Sul tema stadio e l’entusiasmo di Rocco Commisso
“Le prime impressioni sono che siamo di fronte ad una sconfitta per il calcio italiano, specie per le persone che come Commisso vengono dall’estero per investire. Mi pare una follia italiana. La cosa più importante è che Rocco non perda energia e carica. Abbiamo la fortuna di aver trovato una persona con valori importanti, che ha voglia di fare tanto per la Fiorentina”.
Tema che la squadra possa essere condizionata dalla situazione legata allo stadio?
“Non dobbiamo essere condizionati e dobbiamo avere la forza in più per dimostrare al presidente che possiamo costruire qualcosa per il futuro. Vorrei rivedere l’atteggiamento propositivo visto contro la Juventus. Quando affronti le grandi squadre servono idee precise e la voglia di superare i limiti della squadra. Se difendiamo bassi sarà una partita di sofferenza, se ripartiamo sempre, possiamo acquistare consapevolezza”.
Cosa possono fare i tifosi per non far perdere entusiasmo al presidente?
“Se arriva un personaggio che ha questa volontà di costruire la casa della Fiorentina, il Centro Sportivo e lo Stadio, è un valore aggiunto per una società già gloriosa ed è un riferimento nel mondo. Se hai queste strutture, in poco tempo la squadra potrebbe diventare da Europa sempre. I giocatori che devono scegliere, ovviamente scelgono quelle che hanno una visione del futuro. I fiorentini non devono far altro nella polemica e nelle critiche ma quando si toccano gli aspetti personali diventa indelicato e irrispettoso, soprattutto per chi arriva con una cultura diversa. Commisso può essere un innovatore nel calcio, l’ho percepito anche in pochi minuti di colloquio. Vuole lasciare il segno. Lui deve capire l’esasperazioni italiane. Lui mi ha detto che nessuno ha sottolineato che abbiamo recuperato punti, ma i complimenti possono arrivare anche in un secondo momento”.
Commisso dà noia a qualcuno?
“Voglio restare fuori da un ginepraio che può essere politico. E’ chiaro che ci siano delle contrapposizioni, non so se è la politica del calcio o quella nazionale. Io faccio l’allenatore e faccio già fatica a portare avanti il mio lavoro”.
Amrabat-Castrovilli-Bonaventura centrocampo chiave per il Napoli?
“Dipende dalla prestazione e dal risultato. Se noi abbiamo la qualità in Callejon e Ribery, io ho il dovere di insistere su questa qualità”.
Quanto conta la presenza del presidente?
“La presenza della proprietà fisicamente è qualcosa di importante per tutte le società. La presenza del presidente ti dà un’ulteriore carica. Abbiamo fatto un ottimo allenamento perché con queste presenze i giocatori devono essere più concentrati. Io mi augurerei che possa rimanere il più a lungo possibile”.
Gli infortunati?
“Stanno recuperando ma non posso confermare la completa guarigione di tutti”.
Kouamé resta?
“Ho sempre speso delle parole che rappresentano il calciatore: è serio e motivato. L’allenatore e lo staff sono lì proprio per migliorarlo. Sui tempi dello smarcamento, il primo controllo e l’attacco alla porta. Se lui si sente un attaccante deve partecipare alla fase realizzativa. Penso che si possa considerare un attaccante moderno che può fare la punta in profondità ma anche sull’esterno da dove può raggiungere la porta segnando anche 10-15 gol”.
Come si affronta il Napoli e quali errori non devono essere commessi?
“Affrontiamo una squadra che nel complesso gioca insieme da tempo e si conoscono perfettamente. La qualità tecnica è straordinaria e chiudono azioni anche a livello individuale. Il pericolo è quello di abbassarsi troppo, possiamo correre molti pericoli se commettiamo questi errori.”
Martinez Quarta è più centrale o marcatore?
“Nella difesa a tre può giocare in tutti e tre i ruoli. Per me è da sempre un titolare, come Igor. Lui partecipa e chiede per migliorare. Lo fa anche Igor e infatti per me restano due titolari”.
Rivedremo i due trequarti e Callejon può giocare insieme a Ribery?
“Vediamo gli infortunati e chi possiamo recuperare. Io ho l’obbligo di esaltare le qualità di questi giocatori. Il sistema di gioco va letta bene perché si rischia una frattura tra le due parti del campo”.
La squadra gioca meglio con due punte?
“Non so se è un’impressione o realtà. Diciamo che contro la Juve non giocavamo con le due punte per esempio. E’ un argomento lungo da affrontare. L’ho detto a fine partita: se poche squadre mettono in campo due punte, c’è un motivo. Se poi hai le mezze punte insieme, è impossibile giocare a calcio. C’erano idee un po’ diverse. Io penso che una squadra debba avere un’idea ben precisa ma questa cosa delle due punte penso che andrà avanti fino a fine stagione”.
Come è cambiato il Napoli rispetto all’ultima volta che l’ha affrontato col Genoa?
“Gattuso è straordinario perché ha ritrovato un giocatore forte come Lozano. Non tutto viene incastrato nell’immediato. Lui è stato bravo a motivare il giocatore in quel ruolo e gli ha fatto capire il proprio valore anche nelle due fasi. E’ difficile fare paragoni col passato. Il Napoli rimane il Napoli: una squadra competitiva che gioca da anni le competizioni europee e le difficoltà sono tante”.
C’è un pensiero particolare giocando al Maradona?
“Quando si parla di Maradona, abbiamo speso molte parole, sincere da parte di tutti. L’aspetto più importante è che anche gli avversari hanno avuto la possibilità di conoscere l’uomo Maradona che è riuscito a farsi amare da tutti. Sarà per sempre un’icona del calcio. Il fatto che arrivi a Napoli e lo stadio ha il suo nome, percepisci cosa significhi per la città. Sarà un’emozione”.
Il rinnovo di Terracciano?
“E’ stato automatico. Dal primo istante ho capito anche solo col contatto visivo che era un ragazzo molto determinato, ricco di concetti importanti, di gruppo e quindi è un rinnovo meritatissimo”.