tutto in mezzo al campo. Non è un play, ma per il resto può fare tutto. Questi due giocatori ci danno più equilibrio. Con sei mesi di competizione davanti sperando di andare avanti in Conference e Coppa, avere questi due calciatori diventa importante”.
Come sta El Shaarawy?
“Non si è allenato con noi mai una volta, se lo farà oggi sarà in panchina. Penso che non avremo i soliti dodici in panchina. Avremo 4-5 Primavera in panchina, per questo se uno che non si è allenato come Stephan arriva all’ultimo allora andrà in panchina”.
Chi sono gli indisponibili?
“Ti posso dire chi non si è allenato con noi, il motivo per cui ci alleniamo alle 17 è per dare più tempo al dipartimento medico. El Shaarawy, Smalling e Karsdorp non si sono allenati”.
Veretout lo vede un po’ appannato?
“La nostra rosa, se guardi il numero di minuti giocati, può essere grande nei numeri ma, alla fine, sono 13-14 giocatori che giocano praticamente sempre. Quante più opzioni abbiamo, meno i giocatori diventano imprescindibili. Con Cristante, Oliveira, Pellegrini, Veretout, con Bove che sta arrivando, con Mkhitaryan, che stiamo trasformando in un giocatore di centrocampo, siamo equilibrati. Veretout sarà sempre importante per noi, è di qualità, ma sono d’accordo sul fatto che non ha reso benissimo nelle ultime gare, per le qualità che ha”.
La rosa è completa con questi due innesti? E’ concluso il mercato della Roma?
“Penso che abbiamo fatto un buon mercato in funzione di quello che siamo noi. A gennaio è sempre complicato anche per chi ha tanto da spendere, immaginate per noi. Prendere due giocatori in prestito in un momento così e che sono già pronti è stato importante. Abbiamo trovato due opzioni che migliorano il profilo della rosa. Se mi aspetto un terzo giocatore? No, penso che abbiamo fatto il possibile e il direttore lo ha fatto presto. Siamo al 15 e abbiamo fatto quello che serviva. Sono contento”.
Come sta Spinazzola?
“Mi piacerebbe sapere chi è il fenomeno che diceva che a novembre sarebbe tornato in campo. Lo ha detto lui? Allora è un pazzo (ride, ndr). E’ una lesione super difficile e impossibile da recuperare in così poco tempo. Sembra che ogni settimana che passa da novembre sia una in più. Io dal primo momento ho pensato: “Questa stagione non ho Spinazzola”. Ogni partita che mi gioca in più è un guadagno. Ogni momento che lui arriva io sarò contento. Il recupero non è mai una linea retta. Per questo sono tranquillo, quello che dico a lui è che manca un giorno in meno. Deve essere tranquillo”.
Come ha preso la squadra le sue parole dopo Roma-Juve? Come si migliora l’attitudine mentale?
“Penso che loro abbiano preso bene. Non è facile da leggere e sentire, ma per gente per bene e che vuole migliorare e che si fida della mia esperienza, io vedo sempre loro molto molto aperta e positiva quando noi parliamo. Quello che dico alla stampa non è che non lo dico a loro. Anzi, con loro vado anche più nel profondo. Non c’è gente permalosa e che non è contenta della critica, c’è gente che vuole migliorare. Per questo dico che mi fa piacere lavorare con loro. Nei sette minuti che abbiamo preso tre gol abbiamo fatto un fallo, se fossi stato io in campo da solo ne avrei fatti 4. Siamo ancora un po’ troppo naïf. Anche Oliveira mi diceva come ci fossero tanti giocatori giovani, lo stesso Pellegrini non ha 28 anni. Serve pazienza”.
Il focus della settimana qual è stato? Lavorare sul Cagliari? Sugli errori commessi?
“Il risultato contro la Juve offusca al di fuori i primi 70 minuti, non qui all’interno. Abbiamo analizzato quei 70. Nella riunione tecnica, abbiamo analizzato molto più quelli rispetto al disastro dei 10 minuti. Non possiamo dimenticarlo. La stampa può dimenticarlo, i tifosi anche, il risultato è importante ma per 70 minuti abbiamo fatto tante cose belle: la gestione della palla, la gestione dopo l’1-1, la costruzione, la pressione. Abbiamo analizzato poi gli errori fatti e la prospettiva mentale. Ci sono stati anche errori tattici o individuali. Sul terzo gol, ho subito detto che Shomurodov non ha chiuso ma ci sono stati altri errori all’interno dell’area. Abbiamo lavorato bene. Il Cagliari lo conosco, così come il suo allenatore. Loro verranno per prendere un punto ma, a volte, quando vieni per fare un punto puoi avere la possibilità anche di prenderne tre”.