Simeone ha portato 4 punti, avete Raspadori, è tornato Osimhen, come sarà la gestione?
“La gestione è facile, si gioca in 11 e le rose vengono fatte di 25 calciatori. E’ importante in alcune posizione avere queste risorse, se non avessimo avuto Raspadori e Simeone sarebbe stata dura vincere tutte queste gare, ora di volta in volta si valuterà e si terrà conto della forza dei calciatori. In questo momento ad esempio Zanoli non può fare Di Lorenzo, ma in altre situazioni c’è possibilità di cambiare perché magari si equivalgono per forza ed esperienza e se ne tiene conto senza fare troppi calcoli ma guardando l’atteggiamento corretto. Più voi siete in difficoltà nell’indovinare la formazione (ride, ndr), ma loro sono una risorsa per me, se vedete tutti gli allenatori cambiano i 3 davanti tranne quelli che hanno più qualità di altri”.
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Quali insidie nasconde la gara col Bologna?
“Ogni gara è un viaggio verso l’ignoto, la bravura è renderlo prevedibile. Può sembrare faticoso ma c’è da riprendere la palla e riportarla in cima al campo, bisogna riprenderla ogni volta, questo se non lo fai ogni volta non sei stato nulla, il calcio funziona così, ogni volta devi ripartire e fare lo stesso anche se per qualcuno può essere insopportabile o faticoso, ma per la mia squadra sembra eccitante, si sente viva riportando lì la palla”.
Juan Jesus o Ostigard per sostituire Rrahmani? Ed il centrocampo?
“Noi abbiamo quattro calciatori forti nei giocatori centrali, nell’ultimo caso ho scelto così differentemente da quanto fatto a Cremona perché lì buttavano la palla in area e Ostigard è uno dei più forti che io abbia allenato sui colpi di testa, ma l’Ajax ha davanti uno piccolino e volevamo prenderli e si gioca a campo aperto e Kudus è velocissimo e Jesus ha velocità importante ed è più adatto a coprire quel campo. Sono caratteristiche, chi giocherà dipende dal tipo di partita, sono entrambi affidabili. In mezzo ci serve un po’ di forza e Ndombele ha queste caratteristiche qui, basta…”.
Kim sul centro-destra ha avuto qualche piccola fase di assestamento?
“Lui all’inizio mi disse che era abituato a destra, il sinistro non è il suo piede, era preoccupato (ride, ndr). E’ vero però che ha avuto una palla persa, ha rischiato una palla in cui è stato bravo Meret, però è così, lui quando gli ho detto che avrebbe giocato a destra ha detto ‘finalmente’ e tirato un sospiro (ride, ndr)”
A che punto è Demme?
“Sta benissimo, ha recuperato e meno male viste le cose che succedono, siamo contenti di averlo recuperato”.
Si può giocare meglio di così? E’ giusto far finta di niente? Dove potete arrivare?
“Sì, si può giocare pure meglio, qualcosa abbiamo sbagliato anche in questa gara, poi se si pensa che possiamo farlo siamo travolti dalla felicità di aver toccato il massimo, ottenuto grandi risultati ad oggi, ma se si guarda bene soprattutto in campionato sono tutte lì a pochi punti. E’ la classifica che ci tiene con i piedi per terra ed il fatto che c’è sempre qualcosa da migliorare. Poi non sappiamo dove si può arrivare, il nostro obiettivo è vincere le partite e questo ci dà autostima e tranquillità per la prossima partita, da qui dipende dove possiamo arrivare e capiremo col passare delle gare”
Gli avversari hanno sempre motivazioni speciali: più eccitante questo o essere quelli da battere? Ogni gara una battaglia come Cremona?
“Entrambe, noi facciamo il calcolo su noi stessi, ci chiediamo quanto siamo forti noi, non gli avversari, quello è stimolante. La ricerca di consapevolezza, coraggio, da esibire ad ogni partita e poi si vede se gli altri saranno all’altezza o superiori, ma valutiamo ciò che abbiamo noi”.
Dotto dice che lei non ha attitudine alla felicità, ma aver riempito lo stadio e ricreato amore la rende felice?
“Non ho l’attitudine ad esternarla, ma era quello che si sogna dall’inizio dell’anno, riavere lo stadio pieno, il Maradona in festa, e ti fa piacere perché il tuo lavoro è dare gioia a chi ama il Napoli e lo stai realizzando, ma finisce lì dopo la partita perché è un carico da dover rifare la volta successiva e le aspettative crescono di più, devi fare sempre quella roba lì. Da una parte ti rende felice, ma poi sai che la volta dopo devi aggiungere ancora qualcosa”.
Qual è la qualità più importante del suo Napoli?
“Mi sembra la voglia di contagiarsi della forza dei compagni, come le rincorse per aiutare la linea difensiva, ho visto robe bellissime nell’ultima partita in cui abbiamo tenuto meno palla, sarebbe bello sentirsi dentro quell’atteggiamento da non poterne fare a meno, è quello che dà davvero forza al gruppo. Tutti vogliono dare di più per contagiare l’altro compagno e quello dopo vuole fare lo stesso e far vedere che ha imparato e via via così”.
Oggi era qui Krol, uno dei big della storia azzurra, ha detto che il Napoli gli ricorda il calcio totale.
“Per me è emozione pura, la mia generazione lo ricorda con quel fisico, quella personalità, entrare fino alla trequarti avversaria, lui quello che si fa ora lo faceva ai suoi tempi, l’Ajax ha insegnato calcio e già lo faceva, quel calcio da bandierina a bandierina per mettere l’attaccante dietro la linea. Non importa ci dica niente per trasferirci emozioni, è bastato vederlo”.
Si è atteso molto Zielinski, ora è cresciuto come giocatore?
“L’anno scorso ha fatto un campionato sotto livello, lui è il primo a saperlo e riconoscerlo, però c’è un pubblico e osservatori che dicono la stessa cosa, ovvero che ha grandi mezzi e qualità per essere uno top, quindi c’era solo da aspettare, non poteva subire sempre le partite e ora le sta affrontando, quando c’è la disponibilità, l’intelligenza, la mancanza di presunzione, è facile ritrovare il meglio delle potenzialità, il problema è che quando uno gioca sotto livello e ti guarda pure come il salvatore mentre lui l’ha riconosciuto l’anno scorso, complimenti a lui”.
Simeone non giocando tanto ha sempre il sorriso. Si parla sempre di lei, ma ha costruito un bel giocattolo, vuole continuare nei prossimi anni?
“Non dovete fare confusione tra il mio carattere ed il mio atteggiamento, il mio carattere dipende da me, il mio atteggiamento dipende da te… il mio carattere è un altro, continuano a dire che io farò casino, ma è un brodino riscaldato per due situazioni che io ho messo a posto, non le ho determinate io. E’ un carattere normalissimo il mio, mi trovo a mio agio perfettamente (ride, ndr), l’atteggiamento dipende da quello che mi viene detto o fatto, ma non sono così, è una risposta. Poi su Simeone è uno spettacolo vederlo allenare, diventa facile con persone che hanno questa testa qui e questa mentalità qui e secondo me si vince di più con questa mentalità. Futuro? Dirò sempre che si valuta un anno per volte, non è che si sono vinte due partite…”.
Mancherà Arnautovic, si può immaginare un Bologna un po’ chiuso? E’ ipotizzabile uno schieramento diverso con due punte?
“Prima di tutto hanno una grande rosa, hanno tanti calciatori davanti, hanno comunque Barrow, Zirkzee che viene dal Bayern, stava fuori perché c’era Arnautovic, sono giocatori forti, sarà una partita che avrà le sue complicazioni e quindi dovremo giocare allo stesso modulo al di là dei moduli e di chi giochi, dovremo andargli a prendere palla e portarla e tenerla lassù. Anche oggi c’è stato un bellissimo allenamento, le gambe stanno bene, hanno recuperato, c’è voglia di rifare le stesse cose, ce lo impone la passione dei napoletani e sarà una gara difficile ma ce la possiamo fare, al di là dei moduli perché ci saranno gare in cui giocheremo anche con le due punte, il sottopunta, abbiamo alternative e le sfrutteremo tutte”.