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Ricciardi, consulente medico CONI e FIGC: il calcio ripartirà dal centro-sud

Ricciardi, in un intervista radiofinica, prende in considerazione un’ipotesi già paventata: il calcio ripartirà dal centro-sud.

Ricciardi, consulente medico di CONI e FIGC, membro del consiglio esecutivo Oms, consigliere del ministro Speranza per la lotta la COVID-19, ha rilasciato un’intervista a Radio Punto nuovo aprendo ad una possibilità: il calcio ripartirà dal centro-sud.

La Federcalcio ha un’ottima commissione medico-sportiva, io partecipo da tanti anni alla commissione antidoping ein questa circostanza Gabriele Gravina e Paolo Zeppilli mi hanno chiesto un contributo e lo faccio con piacere. Declinare la partenza del 4 maggio? Dobbiamo valutare lo scenario in due settimane, non vale la pena guardare l’andamento giornaliero: perché servono due settimane per l’incubazione del virus.

I giochi di squadra sono più pericolosi

La situazione sta andando molto meglio in molte regioni italiane – continua Ricciardi – ma non in tutte. In Lombardia c’è ancora uno scenario preoccupante, non si può dare un’indicazione generica per tutti. Questo virus continuerà a circolare fino a quando non si troverà un vaccino e così come colpisce i cittadini, anche i calciatori e lo staff: bisogna tutelare tutti”. Sul protocollo possibile per tutelare tutti Riccardi dice: “Ci sono diverse ipotesi, finalizzate alla fine del campionato a cui tutti tengono molto.

C’è bisogno di due approcci: uno finalizzato alla conclusione del campionato, con una serie di misure che tendono a circoscrivere il virus. E’ un’ipotesi fortemente condizionata, ma ci sono squadre e squadre: non tutti possono permettersi i test, alloggi per tutti. Quest’impegno economico è pesante. C’è sicuramente un minimo che viene richiesto a tutti: garantire la sicurezza. Non c’è dubbio che l’allenamento o il gioco di squadra che prevede contatto fisico tra atleti è un evento che va considerato piuttosto pericoloso.

Ci sono discorsi diversi a livello geografico e la Campania ha reagito bene

C’è un discorso geografico. L’Italia non è tutta uguale a livello di contagi. Al Centro-Sud non c’è stata quell’esplosione terribile del Nord. Ma la gente comunica, la gente viaggia, in alcune parti del Paese questo non si può ancora fare, ci sono paesi dove ci sono ancora 100 e più morti al giorno. Differenziare le aree per livello di rischio è giusto, stiamo proponendo di giocare al Centro-Sud, non ha senso vietare attività dove ci sono zero casi come la Basilicata. La Campania ha reagito molto bene, tempestivamente, la popolazione ha compreso bene la situazione e ha reagito in tempo, preoccupa un po’ di più la Puglia. La seconda e terza ondata possono risultare più pericolose della prima: non possiamo permettercelo. La ripresa? Maggio è ancora un mese a rischio, specialmente in alcune regioni: sarà ancora un mese interlocutorio. Ciò che suggeriremo è di avere provvedimenti diversi a seconda delle aree geografiche

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