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Napoli-Monza: Spalletti parla della sfida ai brianzoli

Con i nuovi arrivi di questa settimana, il Napoli di Spalletti acquista una nuova fisionomia e la conferenza è incentrata sul mercato.

Spalletti analizza la sfida che attende il Napoli contro il Monza, ma molte domande sono sul mercato.

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Rivoluzione compiuta, è davvero un altro Napoli?
“Il fatto che abbia creato soddisfazione nei tifosi e negli addetti ai lavori può servire ai calciatori per aiutarci a diventare un po’ prima una squadra forte come l’anno scorso”.

Il sistema resta il 4-3-3 o con Raspadori ci aspettiamo qualcosa di diverso?
“Può farci pensare a qualcosa di diverso la completezza della rosa in generale. 4-3-3 o 4-2-3-1 ci abbiamo già lavorato l’anno scorso, che ci sia Raspadori o meno è uguale per noi lavorare su tutti e due i moduli. Ci sono elementi che ci permettono entrambe le situazioni, l’idea Raspadori nasce dal fatto che può darci cose diverse da quelle che già abbiamo, noi abbiamo la possibilità di farle entrambe…”

Qualcosa è cambiato con subito 40mila spettatori? Qual è l’obiettivo concreto? Cosa si aspetta ancora qualcosa dal mercato?
“Abbiamo riempito le caselle che erano venute a mancare, capisco lo stupore di chi sosteneva che eravamo disposti ad allenare un Napoli senza calciatori, ma non era così ed era necessario mettere dentro quei giocatori. Nel concreto si lotta per diventare una squadra forte, un gruppo che si allena sempre forte, equilibrato, con disponibilità forte come prima. Siamo gli stessi di prima con meno esperienza, meno presenze in Champions, in nazionale, meno probabilmente personalità, c’è da lottare per riacquistarle quelle qualità che Koulibaly aveva ed è dopo due giocatori il miglior giocatore nel ruolo della Premier. Se volete si fanno uno per uno, ma la società ha lavorato sicuramente bene, ha fatto un ottimo lavoro mantenendo l’attenzione sulle finanze, il lavoro che voleva fare. Quanto fatto dai giocatori l’anno scorso ha permesso alla società di fare questo lavoro in prospettiva”.

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Su Ndombele e se c’è la possibilità di convocare Raspadori.
“Arriva con un biglietto da visita importante, può ricoprire tutti i ruoli, la cosa che più mi ha fatto piacere è aver percepito la disponibilità, l’entusiasmo, con cui ha accettato di venire a Napoli. Anche a livello caratteriale ha una voglia matta come noi di far vincere il Napoli, me lo sono già immaginato con la maglia addosso, ci ha fatto vedere a noi società, a chi ha trattato con lui, che aveva questo desiderio ed ha fatto la differenza. E’ uno completo, sa imbucare benissimo, ha il passaggio verticale per chi attacca lo spazio, uno forte tecnicamente che esce dallo stretto, gli piace di più correre in avanti che indietro ma questo glielo si insegna. Poi su Raspadori non so, ho allenato gli altri che mi hanno fatto vedere che vogliono vincere la partita”.

Napoli mina vagante del campionato?
“Lo siamo stati l’anno scorso, non lo so, dobbiamo riprendere delle qualità e delle caratteristiche che non so se ce l’ha. Bisogna vederlo dopo quando lavoreremo tutti insieme, su quelli dell’anno scorso, i 9/11 di Verona, quelli lì hanno riportato il discorso con cui avevano terminato. Su quelli che già conosco ci metto la mano sul fuoco, a vederli mi sembrano tutti bravi ragazzi, farà la differenza la squadra nella totalità, come lavorerà, sarà un campionato difficile, ogni 2 giorni in campo, ci sarà spazio per tutti senza andare a vedere i 10′ in più di uno o un altro”.

Alla luce del mercato, come sono cambiate le gerarchie del campionato?
“Non lo so chi si è rinforzato di più, hanno messo mano in tante, prendendo giocatori facendo valutazioni diverse da noi, ovvero attenzione ai costi e ringiovanire, alcuni hanno comprato anche per vincere subito al di là della prospettiva del calciatore, questo fa pensare che la difficoltà nostra è far crescere la squadra e trovargli subito una personalità ed un valore. Tutte si sono rinforzate, Inter, Milan, Juventus tantissimo, la Lazio tanti giocatori, poi sul Monza, ha fatto tipo 13-14 acquisti, una squadra forte. Non si gioca semplicemente con una neo-promossa, ma gestita da persone altamente rappresentative del nostro calcio, hanno fatto la storia del nostro calcio, solo dirigenti come Galliani potevano convincere gente di qualità come Ranocchia, Caprari, Sensi, Pessina, Petagna stesso che è uno che porterà la sua esperienza, andato via solo per l’esigenza di giocare di più ed era difficile trattenere. Per noi è stato un giocatore forte, un professionista, un ragazzo d’oro davvero e domani lo ringrazierò per tutto quello che mi ha dato, molto”.

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Si attende un Monza all’inizio remissivo?
“E’ una squadra allenata bene, Stroppa è moderno, a volte ti viene a prendere alla gola, altre volte se le distanze si allungano allora si mette sotto palla, sanno fare tutte e due le cose, come hanno già fatto nelle due gare precedenti in Coppa e campionato. Dovremo riuscire a stare bene in campo, con equilibrio, soffrendo come abbiamo fatto anche col Verona. Troveremo un avversario più tecnico che sa muovere la palla, senza la testa giusta sarà difficile”.

Come si sta inserendo Olivera? 
“Sta sempre meglio, si allena con continuità, ritmo corretto, sta facendo tutto, apprende cose nuove perchè è mancato un po’ nella preparazione, ma può essere scelto”.

Sull’entusiasmo in città.
“Voglio pensare per la grande prova di Verona, non per aver coperto le caselle. L’entusiasmo in città è come quando dopo una partita ci venite a prendere lì fuori, ma lei non c’era (ride, ndr).

Con Meret e Sirigu si sente coperto nel ruolo del portiere? Con Meret ci ha parlato? Ha chiesto altro?
“Servono due portieri forti ed in questo momento li abbiamo, ma è chiaro che sono situazioni che possono svilupparsi, dei discorsi sono stati fatti e valuteremo cosa accadrà. Io non le voglio neanche sapere, non è il mio ruolo, davvero. Devo fare l’allenamento, quelli che sono disponibili io li alleno, voglio sapere solo chi è disponibile, senza cercare qualcosa in più”.

Bisognerà lavorare più difensivamente o offensivamente? Vedremo insieme Simeone e Osimhen?
“La convivenza degli attaccanti sarà determinata da quello che mi fanno vedere loro, in base a cosa daranno, e valuteremo se sarà possibile farli giocare insieme. Secondo me non conta se giocano insieme, ma se si vince la partita. Pensiamo a quello, a vincere, ad avere equilibrio di squadra. Per me Simeone è una prima punta, come Victor, ma Simeone è uno che la strada per arrivare qui l’ha fatta tutta da solo, è uno che da quando l’ho visto mi ha lasciato subito sicuro abbia la personalità di mettersi a disposizione. Quando ha deciso di venire qui lo sapeva che c’era Osimhen ed ha fatto di tutto per venire, non ha voluto sentir parlare di altre squadre e lo sapeva di Osimhen. E’ un grande lavoratore, anche nello sporco per i compagni, oltre a saper far gol e questo mi basta”.

Quanto è soddisfatto delle palle inattive? Molte squadre si sono rinforzate e ci sarà ancora più equilibrio.
“Si, curiamo tutto al massimo, ma ci abbiamo preso anche gol sulla palla inattiva, tanto bravi non siamo stati (ride, ndr). E’ una fase di gioco importante, la fisicità dei giocatori sui piazzati è una bega a cui saper sopperire, te ne arrivano 7-8 in area ed è difficile prenderli tutti, soprattutto per una squadra come la nostra che è più brava in corsa, velocità, e non in centimetri. Poi sull’equilibrio maggiore, può darsi, col disequilibrio in fondo ce n’è di più in vetta”.

Che mano le sta dando Di Lorenzo nel nuovo spogliatoio? Si attende di più da qualcuno in particolare?
“Chi c’era, comandanti, capitani, avevano delle cose, esperienza personalità, qualità che bisogna ritrovare perché questi non le hanno ancora. Sul capitano abbiamo mantenuto la stessa caratteristiche, Di Lorenzo l’ho testato in questi giorni ed è una roba perfetta di come s’è comportato ed ha preso decisioni e trascinato ed entrato dentro campo e spogliatoio ad incitare tutti e sempre vicino ai compagni, ha preso molto dal comandante e lo sa fare bene”.

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