L’arrivo di Luciano Spalletti sulla panchina della Juventus ha segnato un netto cambio di rotta. Le gerarchie interne sono state rimesse in discussione e alcune posizioni fisse sono state ridefinite, con almeno due-tre titolari che ora sembrano indispensabili e altri destinati a ruoli più defilati.
Difesa
In difesa l’allenatore confermato Michele Di Gregorio come portiere titolare, lasciando Mattia Perin come secondo ma punto di riferimento dello spogliatoio. Per le retrovie, Spalletti attende il rientro di Gleison Bremer e prosegue nel dare fiducia a Pierre Kalulu e Federico Gatti, mentre Daniele Rugani rischia di scivolare ancora più indietro con Koopmeiners che sembra aver trovato una nuova dimensione nei 3 lì dietro.
Centrocampo
Il centrocampo è diventato il fulcro del progetto: la collocazione avanzata di Weston McKennie ha valorizzato le geometrie di Manuel Locatelli e Khéphren Thuram, ma la profondità della rosa resta un problema e già si profila la necessità di intervenire sul mercato a gennaio.
Attacco
In attacco, Spalletti ha riaffermato la permanenza del serbo Dušan Vlahović, che ha confermato l’intenzione di restare alla Juventus. Sta guadagnando posizioni anche Loïs Openda, mentre altri come Kaio Júnior David sono scivolati più lontani dalla formazione titolare. Kenan Yıldız resta carta fissa nello schema offensivo; Zhegrova è in crescita ma deve gestire la condizione fisica.
Le novità tattiche
Sul piano tattico il rinnovamento è evidente: Spalletti ha rispolverato Filip Kostić come esterno titolare sulla sinistra, spostando Andrea Cambiaso sulla corsia opposta. Inoltre, ha collocato Teun Koopmeiners in una posizione a sorpresa: da mediano all’Atalanta a centrale sinistro in una difesa a tre, con l’obiettivo di creare un “uomo in più” in mezzo al campo. Questa scelta di modulo ha permesso alla squadra di aumentare l’intensità e la fluidità, ma ha anche generato incertezze difensive da correggere.
Infine, la cultura del club è stata oggetto di attenzione: Spalletti ha subito imposto alcune nuove regole al centro sportivo — dal divieto di cellulare durante i pasti alla segretezza della formazione fino poche ore prima della partita — per migliorare la concentrazione e rinsaldare lo spirito di squadra.
In sintesi, il rinnovamento in chiave Spalletti è in atto: la Juventus cambia volto, ridefinisce i ruoli e si prepara a una fase di transizione che mira a conquistare nuovamente la dimensione europea.






